Tullio De Piscopo: i cinquant’anni di carriera musicale di un grande percussionista

4 Febbraio 2016

tulliodepiscopo50Tullio De Piscopo nasce a Napoli il 24 febbraio 1946. Batterista, cantautore e percussionista è fra i drummer italiani più noti e apprezzati  nel panorama internazionale. La sua carriera musicale si contraddistingue per le numerose e prestigiose collaborazioni con grandi nomi sia stranieri come Gerry Mulligan, Billy Cobham, Astor Piazzolla sia italiani quali Giorgio Gaber, Mina, Adriano Celentano, Lucio Dalla, Franco Battiato, Fabrizio De Andrè. Con Pino Daniele incide “Vai mo” e “Bella ‘mbriana” Realizza diversi tour con Tony Esposito, James Senese, Rino Zugolo, Joe Amoruso. Tullio De Piscopo è anche autore di colonne sonore di film famosi tra le quali “Razza selvaggia” di Pasquale Squitieri, “mi manda picone” di Nanni Loy, “Naso di cane” ancora di Pasquale Squitieri e “32 dicembre” di Luciano De Crescenzo, e di sigle TV quali “Gabbie” per Sereno Variabile e “Tutto lo stadio” per Domenica Sprint. Come cantante ottiene grande successo con “Andamento lento” – brano con il quale partecipa a Sanremo 1988 e che rimane in vetta alle classifiche per ben sette mesi – “Stop Bajon”(1988), “Jastaò”(1990) e “Qui gatta ci cova” (Sanremo 1993). I suoi pezzi sono apprezzati per le sonorità jazz-pop talvolta con venature africane come in “Radio Africa” incisa con Mory Cantè, che contiene anche un curioso campionamento di una celebre frase di Totò “Ammesso e non concesso”. Nel 2010, esce il singolo di successo “conza Milonga”, seguito dal doppio CD “Questa è la storia”. Si dedica molto all’insegnamento della batteria e tiene lezioni di questo strumento presso la Nuova Accademia di Musica Moderna a Milano.

Francesca Rita Rombolà ha avuto, con Tullio De Piscopo, una vivace conversazione telefonica che ha trascritto per poesiaeletteratura.it.

Grazie, Tullio De Piscopo, per aver accettato di conversare con Francesca Rita Rombolà

D – Tullio De Piscopo batterista fra i migliori di tutti i tempi, vera icona delle percussioni. Quale il rapporto, diciamo fin da piccolo, di Tullio De Piscopo con la Batteria? E’ forse simile a quello che lo scrittore e il poeta hanno con la penna e con la carta?

R – Un rapporto davvero speciale, eccezionale, particolare perché è come se fossi nato proprio con il ritmo nel DNA. Forse, credo, che mi sia stato trasmesso da mio padre e da mio fratello maggiore Romeo. Sono stato un “percussionista”, diciamo, nato. Per me è stata una vocazione o un destino. Non avrebbe potuto essere diversamente. Sì, sicuramente il mio rapporto con la batteria è sempre stato quello che lo scrittore e il poeta hanno con la carta e con la penna: intenso, passionale, profondo.

D – Tullio, lei ha suonato, arrangiato, composto musica insieme ai più grandi musicisti del mondo. C’è un ricordo particolare di qualcuno di loro che le piace rinvangare?

R – Ve ne sono tanti perché ho suonato davvero con tanti musicisti italiani e stranieri. Ma, in particolar modo, ho ricordi molto belli e personali di Pino Daniele e di Astor Piazzolla. Con Astor Piazzolla abbiamo realizzato, insieme, “Liber tango”, un’esperienza della quale conservo ancora un ricordo sempre vivo e toccante.

D – Dove va la musica nel ventunesimo secolo in Italia e nel mondo?

R – Mah, la musica oggi, secondo me, non vive un momento particolarmente felice né in Italia né nel resto del mondo. Forse tutta questa tecnologia non le ha giovato molto. Negli anni e nei decenni passati si suonava nelle balere e nei vari locali dove si ballava e si cantava. Pino Daniele ed io abbiamo iniziato così nei vari locali di Napoli. Il contatto diretto con le persone, l’impatto con l’ascolto era sempre emozionante  e gratificante sia per il musicista che per l’ascoltatore. Adesso questo contatto diretto non esiste più, come non esistono più le balere e i vari locali dove si suonava dal vivo. La realtà virtuale ha un po’ assorbito tutto, forse anche il cuore e l’anima della musica.

D – Cosa vuole esprimere e qual è il messaggio diretto del suo ultimo album “50. Musica senza padrone – 1965/2015” pubblicato in occasione dei cinquant’anni di carriera musicale?

R – “50. Musica senza padrone – 1965/2015″è una raccolta di brani composta da ben tre CD. Un disco uscito in occasione dei miei cinquant’anni di carriera musicale. In un certo senso raccoglie il meglio della mia produzione artistica, le molte collaborazioni con artisti importanti, davvero il meglio di tutto quello che ho realizzato in così tanti anni, con in più alcuni brani inediti scritti e composti di recente. Quel che il disco esprime è ancora una volta la forte passione e il sentimento profondo che ho sempre avuto per la musica in sè, per il ritmo in particolare. Il messaggio di questo triplo CD è diretto innanzitutto ai giovani di oggi, a chi ascolta musica e a chi vuole fare musica. Non hanno molta possibilità, a mio parere, i giovani oggi di farsi ascoltare e di emergere per il loro talento. Ma l’importante è che non perdano se stessi, il proprio cuore, la propria anima in una società lacerata da conflitti, enormi problemi e tante contraddizioni. “Canto d’Oriente”, il secondo singolo di questo album, reca un messaggio diretto per chiunque lo ascolti poiché affronta i temi dell’emergenza dei popoli in fuga da terre provate dalle guerre, dai genocidi e dalla difficile integrazione razziale ed etnica.

D – Qualcosa della sua città, Napoli, delle sue speranze e delle sue passioni, della sua squadra di calcio che quest’anno sembra davvero forte in campionato.

R – Per quanto riguarda la squadra di calcio, il Napoli è ritornato davvero grande dopo tanti anni. Un vero onore e motivo di orgoglio per la città, per i suoi abitanti e per quanti lo seguono con passione. Potrebbe vincere lo scudetto quest’anno… ma, per scaramanzia, non diciamo nulla. La città di Napoli è unica al mondo, e non lo dico soltanto perché sono un napoletano verace. Una città uguale a Napoli non è mai esistita e non esiterà mai. Napoli è un microcosmo nel macrocosmo che si chiama Italia. Un mondo a sè del tutto speciale da millenni. Napoli è Napoli, e basta solo il nome ad evocare subito il suo universo brulicante di vita. Oltre alla sua posizione geografica (il Vesuvio, i Campi Flegrei, la costa e tutto il resto) sono l’incanto e la magia dei suoi quartieri, delle sue viuzze, dei suoi angoli e vicoli che colpiscono. E la gente poi, i napoletani hanno un calore e una passione verso tutto e tutti e sanno trasmetterli a chiunque. Anche nel dolore e nei momenti più tragici della vita e della storia i napoletani sanno sorridere e trarre la forza e il coraggio di superare ogni cosa e di andare avanti. Sono stato a New York, a Parigi, a Londra e in altre città famose del pianeta, ma in nessuna città ho mai respirato l’atmosfera che si respira a Napoli. Pino Daniele e io dicevamo sempre che un napoletano, anche se famoso nel mondo, prima o poi deve ritornare a Napoli e immergersi ancora nella sua atmosfera ricca di umanità e di spontaneità. E poi la pizza, come la fanno a Napoli non la fanno in nessuna, proprio in nessun’ altra parte dell’intero mondo…

Gli auguri più sinceri per i suoi cinquant’anni di musica e di percussioni da parte del blog poesiaeletteratura.it.

Francesca Rita Rombolà

Tullio De Piscopo

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