La fine del tredicesimo anno del terzo millennio

31 Dicembre 2013

FRANCESCA  RITA  ROMBOLA’ ( Brattirò, VV )

QUANDO

Quando muore ai margini del villaggio africano

per la fame un bimbo.

Quando muore sulla panchina di un parco o di una piazza

per il freddo un uomo giovane o un vecchio.

Quando muore una donna sul ciglio della strada

per le percosse subite

per lo stupro patito

per la violenza silenziosa e oscura

dentro le mura di casa.

Quando muore un gatto maciullato sull’asfalto

e un cane abbandonato ovunque e dapertutto.

Quando la furia dell’acqua e la forza del vento

la potenza del fuoco e l’energia della terra

trascinano e distruggono

devastano e trasformano

può il poeta non prendere in mano

la sua cetra e non trasfigurare

il suo lamento in canto?

Può in momenti disperati e in giorni di dolore

la Poesia non dispiegare la sua vera essenza

per donare a chiunque e a ciascuno

il proprio posto nella memoria per l’Eternità?

download (1)E’ trascorso anche il tredicesimo anno del terzo millennio. Come sempre accade, durante quest’anno sono successe molte cose: avvenimenti gioiosi ed esaltanti insieme ad avvenimenti tristi e luttuosi. Fra i molti, appartenenti a questi ultimi, vorrei ricordare l’alluvione che il 18 novembre scorso ha colpito la Sardegna, causando la morte di diciotto persone e portando distruzione soprattutto nella zona di Olbia.

L’Associazione Culturale “TraccePerLaMeta” ha voluto farsi portavoce di un’iniziativa piuttosto singolare per dare un aiuto dal punto di vista umano, spirituale e anche economico alle popolazioni e al territorio sconvolti dalla furia degli elementi. E’ nato così il progetto, alla fine dell’anno, in corsa contro il tempo, TUTTI SIAMO L’ISOLA – Emergenza Sardegna – un libro, o meglio, un’antologia poetica a favore delle zone interessate dalla catastrofe.

In che cosa consiste questo progetto? Riporto alcune frasi al riguardo tratte dalla nota introduttiva all’inizio del libro scritte da Anna Maria Folchini Stabile, presidente dell’Associazione Culturale “TraccePerLaMeta”: <<(…) Abbiamo pensato di dare vita a un libro che raccolga e diffonda emozioni, sensazioni, affettività. Non è stato sfoggio di vanagloria, ma è stato come dire: ci siamo, siamo qui, siamo presenti e vi regaliamo un po’ di noi nel modo in cui siamo capaci di essere >>. Ecco, nel modo in cui siamo capaci di essere; perché ogni poeta che ha risposto all’appello via web scrivendo una poesia ha donato, o almeno ha tentato di donare, un qualcosa di sé (anche una piccolissima parte) che nasce, profondo e spontaneo, dal proprio essere, per non dimenticare, per ricordare, per farne memoria nel tempo (soprattutto per tutto ciò).

Lo scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio conclude così la prefazione dell’antologia poetica: <<Ognuno ha una sua missione nel suo percorso sulla Terra, che non necessariamente corrisponde al suo lavoro o alle sue inclinazioni. Sta al poeta sensibile, a quell’anima debole, ma curiosa, alla sua indole di indagatore delle coscienze, prendere atto che l’unione è fondamentale nel tentativo di combattere un dolore che è e resterà di tutti>>.

Per quel che concerne la poesia di Francesca  Rita  Rombolà, dal titolo QUANDO, su riportata e facente parte dell’antologia, in questo preciso momento, mi sento di dire soltanto: auguriamoci che nulla accada più, durante il nuovo anno ormai imminente, di tutto quello che i suoi versi riportano, affabulano, percepiscono, sentono con dolore e trasporto ma con precisa e coraggiosa lucidità. Il poeta Rainer Maria Rilke ha sempre ribadito che, compito del poeta, è il trasfigurare ogni cosa in canto (anche le brutture, le sciagure, i pianti, i lamenti) perché, in fondo, soltanto lui, conoscendo “dal di dentro” il mistero e la sacralità della Poesia e del poetare, è in grado di farlo… E il suo canto, allora, accompagnato dalla sua cetra, diventa magico strumento che solleva il mondo e l’uomo dalle proprie miserie facendogli dono di quel che non è nella dimensione temporale e nella temporalità si inoltra senza esserne sfiorato.

Francesca  Rita  Rombolà

Un commento

  • Katia Debora 2 Gennaio 2014a19:38

    Felice di aver partecipato con tante altre penne sensibili a un’operazione di profonda intima solidarietà. Mi sento di ringraziare tutti da parte della mia terra, spesso ferita in molti modi.

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