La scrittura quale potentissimo strumento di indagine

2 Maggio 2018

Eleonora Marchetti è nata a Viterbo, il 20 agosto 1990, dove risiede. Laureata in Filologia Moderna, lavora come editor freelance. Ha conseguito un master in editoria, giornalismo e managmente culturale presso l’università La Sapienza di Roma. Dopo aver collaborato con piccoli e medi editori, ha lavorato presso la casa editrice Rizzoli(gruppo Mondadori). E’ stata redattrice esterna per service e agenzie letterarie.

Paolo Ceccarini è nato a Viterbo, il 17 settembre 1983, dove risiede. Laureato alla magistrale in comunicazione all’università della Tuscia, scrive dall’età di quattordici anni. Dopo l’esordio con una raccolta di poesie nel 2004, ha pubblicato i romanzi “Dentro Ambra”(Alter Ego, 2013)e “Sinola”(Prospero Editore, 2017). Diverse riviste e blog letterari hanno ospitato suoi racconti e articoli. Si occupa da anni di servizi per l’editoria. Dirige il blog Quasicultura.

Francesca Rita Rombolà ha conversato con loro.

D – Eleonora Marchetti e Paolo Ceccarini sono i fondatori dell’Agenzia Letteraria Fabula. Potete parlare un pò di questo progetto? Che cos’è un’agenzia letteraria e quali fini o scopi si propone, in particolare, l’ Agenzia Fabula da voi fondata?

R – Un’agenzia letteraria fornisce servizi per l’editoria, collabora con gli autori che hanno bisogno di confezionare un prodotto in grado di competere sul mercato editoriale per mezzo di un lavoro attento sul testo. Uno step fondamentale è l’intermediazione che consente all’agenzia di essere anche e soprattutto un ponte tra autore ed editore, proponendo un dattiloscritto già lavorato e potenzialmente pronto per una eventuale pubblicazione. La nostra agenzia lavora anche con gli editori fornendo un servizio di lettura esterno e di lavoro redazionale che la casa editrice non riesce a svolgere per la sua mole di lavoro quotidiano.

D – La scrittura è un qualcosa di benefico, dal punto di vista psicologico, per chi la pratica sia a livello dilettantistico sia a livello professionale?

R – La scrittura è soprattutto un mezzo per rielaborare le proprie cose, per scomporle, rimetterle insieme e creare un’organicità rispetto al disordine. Da un punto di vista psicologico scrivere ha un potere enorme perchè l’esercizio e la pratica della scrittura sono in grado di mettere in contatto con il proprio io, di farci prendere consapevolezza di noi stessi come del mondo. Insomma, la scrittura è un potentissimo strumento di indagine.

D – Scrivere una poesia, un racconto o scrivere un romanzo, quale differenza di fondo secondo il parere dei membri dell’Agenzia Letteraria Fabula?

R – Scrivere un romanzo significa innanzitutto avere una storia da raccontare, e questo non è scontato. Prima di cominciare è fondamentale sapere cosa si vuole dire, quale messaggio si vuole trasmettere e in che modo. Avere un metodo, darsi delle regole e cercare di rispettarle sono altri elementi imprescindibili se si vuole scrivere una storia. Per il racconto la questione è molto simile, se non per il fatto che si tratta di una forma breve di scrittura, ed è quindi consigliabile scegliere ciò che si ha urgenza di comunicare senza perdersi dietro all’intuizione geniale o al manierismo. Scrivere una poesia, infine, vuol dire sapersi guardare dentro, oltre che intorno, e rivelare, attraverso il particolare e l’intimità del proprio io, un significato universale. Non è necessario trattare dell’amor cortese, si può scegliere anche di parlare di una lampadina rotta: sono importanti la creatività, le immagini, le parole giuste, la capacità di creare empatia.

D – La tecnologia avanzata è un supporto o un ostacolo per la letteratura?

R – Da un punto di vista etimologico la tecnologia è volta a risolvere o comunque a migliorare, a rendere più facile.  E questo non sempre è un vantaggio. In questo caso la tecnologia ha sicuramente modificato qualcosa: tematiche, approcci, tecniche di lavorazione del testo, modi di diffusione e acquisto. Comprare un libro con un click e averlo a casa il giorno dopo è sicuramente un vantaggio per il lettore, ma per chi lavora nel campo dell’editoria un pò meno.

D – In un mondo che cambia rapidamente, la cui evoluzione sembra quasi continua e infinita, come cambiano e si evolvono l’Arte e l’artista?

R – L’ Arte si evolve con i tempi, non solo con il passare degli anni ma già con il pasare dei mesi per non dire dei giorni. La letteratura di oggi è diversa rispetto a quella di pochi mesi fa. Una tematica può diventare satura nel giro di poco tempo, e i libri possono non vendere più. L’artista, in questo senso, ha bisogno di essere dinamico e sapersi di volta in volta adeguare, reinventare soprattutto se si tratta di un emergente.

D – Cosa pensa Eleonora Marchetti e cosa Paolo Ceccarini del web quale mezzo di diffusione culturale?

R – Eleonora Marchetti – Internet è sicuramente il mezzo di diffusione di contenuti più efficace e democratico che ci sia. Sul web tutti possono usufruire di contenuti culturali ma possono anche crearne nuovi: aprire una pagina facebook, un sito web, una rivista online. In senso molto ampio internet ha un grandissimo potenziale in termini di trasmissione e scambio. D’altro canto e di conseguenza, dall’immediata disponibilità del materiale viene meno la riflessione.

Paolo Ceccarini – Il web favorisce la diffusione di materiali culturali, blog, siti consultabili gratuitamente. Il chè è una grande risorsa. Poi, però, fa da contraltare un impoverimento generale che si riscontra sui social dove i contenuti diventano estremamente semplificati. Il rischio del web e del gratuito è che esprimono opinioni anche le persone senza competenze, immettendo informazioni spesso false le quali rischiano di circolare e di influenzare la gente anche troppo.

Grazie mille

Eleonora Marchett

Paolo Ceccarini

Francesca Rita Rombolà

 

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