La differenza tra la società aperta e la società chiusa

16 Giugno 2015

images“(…) Mentre l’olismo di Platone era strettamente connesso con il collettivismo tribale delle età precedenti, con il mito dello stato dell’età dell’oro che non conosceva cambiamento alcuno, per cui il suo sogno era di restaurare un’età il più possibile vicina a quella, l’olismo di Marx era invece lanciato verso il futuro: il cambiamento totale non avrebbe dovuto restaurare una società modello su quella antica, su quella originaria, ma crearne una completamente nuova senza quelle contraddizioni interne che già Platone aveva individuate come causa della degenerazione (…)”.

Brano tratto da POPPER E LA SOCIETA’ APERTA di Girolamo Cotroneo

Questo brano per introdurre una breve riflessione sulla differenza tra la “società aperta” e la “società chiusa” delle quali il libro di Girolamo Cotroneo tratta diffusamente.

Una società aperta, cioè liberale, democratica che ha a cuore la dignità umana della persona e il benessere di ogni cittadino e una società chiusa ossia anti-liberale e anti-democratica che non ha nessun rispetto della vita umana e non si cura del benessere di ciascun uomo o donna visti come sudditi e non come cittadini; è questa, in sostanza, l’antitesi di una scelta decisa e radicale che si oppone all’altra. Resta da stabilire, in definitiva, quali sono i benefici e i vantaggi e quali gli svantaggi e le conseguenze negative della scelta di una delle due.

Si potrebbe subito dire, senza riserve, che è preferibile una società aperta a una società chiusa. Chiunque farebbe questa scelta, senza nemmeno porsi il problema o scrivere e dissertare intorno alla cosa. Sembra del tutto scontato e ovvio.

Ma, in realtà, non è così e non è così semplice la questione se si tentasse di approfondirla. La scelta di una società aperta è sempre suscettibile di chi ha una “mente aperta” per poterlo capire e fare, liberamente e a tal proposito, questo tipo di scelta. Chi sceglie o simpatizza per una società chiusa non può che avere una “mente chiusa”, diffidente, dogmatica e restrittiva in ogni campo dell’esistenza: dal pensare all’agire, dal rapportarsi agli altri come fin’anche nel modo di odiare o di amare.

Dire, a questo punto, chi sia “peggiore” o “migliore” in una possibile empasse di mentalità a confronto non è giudizio o pregiudizio pertinente (l’astenersi dal formularne qualcuno è comunque indice di mente aperta).

Il filosofo Girolamo Cotroneo conclude il suo libro con la netta convinzione che la società aperta è, senza ombra di dubbio, migliore e soprattutto preferibile alla società chiusa. Pensatori, politici e utopisti come Platone e Carl Marx si sono volti: il primo ad un passato mitico, meraviglioso e paradisiaco, per individuare la società perfetta del presente; il secondo ad un tempo ancora da venire, cioè un futuro forse prossimo, forse remoto nel quale una società senza più classi e senza il peso del fattore economico gravante sulle “spalle e la mente” dell’uomo dovrebbe riportare il mondo ad una nuova era di felicità senza fine.

Forse, entrambe le concezioni saranno destinate a rimanere per sempre pura utopia… ma una “mente aperta” che vive in una “società aperta” sa accettare e trasformare in beneficio anche questo.

Francesca Rita Rombolà

Nessun commento

Lascia un commento

Poesiaeletteratura.it is Spam proof, with hiddy