Il vissuto degli anni Ottanta tra felicità e concretezza

3 Aprile 2014

Copertina-80-rid-1Cosa, in fondo, si riesce a cogliere e a trattenere di certi momenti, di certi giorni, di certe stagioni e di certi anni? Il vissuto forse, quel vissuto semplice, spontaneo, fatto di cose genuine realizzate col cuore e che vanno dritte al cuore. Ho appena finito di leggere (tutto d’un fiato perché la sua lettura mi ha appassionato) il libro INTORNO AGLI ANNI OTTANTA – Zambrone. Storie di una comunità – a cura di Corrado Antonio L’Andolina e molteplici, contrastanti, a tratti indefinibili sono i sentimenti ma innanzi tutto le emozioni che mi ha suscitato questa lettura.

Per cominciare direi un senso di coinvolgimento e una forte empatia in quanto gli anni Ottanta del secolo scorso sono stati anni particolari, per non dire speciali, e positivi ovunque e per tutti e poi un qualcosa di profondo e di intenso, più che il ricordo quasi una sensazione fisica che, ad occhi chiusi, ti riporta “davvero” a sentire i suoni, gli odori, le voci, le presenze, l’allegria, l’entusiasmo, la voglia di fare, di guardare avanti e di vivere pienamente delle presenze, o piuttosto delle persone in carne ed ossa, che hanno riempito e animato quegli anni formidabili.

Come Corrado Antonio L’Andolina percepisco anch’io, a tratti, una nostalgia un po’ cocente e a volte piena di languore tanto da “strapparti l’anima” per attimi e giorni che non ritornano, che non torneranno mai più pur sapendo che la direzione della freccia del tempo va sempre in avanti e mai in un altro verso.

Non è sufficiente dire che certe descrizioni commuovono (come, ad esempio, quella dei vari personaggi della piccola comunità con le loro attività, il loro da farsi, il loro lavoro). Non è nemmeno sufficiente dire che il racconto si fa vibrante, con echi storici e letterari piacevoli e soft (altro esempio il racconto sulla discoteca BLUE INN, vero e proprio fenomeno – avvenimento quale richiamo turistico di alto livello, o quello della creazione, quasi dal nulla, dell’emittente radio VIP RADIO che ha significato tanto e molto per i giovani del luogo).

No, non è sufficiente, perchè la penna non può mai rendere ciò che si prova, si sente, pungola o colpisce in pieno la psiche. Sarebbe più giusto tentare di “gustare”, appieno e in silenzio, ciò che man mano affiora dai ricordi da mescolare al proprio e all’altrui.

Corrado L'Andolina

Corrado L’Andolina

La prosa di Corrado Antonio L’Andolina è sempre fluida, che scorre con ritmo, buon dosaggio e una palese armoniosità; e non si ferma mai alla superficie ma, con l’immancabile nota critica, cerca di capire e far capire, di porsi delle domande e di rispondervi, di rendere intellegibile il perché e il per come di ciascuna cosa e di ognuno.

Il forte legame che egli ha avuto e mantiene con la propria terra gli rendono di sicuro onore in un contesto socio – politico – culturale ormai mutato, spento e che sembra senza speranza.

Una menzione del tutto singolare va alla copertina del libro resa vivace, variegata e moderna, ma soprattutto in linea col contenuto da una serie di piccoli flashes o skatches colorati e vivi come murales che sanno ben trasmettere, anche visivamente, al lettore quale è realmente stata l’atmosfera e la vita quotidiana negli anni Ottanta del ventesimo secolo.

Un’ultima cosa: la citazione di Corrado Antonio L’Andolina, alla fine del libro, del racconto LA CAMICIA DELLA FELICITA’ dello scrittore russo Lev Tolstoj; brillante e, al tempo stesso, commovente, che, con le ultimissime parole dell’autore riassume lo spirito de INTORNO AGLI ANNI OTTANTA – Zambrone. Storie di una comunità – “Durante gli anni Ottanta, nella casa dei nonni io ho indossato La camicia della felicità”.

Francesca  Rita  Rombolà

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