L’addio ad un re della Letteratura

22 Aprile 2014

PIOGGIA DI FIORI

Pioggia di fiori sulla città di Montezuma

perchè egli è morto.

Pioggia di fiori sulle acque e sui campi

sui monti e sui tetti dorati

perchè egli è morto.

Pioggia di fiori sulle foreste incantate

e sui villaggi bruniti dal sole e dai secoli

perchè egli è morto.

Pioggia di fiori sul mondo e lacrime di azzurro pianto

sui volti di chi ha amato le sue pagine

pulsanti di vita e di colori

perchè egli è morto,

e le sue ceneri ora volano

nel pulviscolo del cielo di altitudini sacre.

Francesca  Rita  Rombolà

Come dimenticare personaggi quali Remedios la Bella, il colonnello Aureliano Buendìa, Amaranta, Ursula e Josè Arcadio, Melquiades che animano le vicende, mai scontate e fluenti, del grande capolavoro letterario CENTO ANNI DI SOLITUDINE?

Gabriel Garcia Marquez ha scritto molto. Ha scritto tanto. Ha scritto della sua terra trasfigurandola in luminosa compagine di magia e realtà in grado di far sognare e di far sperare, e porgendola quasi al mondo intero come un dono misterioso da scoprire e da gustare con lenta e sentita compartecipazione.

Egli si è spento all’età di ottantasette anni nella sua casa di Città del Messico. Il popolo latino – americano tutto, portatore di sentimenti forti capaci di rivoluzionare il mondo, foriero di passioni, contrastanti e marcate, possenti ed eteree come venti di rivolta che sconvolgono e cambiano, lo piange e gli rende omaggio con quell’impeto struggente e umanissimo che, forse unico al mondo, sa tributare ai suoi capi, ai suoi condottieri, ai suoi benefattori. Forse le parole non servono (neanche le belle parole); non servono forse neanche le frasi di circostanza per commemorare, ricordare, additare quale esempio di ultima letteratura verace e completa questo autore penetrato nelle nostre coscienze e diventato, negli anni, quasi un’icona che comunica a tutti il suo messaggio dalla poetica corroborante e di velata profezia.

Ti diciamo addio, Gabriel Garcia Marquez, con un nodo di pianto in gola e un grazie inespresso sulla bocca tremante per il dolore di questo momento di lutto per la Letteratura.

Ti dico addio: questa parola soltanto, pensando alla pioggia di fiori caduta dal cielo per la morte del re del più fantastico e immaginifico dei regni.

f.r.r.

 

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