Musica e Poesia nel primo scorcio del ventunesimo secolo

18 Maggio 2015

SANGIORGIIl Mei, storico meeting delle etichette indipendenti, è un punto di riferimento importante, in Italia, per gli artisti indipendenti, per gli artisti emergenti e per tutti i giovani che amano la musica e fanno musica per passione e perché il loro talento li spinge ad intraprendere un percorso musicale di vita. Il Mei è diventato oggi un simbolo di salvaguardia e di garanzia per una realtà musicale spesso difficile, soggetta a dure leggi di mercato e a speculazioni di ogni tipo che poco o niente hanno a che vedere con la promozione e la diffusione dell’Arte.

Francesca Rita Rombolà ha conversato con Giordano Sangiorgi, patron del Mei, sullo stato attuale della musica e dell’Arte in generale in Italia.

D – Giordano Sangiorgi, il Mei quest’anno compie i venti anni di attività, vero? Un bilancio, in sintesi, di questi venti anni a contatto con la musica.

R – Un bilancio straordinario: cinquecentomila presenze, diecimila artisti e band, diecimila espositori, migliaia di incontri, convegni e showcase, centinaia di operatori stranieri, un grande riconoscimento al mondo degli indipendenti anche in termini di diritti e tante giovani produzioni lanciate sul mercato culturale della musica grazie alla piattaforma del Mei. Insomma, un bilancio veramente positivo, pur con tutte le difficoltà, note a tutti, che vi sono ad organizzare una vera e propria “Woodstock della Nuova Musica” in Italia.

D – So che, da poco, è stato nominato presidente della Siae Filippo Sugar, che sembra disposto ad avviare un dialogo e una collaborazione importanti con il Mei. Cambierà qualcosa per i giovani, spesso di talento ma sconosciuti, nel panorama musicale italiano?

R – E’ stata un’apertura importante quella che ha fatto il neo – presidente designato della Siae Filippo Sugar appena indicato segnalando il Mei come suo interlocutore. Ora abbiamo già ottenuto le iscrizioni gratuite per i giovani autori e i giovani editori under trenta e per le sturt up editoriali che rappresentano, da parte della Siae, un sostegno concreto ai giovani nel mercato della musica grazie alle indicazioni del nuovo vertice. Abbiamo ottenuto sgravi per il Record Store Day, che hanno permesso benefici a tutta la filiera, e stiamo lavorando a sgravi per la prossima Festa della Musica insieme alla Siae. Sono i primi segnali positivi che ci auguriamo possano proseguire dando responsabilità dirette al nostro mondo su tali temi e sostenendo concretamente le attività per i giovani e per gli emergenti, i quali saranno così i primi tutori del diritto d’autore: la vera e propria “paga” per chi crea la nuova musica, per trovarsi sempre più preparati al prossimo mercato unico digitale e del diritto d’autore a livello europeo.

D – Nei mesi scorsi il Mei (come riportato anche da www.poesiaeletteratura.it) è stato al Senato della Repubblica, a Roma, per una tavola rotonda sui problemi odierni e le aspettative per il futuro della musica nel nostro paese. Come è andato l’incontro e quali, in concreto, i nuovi progetti di cambiamento da realizzare?

R – E’ andato straordinariamente bene. La Commissione Cultura e Istruzione del Senato, grazie al lavoro della senatrice Elena Ferrara, affiancata dal senatore Stefano Collina, e da tanti altri parlamentari attenti e sensibili, ha rilasciato, proprio in questi giorni, una Risoluzione sull’Affare Musica, votata all’unanimità, che è il primo documento ufficiale di questo nuovo Parlamento su tale settore il quale ha inserito tutte le richieste a tutela e sviluppo della musica made in Italy indipendente ed emergente. Il 23 giugno ci rivedremo, sempre al Senato, per fare il punto e seguire i prossimi step per il raggiungimento di obiettivi concreti.

D – In un mondo sempre più globalizzato, pieno di rischi e di paure di ogni genere, è ancora importante la musica, la sua diffusione, il suo ruolo tutto particolare di essere arte e di fare arte?

R – La sua importanza è clamorosamente aumentata. Non c’è atto della vita quotidiana di ognuno di noi che oramai non sia accompagnato dalla musica nelle sue diverse forme e declinazioni. E’ quindi alla base della vita di tutti gli uomini insieme a tanti altri elementi essenziali. Vi è da dire, purtroppo, che a questo aumento esponenziale di diffusione corrisponde, al contrario, la diminuzione del valore economico della musica a causa della globalizzazione, dell’innovazione e della crisi la quale sta mettendo a grande rischio il futuro della creatività musicale per le giovani generazioni. E’ necessario invertire questa tendenza ridistribuendo le ricche risorse presenti nel settore, che oggi sono più a favore delle piattaforme monopoliste di distribuzione on-line che della filiera degli artisti e dei creatori di contenuti. Servono una legge anti-trust, più concorrenza e progetti italiani ed europei in tali segmenti innovativi.

D – Cosa si aspettano i giovani di questo primo scorcio di ventunesimo secolo dalla musica in genere e dal suo ascolto?

R – L’esplosione del rap fa capire come vi sia la grande necessità di testi e messaggi espliciti di importante contenuto sociale, politico e culturale, pur nelle diverse declinazioni dei diversi mondi dell’hip hop che sono davvero ben diversi l’uno dall’altro. Questo mi sembra il fenomeno di massa più clamoroso legato al fare musica e all’ascolto delle generazioni 2.0 della musica del nostro paese. Oggi, nei fatti, i rapper sono i nuovi cantastorie e i nuovi cantautori.

D – Musica e Poesia possono dare sempre speranza, amore verso il Bello e gioia all’umanità?

R – Viviamo in un periodo di rei al contrario di Grande Bruttezza causato, purtroppo, da una crisi economica irreversibile del mondo occidentale, che ci vede in prima linea nel declino. L’inversione di rotta avverrà quando il nostro paese si dedicherà tutto realmente alla Bellezza e investirà nel patrimonio culturale e turistico, non delocalizzabile, dell’Italia comprese le arti come la Musica e la Poesia facendo, così, dell’Italia anche uno dei paesi insieme più ricchi e più felici del mondo. Ma è un percorso difficile che, purtroppo, pochi comprendono ancora impegnati come sono a pensare di creare risorse attraverso sistemi del secolo scorso, che non funzionano più nel mercato globale dove si vince solo con identità di eccellenza e innovazione.

Grazie, Giordano Sangiorgi

Francesca Rita Rombolà

Giordano Sangiorgi

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