Il cinema e la scrittura nella vita di Chiara Ricci

8 Novembre 2019

Chiara Ricci, nel 2008, si laurea in Dams (discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) con una tesi dal titolo “Il Teatro davanti alla macchina da presa – Elementi di teatro nel cinema di Anna Magnani” da cui, l’anno seguente, nasce il libro “Anna Magnani. Vissi d’Arte vissi d’Amore” con il quale vince il Premio Internazionale Giuseppe Sciacca nella sezione “Saggistica”. Nel 2010 consegue la Laurea Magistrale con lode in “Cinema, Televisione and Promozione Multimediale” con una tesi dedicata alla prima regista donna del cinema italiano Elvira Notari, la cui riduzione è stata pubblicata negli Stati Uniti nel volume “Italian Women Filmmakers and the Gendered Screen”. Tra il 2014 e il 2018 la sua attività di scrittrice si intensifica. Pubblica: “Signore & Signori… Alberto Lionello”, “Valeria Moriconi. Femmina e donna del teatro italiano”, “Monica Vitti. Recitare è un gioco” (editi da Ag Book Publishing) e “Il cinema in penombra di Elvira Notari”(Lfa Publisher). Nell’aprile 2017 l’Università degli Studi di Roma Tre le conferisce la nomina di cultore della materia di Storia del Cinema e di Filmologia. E’ presidente dell’Associazione culturale PIAZZA NAVONA. Tiene lezioni e conferenze in Italia e all’estero riguardanti la storia del cinema e del teatro.

Francesca Rita Rombolà e Chiara Ricci conversano sul cinema, sulla scrittura, sull’Arte.

D – Essere scrittrice per Chiara Ricci.

R – Per me essere una scrittrice è una gioia immensa perché mi da la possibilità di poter raccontare, ricostruire, descrivere, inventare storie e personaggi. Occupandomi in particolar modo di storia del cinema e del teatro mi offre l’opportunità(bellissima!)di “incontrare” persone e personaggi che hanno reso grande il nostro Spettacolo e di conoscerli attraverso profonde ricerche e studi. Un viaggio in punta di piedi nelle storie e nelle vite altrui realizzato sempre con grande rispetto e onestà. E’ in questo modo, seppur restando “dietro le quinte”, che imparo tanto anche di me. Si scava e si racconta… e pensare che “da grande” avrei voluto diventare archeologa e specializzarmi in Egittologia!

D – Parla un pò del tuo libro “Anna Magnani. Vissi d’Arte vissi d’Amore”.

R – “Anna Magnani. Vissi d’arte vissi d’Amore”(edito da Edizioni Sabinae)è stato il mio primo libro. Avevo venticinque anni, e credo di essere stata la scrittrice più giovane a pubblicare un libro dedicato a questa attrice. Ho una profonda ammirazione per Anna Magnani fin dall’età di sei anni. E’ stata proprio lei a influenzare la mia carriera universitaria facendomi scegliere il Corso di Laurea in Dams(Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo)anzichè in archeologia. Ho scelto questo percorso di studi solo per poter scrivere la tesi dedicata ad Anna Magnani. E così è stato. Il libro, infatti, nasce come tesi di laurea triennale dal titolo”Il Teatro davanti alla macchina da presa – Elementi di teatro nel cinema di Anna Magnani”il cui scopo non era affatto quello di scrivere un’ulteriore biografia dell’attrice ma di raccontare il suo teatro e il suo cinema attraverso l’analisi dei testi teatrali e dei film tratti da essi(pensiamo a “La rosa tatuata”, “La carrozza d’oro”, “Assunta Spina”, “Pelle di serpente”…). Con la realizzazione di questo libro ho scoperto che i sogni si possono realizzare se davvero si crede in se stessi e se non si demorde mai. E, naturalmente, non posso non ringraziare Simone Casavecchia editore della Edizioni Sabinae che, fin da subito, ha creduto nelle mie capacità, nella mia persona e nella mia scrittura(ancora oggi, dopo dieci anni, ci ritroviamo a lavorare insieme con mio immenso piacere!).

D – Che cos’è per te il Cinema? Di sicuro ha un ruolo importante nella tua vita professionale.

R – Per me il Cinema è arte. L’ho scoperto bambina, grazie alla mia famiglia e a mia sorella con cui vedevo le comiche in bianco e nero di Stanlio e Ollio, Harold Lloyd, i film di Gloria Swanson e tutto quel meraviglioso cinema della Hollywood degli anni d’oro(fra gli anni Trenta e fine anni Cinquanta). Ho scoperto così degli attori meravigliosi: dalla già citata Gloria Swanson a Barbara Stanwyck, da Joan Crawford a Bette Davis, da Isa Miranda a Clara Calamai… giusto per citarne alcune. Ho scoperto registi, storie, attori, sceneggiatori… e da allora ho cercato di saperne sempre di più, non solo quanto riportato sui manuali di studio. Per mio piacere ho tradotto libri dall’inglese, letto biografie, visto film sia in lingua originale sia doppiati in italiano, scoprendo spesso storie tra loro molto diverse. Così, piano piano, il Cinema è diventato oggetto non solo di passione ma di studio e di lavoro… e ho continuato a scriverne. Così, dal 2009(anno di pubblicazione del mio primo libro dedicato ad Anna Magnani), ho scritto di Alberto Lionello, Valeria Moriconi, Monica Vitti, Elvira Notari(la prima regista donna italiana di cui ho pubblicato un saggio anche negli USA) e Lilla Brignone.

D – Cosa manca, secondo te, al cinema italiano o cos’ha in più che il cinema di altre nazioni non ha?

R – Di certo il cinema italiano ha una storia e dei maestri che altre cinematografie non hanno(pur avendo altri importanti esponenti). Pensiamo a Federico Fellini, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Sergio Amidei, Ettore Scola, Age Scarpelli, Luchino Visconti, Cesare Zavattini, Rodolfo Sonego, Susi Cecchi D’Amico, Mario Monicelli… e moltissimi altri. Pensiamo alla commedia all’italiana, al Neorealismo… abbiamo una vera scuola di cinema alle nostre spalle che ha contribuito a renderci unici agli occhi del mondo. Ancora oggi ne viviamo di rendita, potremmo dire. Ma non basta. Oggi mancano le idee nella maggior parte dei casi. Manca la scrittura, molto spesso. Mancano degli attori versatili… Non dico che non ce ne siano di bravi, mi guardo bene dal dirlo e non sarebbe vero, non sarei onesta. Ma sono pochi. E il nostro cinema, quello che ha fatto conoscere l’Italia e la nostra storia, le nostre maschere, i nostri antieroi… merita molto di più. C’è ancora tanto da raccontare.

D – Chiara, sei presidente dell’Associazione culturale PIAZZA NAVONA. Di che cosa si tratta?

R – L’Associazione culturale PIAZZA NAVONA nasce nel febbraio 2018 come spin – off della Rubrica on line omonima nata nel gennaio dello stesso anno. L’intento che accomuna i due progetti è il medesimo: la diffusione e la condivisione della cultura in ogni sua forma. Nella Rubrica on line consultabile accedendo al sito www.riccichiara.com. Infatti, sono riportate le interviste ai massimi esponenti della cultura italiana e internazionale passando dalla musica alla fotografia, dalla letteratura allo sport al mondo dell’Arte.(John Densmore, Gene Schiavone, il professor Francesco Sabatini, Lorenzo Quinn, Steve Barry , Vincenzo Nibali, Tania Cagnotto, Antonietta di Martino, Carlo Pignatelli…). Inoltre, si scrive di conferenze e anteprime stampa, di mostre e film sul territorio nazionale(in particolar modo nella Capitale). E’ da tutto questo che nasce l’Associazione culturale PIAZZA NAVONA impegnata nell’organizzazione del Premio Letterario Nazionale “EquiLibri”, presentazioni di libri, mostre, esposizioni, incontri, conferenze sparsi sul territorio nazionale. Inoltre, si sta lavorando con successo per instaurare e realizzare una fitta e salda rete di collaborazioni – attiva in tutta Italia – con enti culturali, biblioteche, librerie, case editrici, musei privati, strutture alberghiere per agevolare la presenza degli interessati. Inoltre, l’Associazione vanta tra i soci onorari la campionessa olimpica Antonietta di Martino, Steve Hackett, membro della leggendaria band dei Genesis, Mark King, bassista e fondatore del gruppo musicale Level 42, Patrizia Mavilla, responsabile della Fondazione Simonetta Puccini, e il regista e scrittore Italo Moscati. Chiunque desideri associarsi e/o saperne di più ed entrare a far parte di questa rete culturale scriva pure a piazzanavona2018@libero.it. Sarà certamente il benvenuto.

D – Il tuo parere sulla letteratura in generale e sulla poesia in particolare.

R – Amo leggere. Questo va detto. E, in quanto scrittrice, leggere è un’ottima “palestra”. Voglio dire, è come se chi suona uno strumento non si esercitasse ad ascoltare musica o a leggere gli spartiti. In tal modo si conoscono, si scoprono e si impara ad amare nuovi stili, nuove parole, nuovi racconti, nuovi mondi… E’ una scoperta continua. Ed è meraviglioso. E i generi sono innumerevoli, c’è n’è per tutti. Saggistica, romanzi, fumetti, graphic novel. Ogni libro è un universo da scoprire, si deve “solo” avere la disponibilità e l’umiltà di avvicinarsi a questi nuovi mondi e di ammettere che esistono coloro che sanno crearne di veramente splendidi. Io ho un debole per la letteratura russa e francese, adoro Dostojevskij e Dumas padre(come non amare “Il conte di Montecristo”? La summa dell’essere umano e delle sue debolezze nonché delle sue forze), Sandor Marai, Jorge Amado, Garcia Marquez… classici ma non troppo. La Poesia, invece, credo sia un mondo a parte purtroppo molto spesso ritenuto d’élite o messo in secondo piano. Credo sia un errore… uno scrittore è tale sia quando compone versi sia quando crea storie e personaggi. Tengo a sottolineare anche questo: in quanto ideatrice e organizzatrice del Premio Nazionale “EquiLibri”, il cui bando si è chiuso lo scorso 31 ottobre, ho avuto l’opportunità e l’onore di conoscere molti autori e i loro libri. Molti di loro sono agli esordi, si autopubblicano… beh, devo dire che abbiamo dei talenti eccezionali nel nostro Paese, anche se i loro nomi e le copertine dei loro libri non li vediamo comparire in grassetto e in evidenza su riviste e giornali blasonati. Anche di questo è giusto tener conto. I talenti, per fortuna, esistono. E mi sento fortunata e, ripeto, onorata di averli incontrati nel mio cammino.

Francesca Rita Rombolà

Chiara Ricci

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