Binomio e connubio sempre difficile e aspramente criticato in letteratura -LORENZO SPURIO e IAN McEWAN

5 Settembre 2013

“(…) Ma in letteratura l’utilizzare il linguaggio doppio con allusioni sessuali, scene osé, incontri erotici, descrizioni di perversioni sessuali e di atteggiamenti licenziosi com’è visto e interpretato? E’ ancora visto come immorale, com’era decenni fa, oppure anche la letteratura è stata attraversata da una sorta di rivoluzione dei costumi? E’ difficile dirlo. Chi scrive scene di sesso prive di una dimensione propriamente erotica o utilizza nella narrazione gli amplessi per inscenare rottura, chi narra di perversioni sessuali sostanzialmente è stato considerato un autore di basso rango, che appartiene alla low literature e dal quale stare bene in guardia. Si ricordi che Ian McEwan venne prontamente bollato dalla critica come immorale, macabro, gotico, come un enfant terrible proprio per la crudezza dei temi e dell’impiego di una sessualità perversa nelle opere della sua prima produzione. Le sue prime opere vennero pubblicate verso la fine degli anni ’70 e quindi c’è da concludere che, se proprio si vuole parlare di una rivoluzione sessuale in letteratura, questa non si era ancora raggiunta in quel periodo (…).”

brano tratto dal saggio di critica letteraria di Lorenzo Spurio IAN McEWAN: SESSO E PERVERSIONE

Sesso e letteratura. Letteratura ed erotismo. Binomio e connubio sempre molto difficile, controverso, aspramente criticato in letteratura. La storia della letteratura di ogni paese, specialmente occidentale o gravitante nell’orbita della cultura occidentale, è piena di aneddoti, di dispute, di strappi spesso dolorosi, di situazioni paradossali, di censure e impedimenti, di messa al bando e di discriminazioni per tutto quel che concerne l’argomento sesso o erotismo. Non è il caso di ricordare ancora che forse la psicanalisi nasce con Sigmund Freud proprio per indagare in maniera nuova, scientifica e libera da molti pregiudizi atavici al riguardo, scoprire e capire i meccanismi più oscuri e più profondi della psiche umana e soprattutto nei suoi rapporti o nel suo legame con la sessualità e l’erotismo. Il saggio di Lorenzo Spurio si occupa di tali argomenti, per molti versi ancora argomenti – tabù per una certa cultura dal pensiero benpensante, analizzando l’opera di un autore in particolare: l’inglese Ian McEwan. Pagine di critica letteraria certo, le quali cercano quasi di radiografare la produzione artistico – letteraria di questo autore forse ancora poco compreso e poco scandagliato a fondo sia in Inghilterra che nel resto del mondo. Molto vien fuori dall’analisi puntuale di Lorenzo Spurio, anche se a volte la scrittura appare spersa e un  po’ troppo specialistica. Le note a fondo pagina danno una buona esplicazione e corredano l’insieme con professionalità. Le varie traduzioni dall’inglese, realizzate quasi tutte dall’autore, non aggiungono che un ulteriore tocco di competenza, di partecipazione e di passione. Ma veniamo all’argomento – contenuto del saggio. In ogni romanzo lungo o breve, in ogni racconto di Ian McEwan il sesso, l’erotismo vengono ripresi, scandagliati e presentati in ogni componente e variante. Si parla allora di perversioni reali o soltanto immaginarie, possibili nella finzione letteraria come nel vissuto comune o straordinario dell’esistenza. Termini quali masochismo e sado – masochismo, necrofilia e pedofilia, incesto, travestimento di genere, stalking, masturbazione, omosessualità deviata, regressione infantile, morbosità sessuale con componenti distruttive, devianza di impulsi e di sentimenti, scatenamento di passioni insane diventano realtà, prendono corpo e vita e trasportano il lettore dentro un universo misconosciuto e quasi surreale ma che, in fondo, è parte latente di noi, di ciascuno e di ognuno di noi. Paure, azzardi e visioni adolescenziali ma anche manie, paranoie, idealità e pensieri oscuri di adulti. Come viene sperimentato il sesso? Come viene vissuto il sesso? Quale il rapportarsi del corpo e dell’anima col sesso? Ian McEwan ne esplora tutte le sfumature, mette in evidenza le zone grigie come quelle in ombra o più nere. Egli sembra quasi voglia dirci che il sesso diventa perversione (a qualunque età) quando ha subito frustrazioni, coercizioni e divieti di ogni sorta, quando, in poche parole, è stato o viene demonizzato, causando perciò danni anche molto gravi alla personalità dell’individuo e al suo progressivo sviluppo emotivo. Se vissuto in modo gioioso, ludico, o quantomeno come esperienza del tutto normale e naturale quale componente essenziale, sia biologica che psicologica innata, dall’essere umano allora il sesso diventa erotismo, ossia eros allo stato puro: capacità di provare e di dare piacere, sperimentazione del mondo nella quale perfino la morte trova la sua giusta collocazione al di fuori del consolidato stereotipo di una concezione orrifica e terrificante. Ian McEwan scende in un sottosuolo inesplorato dove il sesso può anche essere bassezza, volgarità, turpitudine perché viene il tempo in cui bisogna “mettere il dito nella piaga” e rigirarlo se si vuole un giorno guarire dalle proprie fobie e dalle proprie sindromi nascoste causate o meno da situazioni, moralità e mentalità del momento. Ian McEwan, per primo, ne ha pagato lo scotto sulla propria pelle, poiché ogni autore che scrive di sesso e di erotismo trasferisce, in parte, sulla carta ciò che ha vissuto, sentito, subito o goduto nelle complicate età dell’infanzia e dell’adolescenza, in primis. Ritornando, in conclusione, al saggio di Lorenzo Spurio colpisce la disinvoltura e la matura sensibilità con le quali egli descrive, fa critica e media la serie di perversioni e degenerazioni sessuali dei diversi personaggi delle storie di Ian McEwan, che nel linguaggio abituale sono spesso classificate come “aberranti”, “malefiche”, “torbide”, altamente “viziose e licenziose”, segno evidente, forse, di un superamento del tutto personale di tabù e di vie interiori a senso unico non sempre e non per tutti facili da abolire o spazzare via per poter raggiungere una certa libertà espressiva esente da fastidiosi blocchi psichici o da muri invalicabili di falsi sensi del pudore. “McEwan si mostra come un abilissimo narratore e sa come tenere in pugno i suoi lettori: destabilizzandoli con le sue trame trasgressive, ma fornendo anche gli elementi che servono a comprendere l’ambiente nel quale maturano certi comportamenti, senza giustificarli né condannarli, ma presentandoli per come sono. Realisticamente.” Le ultimissime frasi di questo saggio di Lorenzo Spurio. Mai condannare o giustificare: tutti possiamo essere colpevoli, in quantità maggiore o minore, e di tutto.

Dai romanzi di Ian McEwan sono stati tratti diversi soggetti e sceneggiature e realizzati dei film di successo fra i quali: THE CEMENT GARDEN (IL GIARDINO DI CEMENTO) per la regia di Andrew Birkin, vietato ai minori di quattordici anni per le scene crude di sesso e di situazioni scabrose e ESPIAZIONE che ha come attrice protagonista Keira Knightley e attore protagonista James Ivory, come sceneggiatore Christopher Hampton (premio Oscar per LE RELAZIONI PERICOLOSE) e come regista Joe Wright(regista di ORGOGLIO E PREGIUDIZIO).

Francesca  Rita  Rombolà

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