Il nome segreto della Divina Commedia

Settecentocinquanta anni fa, ossia nel 1265, in un giorno imprecisato del segno zodiacale dei Gemelli (dal 22 maggio al 23 giugno), nasceva Dante Alighieri. Cercare di dire qualcosa su questa figura di poeta sommo, di vate indiscusso o entrare nel merito della sua grandiosa e vasta produzione letteraria è lungi da me. Per questo ci sono i dantisti, cioè gli appositi studiosi dell’opera di Dante Alighieri, gli accademici e i dotti vari di ogni parte d’Italia e del mondo, e le celebrazioni per i settecentocinquanta anni dalla sua nascita saranno certamente fastosi, imponenti e numerose dappertutto. Dante Alighieri è stato fin da subito (quando era ancora in vita) riconosciuto, stimato, riverito come sommo poeta in letteratura e poi, dopo la morte, anche nella vita sociale e quotidiana di ogni secolo fino ad oggi principalmente per una delle sue molte opere. Quest’opera è la Divina Commedia, tradotta in più di trenta lingue e conosciuta perfino (almeno per il nome soltanto) dai sassi che ci sono per la strada. Per che cosa ha sempre colpito di più i cuori e gli animi di chiunque la Divina Commedia? Forse per gli orrori dell’Inferno, per le pene, i supplizi e le atmosfere che vi…

Musica e Poesia nel primo scorcio del ventunesimo secolo
Giordano Sangiorgi / 18 Maggio 2015

Il Mei, storico meeting delle etichette indipendenti, è un punto di riferimento importante, in Italia, per gli artisti indipendenti, per gli artisti emergenti e per tutti i giovani che amano la musica e fanno musica per passione e perché il loro talento li spinge ad intraprendere un percorso musicale di vita. Il Mei è diventato oggi un simbolo di salvaguardia e di garanzia per una realtà musicale spesso difficile, soggetta a dure leggi di mercato e a speculazioni di ogni tipo che poco o niente hanno a che vedere con la promozione e la diffusione dell’Arte. Francesca Rita Rombolà ha conversato con Giordano Sangiorgi, patron del Mei, sullo stato attuale della musica e dell’Arte in generale in Italia. D – Giordano Sangiorgi, il Mei quest’anno compie i venti anni di attività, vero? Un bilancio, in sintesi, di questi venti anni a contatto con la musica. R – Un bilancio straordinario: cinquecentomila presenze, diecimila artisti e band, diecimila espositori, migliaia di incontri, convegni e showcase, centinaia di operatori stranieri, un grande riconoscimento al mondo degli indipendenti anche in termini di diritti e tante giovani produzioni lanciate sul mercato culturale della musica grazie alla piattaforma del Mei. Insomma, un bilancio veramente positivo,…

Il recupero e la conservazione di certi valori della cultura contadina
Pasquale Vallone , Senza categoria / 17 Maggio 2015

“(…) E’ importante, però, il recupero e la conservazione di certi valori della cultura contadina anche per far capire alle generazioni future la semplicità, i sacrifici, il coraggio, la schiettezza, la ricchezza dei valori, la dignità di tutto quel mondo dei nostri padri perchè tutto sia punto di riferimento per un futuro migliore(…)”. Brano tratto dalla prefazione del volume IL RECUPERO DELLA MEMORIA – Gli usi, i costumi e la lingua del territorio brattiroese – di Pasquale Vallone Un titolo dal significato simbolico nel quale sembra concentrarsi l’intero messaggio del libro, un sottotitolo abbastanza impegnativo e una copertina ricercata. Queste le prime tre caratteristiche che colpiscono riguardo al libro di Pasquale Vallone IL RECUPERO DELLA MEMORIA – Gli usi, i costumi e la lingua del territorio brattiroese – quasi una sorta di salvataggio della cultura di “altri tempi” di un piccolo centro (Brattirò) sulle colline di Capo Vaticano, in Calabria. Esso è una panoramica esauriente di quello che di più genuino e spontaneo ha avuto la civiltà rurale di questo territorio, cementatasi attraverso i secoli. Festività, eventi importanti, riti sacri e profani sono descritti in modo semplice e tuttavia con rigore e imparzialità. Notevole soprattutto e di gran merito (è…

Il leader politico nelle democrazie occidentali tra potere e controllo
Senza categoria / 12 Maggio 2015

“(… ) Se il potere esecutivo ha preso da tempo il posto di quello legislativo in quanto sede della decisione politica, più recentemente al suo interno è cresciuto inequivocabilmente il potere del suo capo. La centralità acquisita dal leader nei processi elettorali e governativi non appare reversibile. Il leader è arrivato fin qui per rimanerci.(…) La forza del leader e quella del suo esecutivo dovranno trovare il loro corrispettivo nella forza delle istituzioni incaricate del loro controllo. Tali istituzioni debbono consentire ai leader e agli esecutivi di governare e contemporaneamente debbono vigilare affinché la loro azione avvenga nel rispetto dei diritti dei cittadini, in particolare di quelli che non si riconoscono nella loro politica. I leader passano, la democrazia rimane. I leader possono sbagliare, la democrazia non può permettersi di farlo. Insomma, la buona democrazia abbisogna di leader (donne, e non solo uomini) che sappiano <<mettere le mani negli ingranaggi della Storia >>, come diceva Max Weber ai suoi studenti quasi un secolo fa, ma deve anche preoccuparsi che lo facciano per migliorare, e non per peggiorare, il suo procedere (…). Ecco perché è tempo di elaborare una cultura politica del governo democratico adeguata alle nuove sfide che quest’ultimo sta…

Pierluigi Tamanini e la comunità degli indie writers
Pierluigi Tamanini / 5 Maggio 2015

Pierluigi Tamanini nasce il 25 dicembre 1977 in provincia di Trento. A venticinque anni, dopo essersi laureato in ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, lascia l’italia e va all’estero. Soggiorna in Paraguay, in Spagna e in Inghilterra per lunghi stage e scambi culturali. Rientra in Italia e lavora come operaio metalmeccanico, come postino, come insegnante di materie tecniche, come architetto, come ingegnere ambientale in diversi settori(raccolta indifferenziata, indagini fogniarie, sicurezza dei cantieri). E’ stato anche archeologo e tecnico informatico, nonchè insegnante di sostegno e capotreno. A sua detta, lo svolgere tanti mestieri, le esperienze multiple e varie, non solo nei vari ambiti lavorativi, sono stati, in un certo senso, importanti, come “pozzo al quale attingere” materiale e forse anche l’ispirazione per narrare, affabulare, scrivere i suoi romanzi e i suoi saggi. La sua eccletticità sembra creargli intorno una sorta di, come dire, “attrazione fatale”, quasi un misto di curiosità e di stima, di soggezione e insieme di spontaneità confidenziale foriere di semplicità e di sobrietà. Pierluigi Tamanini vive oggi nel paesino, circondato da alte montagne, dove ha visto la luce quel lontano giorno di Natale del 1977. La conversazione che Francesca Rita Rombolà e Pierluigi Tamanini hanno condotto è nata…

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