Al Andalus. Un sogno, o solo l’ombra di un sogno?

Realtà? O solamente un sogno? Forse soltanto un sogno ma che è stato realtà. Una realtà immersa in un mondo sognante. Una patria ideale perduta. La terra del sogno e dei sognatori. Forse la terra della poesia. Forse il regno dei poeti. Sto parlando di Al Andalus (la moderna Andalusia, la regione più a sud della Spagna). Il tanto decantato e meraviglioso regno arabo di Spagna di Al Andalus. Regno forse davvero mitico e leggendario dove le arti e le scienze raggiunsero uno splendore incomparabile, la civiltà fu di una raffinatezza unica e lo sviluppo economico, culturale, umano di una magnificenza a dir poco assoluta. Regno che, nella realtà, così come ebbe un inizio ebbe anche una fine piuttosto tragica e improvvisa ad opera della “reconquista” cristiana la quale non fu proprio indolore e neanche proprio magnanima nei suoi riguardi, cancellando un’era felice, di progresso, di sviluppo, di mollezza e di bellezza in tutti i campi e in tutti i sensi. Re, principi, filosofi, matematici, sapienti, poeti e cantori; arabi, ebrei, di paesi anche lontanissimi e sconosciuti abbandonarono Al Andalus, con i suoi segreti, la sua magnificenza e la sua grandezza, al conquistatore e si dispersero per tutto il Mediterraneo…

“Credo che i poeti siano artisti dell’anima”. Conversazione con la cantante Debora Lanza
000 Primo piano , Debora Lanza / 16 Maggio 2022

Debora Lanza nasce a Torino. Dal 1996 al 1998 studia canto jazz presso il “Centro Jazz Torino”: Nel 2002 è la prima classificata e voce rivelazione del Festival “Prima Tappa” di Torino e, nello stesso anno, partecipa come solista al “Festival Internazionale di San Marino” e giunge “All’Accademia di Sanremo”. Professionista nel progetto, con direzione artistica di Maurizio Costanzo, “Cinecittà Campus” dove Debora Lanza, per due anni, diviene responsabile della sezione “Musica” e collabora insieme a moltissimi artisti del panorama musicale nazionale e internazionale quali Gino Paoli, Ornella Vanoni, Piero Pelù, Paola Turci, Antonello Venditti e tanti altri. Sempre nel 2004, Debora Lanza viene scelta come cantante principale dello spettacolo teatrale della regista e attrice Stefania Ventura “Gaia Terra di Mezzo” presso gli studi di Cinecittà a Roma e diviene la coordinatrice musicale di “Miss Mondo Italia” dove segue le finaliste e le prepara per la semifinale e la finale del concorso. Nel 2009 viene notata dal produttore Matteo Bonsanto (Radio Deejay – Italia On TV) che tra il 2010 e il 2011 produce diversi suoi brani. Negli anni 2012 e 2013 Debora Lanza lavora con la produzione “WEP PRODUCTION” per una lunga tournée teatrale in “Show International” in Europa…

“Credo che amare la Poesia sia sinonimo di amare la vita”. Conversando con Francesco Mascio, musicista e compositore.
000 Primo piano , Francesco Mascio / 4 Maggio 2022

Nato a Cassino nel 1981, Francesco Mascio è un chitarrista/compositore molto intraprendente, poliedrico ed estremamente interessante. Il suo ploying e il suo stile compositivo abbracciano svariati generi. Artista mosso da una curiosità sempre viva, molto incline alla sperimentazione, nell’arco della sua carriera Francesco Mascio ha condiviso palco e studio di registrazione al fianco di musicisti blasonati in ambito nazionale e internazionale quali Shawnn Monteiro, Crystal White, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro. La sua produzione discografica è molto varia, alcuni fra i suoi album: “Europa Jazz Quartet” (Zone di Musica, 2012); “Gang’s Spirit” (Emme Record Label, 2015); “Wu Way” (Filibusta Records, 2019); “Preview” (Italian Way Musica, 2020). Francesca Rita Rombolà conversa di arte, musica, poesia con Francesco Mascio. D – Francesco sei chitarrista e compositore, quale differenza sostanziale tra il suonare musica e il comporre musica? R – In entrambi i casi parliamo di processi creativi ma se, nel suonare musica di altri, ci si trova ad affrontare l’inevitabile compito di immergersi nel mondo di chi ha scritto quella determinata musica come compositore si ha la possibilità di conoscere più in profondità se stessi, con la conseguente opportunità di scoprire il proprio mondo interiore, le proprie emozioni e i punti di vista…

E’ Pasqua

I prati sono fioriti. E’ Pasqua. Il grano è in erba. E’ Pasqua. L’albero di fico non è più nudo e grigio, ma inizia a vestirsi di tenere foglie verdi che crescono sempre più di giorno in giorno. E’ Pasqua. Tempo che apre le porte al risveglio. E’ Pasqua. Soglia tra il vivere e il morire che si infrange. E’ Pasqua. La terra feconda e il cielo benevolo si preparano al dono gratuito dei frutti che fortificheranno gli uomini di buona volontà e dal cuore puro. E’ Pasqua. Ulivi millenari e palme dal fusto perfetto ondeggiano al vento lieve, misterioso e lieto della speranza.   VERSO I TEMPI ULTIMI Sogni infranti pensieri di primavera di ludica levità molti i colori naturali che non hanno riscontro nella realtà, più belli e maestosi dei gigli dei campi degli antichi re e dei magnati moderni. Dalle rupi nude e dalla roccia scavata un pensiero, un’idea un cuore che batte ancora che prenderà vita e darà la vita perle dal mare fili di porpora dalle conchiglie, e il vento che annulla o amplifica le distanze. Ecco l’impasto essenza di civiltà remota che dal frumento figlio della terra diventa pane e mistericamente diviene corpo e…

L’abbraccio dell’altro. Breve riflessione sul racconto lungo “L’Abbraccio” di Ernesto Masina
000 Primo piano , Ernesto Masina / 12 Aprile 2022

Forse un racconto lungo, magari un romanzo breve, “L’Abbraccio” di Ernesto Masina è un’opera che si legge con una certa levità e linearità e una capillare piacevolezza che riescono ad accompagnare e a guidare dalla prima pagina fino all’ultima. C’è un Lui e c’è una Lei a scandire puntualmente ogni capitolo (o capitoletto) nel solco di una sorta di sfogo quasi epistolare tra una coppia forse nemmeno più in crisi in quanto ormai il passo è stato fatto e la rottura appare davvero irreversibile. Lui è Marco, Lei è Elena, ma chiamata da tutti Lena. Lui è maschilista quasi in tutto: nei gesti, negli atteggiamenti, nella mentalità, nel modo soprattutto di relazionarsi con l’altro sesso, nell’intimità più recondita con Lena; lavora nel campo degli investimenti finanziari e talvolta sembra lasciarsi trascinare dal valore assoluto del denaro sminuendo i sentimenti, anche quelli più importanti per un essere umano. Lei ama il teatro e lavora nel campo del teatro, ama l’arte e l’eterno femminino che la permea e la suggella. Se in un primo momento la storia dei due appare solida e dentro la cornice di un amore vero e scevro da nubi fosche, con il passare del tempo piccoli indizi contrari…

Drammaticità e solennità dell’esistenza, ma al culmine della pienezza di vita. “ARABESCHI” di Dario Lodi
000 Primo piano , Dario Lodi / 28 Marzo 2022

Per chi non sa cosa sia l’arabesco, proprio in due parole, cercherò di darne la definizione base più semplice, e cioè l’arabesco è un ornamento minuzioso quanto particolare, delicato e tuttavia intricato, bello e di una nudità assoluta e disarmante e tuttavia di una complessità quasi labirintica. L’arabesco è, in un certo qual senso, il linguaggio dell’arte islamica, infatti viene utilizzato fin dalle origini da tale cultura e da tale civiltà per abbellire e decorare moschee, palazzi, cupole, porticati, sale e ogni sorta di luogo – incontro frequentato e abitato dall’uomo. Le forme dell’arabesco sono di vari colori, anche se l’arte più elevata e più profonda predilige l’azzurro intenso, il giallo oro e il verde naturale, le sue geometrie creano e compongono, si rincorrono e si ritrovano giusto per trasmettere all’osservatore, perfino al più distratto e indifferente, un senso di serenità e di armonia che sembra affondare le proprie radici nell’Universo invisibile agli occhi della materia. L’arabesco si compone anche di elementi calligrafici oltre che architettonici e geometrici, ne sono un esempio i caratteri cufici della scrittura araba inventata per il medesimo scopo e per completare una visione d’insieme che abbraccia veramente il Tutto. Che sia la foglia o il…

“La Poesia, per me, deve avere anche schemi, ritmi e musicalità precisi”. Conversando con Maria Cristina Grella

Maria Cristina Grella è insegnante di Italiano e Storia. Ha scritto diversi racconti gialli per la rivista “Vera” e ha pubblicato racconti e romanzi nelle collane Delos Crime e History Crime con il suo vero nome e racconti e romanzi nelle collane “Passioni Romantiche” e “Odissea Romantica”, sempre di Delos Digital, utilizzando lo pseudonimo di Macrina Mirti. Nel 2019 ha partecipato all’antologia “Matera Nera” di Bertoni Editore, a cura di Oriana Ramunno, con lo pseudonimo di Macrina Mirti, con il racconto “La causa del peccato”. Nel 2021 ha pubblicato per la CE Literary Romance il primo volume del romance storico “La donna del Greco”, alla seconda puntata del quale sta lavorando. Ha anche auto – pubblicato, sempre come Macrina Mirti, due romanzi che, per diverse ragioni, non rientravano nelle collane Delos. Maria Cristina Grella, insieme a Franco Forte e a Davide de Boni, è coautrice del sesto romanzo della serie “I sette re di Roma”, “Servio Tullio – nato dal fuoco” uscito in questi giorni per Mondadori Editore. Ha recensito per diversi blog letterari ed è stata in pre – giuria al premio Tedeschi. Attualmente è redattrice di Milano Nera. Francesca Rita Rombolà conversa con Maria Cristina Grella, insegnante e…

Mille cose di primavera

Mille angoli nascosti dove le viole fioriscono ancora. Mille gesti d’amore in cui i cuori sensibili e puri palpitano ancora. Mille lacrime di compassione con le quali l’essere umano guarda umilmente il volto dell’altro uomo. Mille risate spensierate sulle quali splende la libertà come il sole più ardente dell’Universo. Mille sogni di speranza dove la primavera giunge a riscaldare l’anima gelata dal rancore, dal profitto, dalla sopraffazione; e la Poesia rinnova la sua dolce ansia di ascoltare, di donare, di rammemorare la bellezza di tutto ciò che vive, muore e si rinnova.   E POI VENNE IL GIORNO Fango e dolore portò il disgelo, ma la primavera non si fermò. Fiamme e violenza portò l’acciaio dei carri da guerra sull’asfalto grigio di caligine il cielo piombò furente sugli esseri vivi e sulle cose inerti, ma la primavera non si fermò. E poi venne il giorno il suo primo giorno silenzioso e silente quasi da tutti dimenticato e da chiunque desiderato dietro la maschera di tenebre che indossa il mondo. Uno scricciolo cantò piccolo, insignificante ignorato e percosso dal peso cadenzato del soldato e dal peso soverchiante dell’oblio ma cantò e cantò e non smise di cantare, e ancora cantò dal…

Un piccolo e straordinario fiore del deserto

Un libro che prende spunto da una storia vera, un libro sulle donne e che parla di donne; di una donna in particolare la cui vicenda vissuta fin da bambina testimonia, ancora una volta, il coraggio, la determinazione, la voglia di vivere e di essere libere delle donne costrette ad una vita derelitta e spesso di schiavitù da una società che non comprende, non aiuta e si mostra chiusa, insensibile, mortifera e devastante. “Fiore del deserto. Storia di una donna” di Waris Dirie con Cathleen Miller è un libro crudo e crudele, per certi versi affascinante per altri terribile. La protagonista della storia è nata in un villaggio della Somalia in una famiglia di nomadi che ha dodici figli. All’età di cinque anni è già una bella bambina vivace ed intelligente, il padre decide, secondo le usanze dei nomadi del deserto, di infibularla (cioè la dolorosa e tremenda mutilazione genitale delle donne). Waris ricorderà per sempre quell’esperienza come un qualcosa di orribile per il suo essere donna. In seguito, il padre la diede in sposa ad un uomo in cambio di cinque cammelli. Lei è coraggiosa, bella, e vuole soprattutto essere libera ed avere un destino diverso, o almeno, più…

La scrittura di Mauro Germani in “STORIE DI UN’ALTRA STORIA”
000 Primo piano , Mauro Germani / 21 Febbraio 2022

Il racconto breve nella letteratura italiana non ha mai veramente avuto tutta l’attenzione che merita e non ha mai avuto tanta fortuna da essere paragonato al romanzo o alla prosa in generale. Eppure il racconto breve può descrivere un microcosmo e può abbracciare insieme l’intero Universo. Nella sua brevità talvolta lampante, nella sua forma precisa e spesso schietta e spontanea si pone, a mio parere, come la metafora perfetta, o quasi, degli accadimenti, la piena e problematica riflessività dell’evento, e il momento – chiave sul senso ultimo della letteratura per la società e per l’uomo. Nel racconto breve ci può essere (e spesso c’è) anche saggezza ed esperienza narrativa, due qualità che, in fondo, mancano al romanzo anche quando forse viene considerato un capolavoro. E c’è, soprattutto, scavo psicologico; lo scavo interiore necessario a far emergere dalle abissalità oscure dell’inconscio tutto il rimosso dalla coscienza che può essere un condensato di detriti surreali, deriva dei sentimenti, delle passioni, dell’esistenza ma anche scrigno di ottima fattura che può contenere gioielli preziosi o addirittura perle esotiche e rare. A me sembra sia questo il caso del volume di racconti brevi “STORIE DI UN’ALTRA STORIA” di Mauro Germani edito da Calibano Editore, gennaio…

“Il Teatro è il più grande mix di emozioni artistiche”. Conversazione con Vincenzo Della Corte
000 Primo piano , Vincenzo Della Corte / 16 Febbraio 2022

Vincenzo Della Corte è nato a Napoli il 6 giugno 1981. Ha frequentato diversi corsi di formazioni quali, ad esempio, stage di “Mimo e Maschera” nel 2013; corso di Stantman/cascatore nel 2009; corso di “Introduzione alla TV e pose fotografiche”. Ha lavorato per il cinema e la TV in fiction e film quali “I Cesaroni 5, nel 2012; “Un medico in famiglia 8”, 2009; “Un posto al sole”, nel 2015; “La passione del nostro Signore Gesù Cristo” nel 2014, regia di Costantino Maiani; “Wonderwell”, nel 2016, regia di Vlad Marsavin; “Italian Blood Stories” nel 2018 – 19, regia Claudio Fragasso e Rossella Drudi. Fra i suoi lavori teatrali: “Non tutti i ladri vengono per nuocere! … ” di Dario Fo, anno 2013; “Il sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo, anno 2012. Vincenzo Della Corte è stato vincitore, nel 2021, del premio “Vincenzo Crocitti International” come attore emergente. E’ presentatore, speaker, sceneggiatore. E’ stato doppiatore in “Io non mi arrendo” Rai 1, anno 2016 e, nel 2017, nel film “I peggiori” di Vincenzo Alfieri. Francesca Rita Rombolà e Vincenzo Della Corte conversano di Teatro, Cinema, TV, Letteratura. D – Vincenzo, hai lavorato in molte fiction TV per la Rai;…

Un Buon San Valentino a tutti gli innamorati

Il sole splende, il vento soffia leggero. Il cielo è azzurro striato da nuvole corsare, il mare ha il color del vino e della porpora che sfuma nel turchese. La terra è verde, le sue zolle sono scure e fertili. Le colline ridono, i monti respirano lieti. Danza la vita. Danza il mondo. Danzano gli innamorati felici e persi nei sospiri intensi dei loro cuori liberi e vagabondi che hanno vissuto cento avventure, e mille altre ancora ne vivranno. AMIAMOCI Amiamoci così Senza nulla chiedere ai sogni. Amiamoci soltanto Senza sperare nel domani Frustato a sangue Dall’incertezza del tempo. Amiamoci nell’attimo rubato all’Eternità Senza condizioni Perché è la vita a conoscere Il trascorrere dei giorni Sul ciglio della pelle Umida di sensuali umori. Francesca Rita Rombolà P. S. – Un Buon San Valentino a tutti gli innamorati

Un risveglio umano e universale
000 Primo piano , Isabella Pesarini / 9 Febbraio 2022

Magico ritmo umano La magia esiste, eccome, basta respirarla, basta viverla. Come a un ballo scegli il vestito sfruscii di pizzi, la scoperta detta il ritmo. La danza, anima del corpo, le rime, allegro saltare dello spirito, l’essenza umana più pura si risveglia.   Il ritmo e la danza sono l’argomento della poesia “Magico ritmo umano” di Isabella Pesarini. Versi semplici e lineari che esaltano, senza eccessività di forme ed enfasi ricercata, la magia di tutto quel che è ritmo. Ma dal ritmo nasce la danza, e dalla danza il ballo; così l’autrice, nei versi iniziali della poesia, immagina uno scenario fiabesco e di incanto fatto di vestiti sontuosi, di pizzi il cui fruscio si percepisce tra gli astanti ed è ritmo esso stesso. Ritmo è la natura tutta, il corpo umano con i suoi movimenti e i suoi slanci vitali e armoniosi, non separato di certo dallo spirito che si libra anch’egli, e in modo più sottile, nella purezza e nella vastità della propria essenza. Tutto allora sembra coinvolgere nel risveglio, in un risveglio umano e universale che fa apprezzare e godere della bellezza. Ancora una volta è davvero straordinario come la Poesia, seppur condensata in umili versi, faccia…

“La musica mi rende viva e mi fa star bene”. Breve dialogo con Valentina Vicario
000 Primo piano , Valentina Vicario / 7 Febbraio 2022

Valentina Vicario, nata in Cile, ha vissuto in Italia dove ha studiato recitazione presso la scuola del Teatro dei Cocci e il Centro Sperimentale di Cinematografia. Inizia la carriera di attrice in teatro, per poi recitare anche per il cinema ma soprattutto per la televisione. E’ nota al grande pubblico per il ruolo della cattiva Vera Medici interpretata, dal 1999 fino al 2003, nella serie TV “Incantesimo” in onda sulle reti RAI. Nel 2020 esordisce discograficamente con il brano “Again”, mentre nel 2021 pubblica la cover del brano “Aut here in my own”. Entrambi i brani pubblicati dall’etichetta discografica Tilt Music Production. Francesca Rita Rombolà e Valentina Vicario dialogano insieme. D – Valentina Vicario, vuoi parlare dei tuoi ruoli di attrice per la TV e per il Teatro? R – Il primo ruolo per il Teatro è stato quello in “After Juliet”, per la regia di Matteo Ziglio, nel quale maneggiavo una spada inneggiando alla guerra; mentre per la TV mi divertivo ad interpretare il ruolo della cattiva nella serie “Incantesimo” di Rai Fiction. D – Perché ultimamente sei diventata anche cantante? Per realizzare un tuo sogno di sempre o per altri motivi? R – Sono diventata cantante per realizzare…

La Poesia e i quattro elementi

La terra, l’acqua, l’aria, il fuoco. La terra, fertile o sterile, dolce o aspra, coperta di erba verde e di fiori multicolori. La terra, con boschi e foreste, ghiacciai e montagne, deserti e rocce, con le sue bellezze e i suoi dolori, le sue meraviglie e la sua sofferenza. La terra, abitata da molte specie viventi. La terra amata e, allo stesso tempo, odiata dall’uomo. La terra, ispiratrice di sogni e di speranze, di promesse e di libertà. La terra, poesia che si concretizza in tutto ciò che respira e vive. La terra, anima del mondo e ascolto senza tempo dell’Essere. La terra, poesia sublime che si incarna in tutte le cose per parlare di poesia e per far conoscere la sua poesia nascosta. L’acqua, sorgente profonda che segue il suo corso perenne, fonte di vita per ciascun vivente sia esso pianta, animale o essere umano. L’acqua, fluida e incolore, cristallina e fresca, quieta o impetuosa. L’acqua, elemento del profondo e che al profondo richiama per guarire le ferite dell’anima, per alleviare i dolori dello spirito e per calmare l’ansia frustrante dei corpi. L’acqua, elemento di purezza e di eccellenza che ha nella poesia il suo centro infinito, e scorre,…

Conversazione con Walter Lazzarin, uno “scrittore per strada”
000 Primo piano , Walter Lazzarin / 18 Gennaio 2022

Walter Lazzarin ha trentanove anni. Nel 2011 ha pubblicato il romanzo “A volte un bacio” e nel 2012 la raccolta di racconti “21 lettere d’amore”. Sempre nel 2012 è tra i finalisti del premio Subway Letteratura. Nel 2015 ha pubblicato “Il drago non si droga”. Nel 2016 e nel 2017 ha lavorato a Dribbling, trasmissione di Rai2, come autore e interprete di tautogrammi. Nel 2017 ha pubblicato “Ventuno vicende vagamente vergognose” e nel 2020 “Animali all’avventura”. Walter Lazzarin, da ottobre 2015, gira per le strade e le piazze d’Italia con una macchina da scrivere: il progetto si chiama “Scrittore per strada”. Gioca a calcio nella nazionale scrittori. Francesca Rita Rombolà e Walter Lazzarin conversano insieme. D – Walter parliamo, in primis, dei tuoi libri? R – Ciao! Cerco di scrivere un libro l’anno, ma pubblico solo quando trovo l’editore che mi piace (e che prevede un, seppur piccolo, anticipo). Ne ho pubblicati cinque, il primo nel 2011. Due romanzi e tre raccolte di racconti brevi, l’ultima è uscita nel 2020: “Animali all’avventura”. D – Hai partecipato a diversi premi letterari e hai lavorato anche come autore per la Rai, quanto ti ha arricchito tutto ciò interiormente? R – I premi…

Il concetto di ghosting nella fine di un rapporto di coppia. “La Sammarinese” di Daniel Dantes
000 Primo piano , Daniel Dantes. / 4 Gennaio 2022

“La Sammarinese” (Youcanprint Edizioni, 2021) di Daniel Dantes è un romanzo breve autobiografico in cui l’io narrante del protagonista racconta una storia curiosa e forse nuova, narrativamente parlando, perciò intrigante e, a suo modo, piena di fascino per il lettore. Al di là di quello che il vissuto esplica nella storia di sesso (e forse d’amore nascente) in pagine dense e quasi vibranti, di rilievo si mostrano parole come “ghosting”, vocabolo inglese che in italiano può essere tradotto più o meno con “sparizione improvvisa senza nessun motivo apparente”. La novità di “La Sammarinese” di Daniel Dantes sta proprio in questo: il ghosting di lei nei riguardi del proprio partner. Bellissima e toccante storia fra un lui e una lei scaturita da un incontro durante una vacanza a San Marino del protagonista e poi proseguita anche fra difficoltà varie come restrizioni e lockdown a causa del Covid19, una certa distanza in chilometri che divide i due e piccoli attriti di coppia normalissimi. Lei appare misteriosa e sfuggente fin dalle prime pagine, quasi portatrice di un segreto (o di segreti) pesante quanto un macigno che aleggerà sempre fra i due come una sorta di nera ombra minacciosa, tanto che lui se ne…

Salviamo il pianeta azzurro

Un cielo azzurro e un sole giallo. Una luna grande e rotonda. Un cielo notturno pieno di stelle da Nord a Sud, da Est a Ovest. Il freddo e il caldo, la pioggia e il vento. L’alternarsi delle stagioni con frutti, fiori, alberi, piante esotiche e rigogliose. E poi le acque dei laghi, dei fiumi e dei ruscelli, le cascate, i mari e gli oceani. Le foreste e i boschi, le grandi distese di ghiaccio o di sabbia. Le rocce, le colline, le montagne. I vulcani e le grotte profonde. I pesci nell’acqua e gli uccelli nel cielo, gli animali che corrono e strisciano, camminano e predano, danzano e lottano. Ecco la Terra, libera, spontanea; la Madre Terra che da la vita e la morte. Ecco la natura nel suo ciclo senza tempo per la quale gli anni passati, presenti e futuri sono solo granelli di polvere all’interno del computo temporale dell’uomo e l’inizio o la fine di un anno: una consuetudine estranea al dispiegarsi dell’Essere e del Divenire. Il pianeta azzurro. Così è chiamato questo pianeta meraviglioso e terribile a un tempo dove tutti noi viviamo. Un pianeta unico e speciale perché su di esso si è sviluppata la…

L’inquinamento luminoso, il nuovo assillo dell’umanità nell’era post – moderna

Nel 1998, negli Stati Uniti d’America, viene creata l’Associazione per la Protezione del Cielo Notturno (Dark Sky Association). Un qualcosa a dir poco sorprendente se si pensa a ciò che, per l’uomo, ha significato alzare gli occhi al cielo e guardare le stelle. “Solo dopo aver studiato a fondo i moti celesti potremo stabilizzare i moti che, in noi, continuano a vagabondare”, scrive Platone nel Timeo. E l’astronomo Tolomeo conferma: “Lo so, sono mortale e duro solo un giorno, ma quando seguo gli astri nella loro corsa circolare i miei piedi non toccano più terra, e io mi avvicino a Giove stesso per saziarmi di ambrosia come fanno gli dei”. Un tempo si voleva imitare il cielo, lo si contemplava, lo si temeva, lo si riveriva come sede dell’Altrove e dell’Al di là, luogo della speranza e del mistero ma era impensabile pretendere di proteggere quello spazio chiuso dalla manipolazione dell’uomo. L’impensabile è diventato, oggi nel ventunesimo secolo, indispensabile ora che la luce artificiale è diventata dominatrice delle notti di città e metropoli, di villaggi in pianura e di borghi sperduti di valli e montagne. A causa dell’inquinamento luminoso, gli uccelli migratori vanno a fracassarsi contro i grattacieli illuminati, le…

InediTO 2022

XXI Edizione 2022   POESIA | NARRATIVA | SAGGISTICA | TEATRO | CINEMA | MUSICA   PRESENTAZIONE BANDO     Un uomo in sospeso su un pontile, pochi libri, una valigia, in attesa di fuggire altrove, verso Marte… È la nuova grafica del Premio InediTO – Colline di Torino che giunge alla ventunesima edizione dopo aver premiato in tutti questi anni tantissimi autori scoprendo nuovi talenti, di ogni età e nazionalità, sostenendoli e accompagnandoli verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo. Il concorso letterario, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, il cui bando scadrà il 31 gennaio 2022, è l’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica), in lingua italiana e a tema libero. Grazie al montepremi di 8.000 euro (aumentato per le sezioni Saggistica, testo Teatrale, Cinematografico e Canzone) i vincitori delle sezioni Poesia, Narrativa-Romanzo, Narrativa-Racconto e Saggistica ricevono un contributo destinato alla pubblicazione e/o alla promozione con editori qualificati, mentre i vincitori delle sezioni Testo Teatrale, Cinematografico e Canzone un contributo per la messa in scena, lo sviluppo della produzione, la diffusione radiofonica e sul web. Inoltre, vengono assegnate menzioni e segnalazioni…

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