Piera Rossotti Pogliano. Poesia è sinonimo di sensibilità e amore per la “materia prima” che è la lingua

10 Dicembre 2019

Piera Rossotti Pogliano è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne (con lingua principale francese) e in Comunicazione Interculturale a indirizzo storico contemporaneo. Per tre anni accademici ha insegnato italiano presso l’Institut de Philologie Romane dell’Università di Liegi (Belgio) ed è stata prima assistente alla cattedra di Storia della Lingua Italiana. Tornata in Italia, ha insegnato in ruolo nella scuola secondaria terminando la carriera presso la Scuola Internazionale Europea “Altiero Spinelli” di Torino. Ha, inoltre, collaborato con svariate case editrici, corretto bozze, analizzato manoscritti, fatto ghostwriting… Insomma, ha imparato il mestiere. La sua attività nel mondo dei libri inizia alla fine degli anni ’90 del secolo scorso con la fondazione, insieme a Maurizio J. Bruno, del sito internet “il Rifugio degli Esordienti”seguito, qualche anno più tardi, da DANAE (Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti), un distributore per il quale selezionavano i libri, sia sulla base del contenuto, sia sotto l’aspetto merceologico e il rapporto Qualità/prezzo. Nel 2000 il suo romanzo “Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour”è stato finalista al premio “Italo Calvino” e al “Prix du Premier Roman” di Chambéry ed è stato pubblicato subito dopo da Edizioni Angolo Manzoni, Torino. Nel 2011 è stato ripubblicato in traduzione francese dalle Editions Altal(Journal intime de Philippine de Sales, marquise de Cavour). Ha curato, per “Il Rifugio degli Esordienti”, tre antologie di racconti di autori esordienti: “R@cconti senza rete”, a cura di Piera Rossotti Pogliano, Michele Di Salvo Editore, 2000; “Oltrel@rete”, a cura di Piera Rossotti Pogliano, Roma, Proposte Editoriali,2002; “Ventid@lla rete”, a cura di Piera Rossotti Pogliano, Perugia, Graphe.it Edizioni, 2006. Sue altre pubblicazioni: “Il ventre pieno di farfalle”, romanzo; “Il filo d’inchiostro” in collaborazione con Maurizio J. Bruno, manuale dedicato agli editori esordienti;”La bella Capiera e altre donne sole o maleaccompagnate nella Torino napoleonica”, racconti derivati da ricerche all’Archivio di Stato di Torino;”Filippina va in città”; con lo pseudonimo di Virginia Sandry “Le ricette che danno del lei (e usano il congiuntivo)”; con lo pseudonimo di Lorena Santi “La scala di seta”; e poi ha ancora pubblicato diversi altri racconti e articoli, nonchè una serie di romanzetti rosa(sotto pseudonimo, che non rivelerà). Nel 2011 Piera Rossotti fonda la casa editrice Edizioni Esordienti E-book, dedicata agli autori “non ancora famosi ma meritevoli di diventarlo”. All’inizio la casa editrice pubblica solamente e-book ma, ben presto, affianca anche le edizioni cartacee con le quali partecipa ogni anno al Salone del Libro di Torino. Nell’estate 2019 cambia la ragione sociale, e la casa editrice diventa “Edizioni Tripla E”. Ha un sito internet, www.edizionitriplaee.it. Sul suo canale youtube Piera Rossotti ha pubblicato un centinaio di lezioni di scrittura creativa, numerosi video dedicati alla poesia e consigli per gli esordienti: https://www.youtube.com/channel/UCbrNKDSs9eEtNQnFYKATozA.

Francesca Rita Rombolà e Piera Rossotti hanno conversato un po’ di libri, un po’ di letteratura, un po’ di poesia.

D – Cosa ha significato, Per Piera Rossotti, fondare una casa editrice per scrittori esordienti.

R – E’ stata la naturale conseguenza della mia attività con “Il Rifugio degli Esordienti” e poi DANAE , che è distributore selettivo. La linea che seguivamo con DANAE era quella di selezionare le pubblicazioni di “autori non ancora famosi ma meritevoli di diventarlo”, e il Rifugio forniva tante informazioni agli aspiranti scrittori che, alla fine degli anni ’90, non era così semplice trovare in internet. Io mi dedicavo, in particolare, a un servizio denominato “lettura incrociata”: gli autori ci mandavano le loro opere e, a vicenda, in modo anonimo, io le facevo leggere e commentare da altri autori. Erano commenti sinceri, di sconosciuti; io mi limitavo in genere a “filtrarli” perché non fossero mai offensivi. Era un servizio completamente gratuito, e molti autori ne hanno tratto grande beneficio. Scegliendo tra i racconti che ci sono pervenuti, abbiamo anche pubblicato tre antologie che ho curato io stessa. Per tornare alla mia CE, la sua filosofia è quella di DANAE: desidero dare visibilità agli autori sconosciuti ma bravi. E sono fiera di affermare che molti dei libri che ho pubblicato non sfigurerebbero nei cataloghi di CE più importanti… anzi, purtroppo qualche buon autore me l’hanno già “scippato”… Sono contenta per loro, un po’ meno per me.

D – Vuoi parlare un pò, Piera, dei tuoi libri?

R – Sono sempre stata una lettrice compulsiva fin da bambina, ma ho scritto in passato solo qualche racconto. A cinquant’anni ho deciso di prendere una seconda laurea in Storia, e mi sono messa a studiare il Risorgimento. E’ così che, tra le mie letture cavouriane, è spuntata la figura di Filippina de Sales, la nonna paterna di Cavour, che continuava a svegliarmi di notte per “parlarmi”. Ho dovuto darle voce, ed è stato il mio primo romanzo “Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour”(la seconda laurea ha dovuto aspettare qualche anno, è poi arrivata nel 2004). Il romanzo è stato finalista al premio “Calvino e al “Prix du Premier Roman” di Chambéry, ed è stato pubblicato, in prima battuta, dall’Angolo Manzoni; l’anno successivo ha avuto il premio “Alle nostre radici”. E’ un libro che mi ha dato molte soddisfazioni, è stato tradotto anche in francese e ho fatto una cinquantina di presentazioni di cui una decina in Francia. Amo il romanzo storico e lavoro moltissimo alla documentazione cercando però di andare oltre, di vedere la storia attraverso gli occhi dei personaggi per renderla, come dice Marguerite Yourcenar, “presa di possesso di un mondo interiore”. Successivamente ho scritto un romanzo epistolare tutto al femminile, sempre ambientato nel periodo risorgimentale,”Il ventre pieno di farfalle”, e poi, frutto di ricerca all’Archivio di Stato di Torino, “La bella Capiera e altre donne sole o maleaccompagnate nella Torino napoleonica”. Questa “bella cappellaia” era in realtà una prostituta, di cui si parla in molti libri di storia torinese, ghigliottinata nel periodo dell’impero napoleonico, ma nessuno sapeva esattamente quando e perché. Non è stato semplicissimo, ma ho trovato negli archivi gli atti processuali e il verbale di esecuzione e, durante queste ricerche, ho letto tante altre storie di donne ed è venuto fuori un libro di racconti. Poi, nel corso degli anni, ho scritto diversi romanzetti pubblicati con pseudonimi ma non vale la pena parlarne, sono prodotti di consumo. Adesso mi dedico alla pubblicazione dei libri di altri autori. Purtroppo non ho più tempo per scrivere.

D – E il tuo canale youtube?

R – Il canale youtube è il mio modo per far conoscere la CE, sia attraverso video di informazioni per gli aspiranti autori, sia attraverso lezioni di scrittura e lettura creative. Dai commenti che ricevo sembra che siano utili e comunque penso che comunichino il messaggio che ritengo importante per la buona scrittura e che so riconoscere. Sono un editore selettivo, ma credo di avere gli strumenti per esserlo.

D – Hai insegnato all’estero, in Belgio, vero Piera? Racconta brevemente la tua esperienza.

R – Ho insegnato tre anni all’Institut de Philologie Romane dell’Università di Liegi e sono stata prima assistente alla cattedra di Storia della Lingua Italiana. E’ stata una bella esperienza, sia come insegnamento dell’italiano a giovani e adulti, quindi sul piano umano, sia sul piano professionale, perché ho potuto proseguire le mie ricerche sull’aristotelismo del Rinascimento alla Biblioteque Nationale di Parigi dove riuscivo ad andare un paio di giorni alla settimana. Ho lavorato sull’  “Etica nicomachea” e sulla “Politica” di Aristotele, due testi molto letti nel Rinascimento, commentati, pubblicati in greco, in latino, in francese… Ho iniziato a preparare un dottorato con la prospettiva di rimanere in Belgio ma poi l’amore mi ha fatto decidere diversamente. Non è stata una scelta facile ma non la rimpiango. Ho comunque avuto modo di fare tante belle cose!

D – Come vedi il ghostwriting? Per chi ancora non lo conosce, puoi spiegare che cos’è?

R – Il ghostwriting è lo “scrittore fantasma”, cioè colui che scrive ma non firma l’opera che di solito gli viene commissionata da qualcuno che, ovviamente, lo paga. Tanti calciatori, veline ecc. ecc. non scrivono certo i libri pubblicati con il loro nome: c’è un “fantasma” alle loro spalle. Sono libri che vendono, per questo gli editori li pubblicano – cosa triste in un paese in cui si legge pochissimo e quel che si legge di più sono poi queste opere “fasulle” – ma bisogna pur vivere, e il ghostwriting si fa per denaro magari per pagare il mutuo della casa… Richiede comunque delle buone competenze e la capacità di cogliere la personalità di chi sarà poi indicato come autore ufficiale.

D – Bene, Piera. Amare la Poesia è oggi antiquato, obsoleto, controcorrente?

R – Direi che leggere poesia è sinonimo di sensibilità e di amore per la “materia pura” che è la lingua. Scrivere una poesia è come per uno scultore partire dalla materia – marmo, argilla, quello che vuole – per creare, come per un pittore impastare i colori e stenderli su una tela. Materia informe che diventa opera d’arte. Lavorare sulla lingua è una “materia” ancora più nobile, è un patrimonio collettivo, qualcosa di straordinario maturato nei secoli e dove è confluita la sensibilità di milioni e milioni di persone. La Poesia che mi emoziona è quella che scelgo di pubblicare. Anche se non vende niente è lavoro “per la gloria”, ma credo non inutile. Poi, naturalmente, leggo i grandi autori, quelli già riconosciuti. Leggerli mi fa sentire bene.

Francesca Rita Rombolà

Piera Rossotti Pogliano

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