Il vissuto dell’attimo. I duecento anni dalla nascita di Charles Baudelaire

Duecento anni fa, il 9 aprile 1821, nasceva, a Parigi, Charles Baudelaire. Poeta ribelle, anticonformista, controverso e brillante, arguto nei versi, innovatore nella poetica; fin dal primo istante del suo poetare si presenta come un poeta capace di cambiare il modo di fare letteratura. Il suo ingegno è acuto, la sua lingua affilata, dolorosa e mordace, la sua profondità di guardare oltre il velo che avvolge le cose rasenta quasi la chiaroveggenza. Egli osserva la realtà, osserva il suo mondo e il suo tempo e mette in versi tutto ciò che riscontra di ingiusto, di efferato, di incredibile e di improbabile. Vede il futuro, il futuro dell’Europa e dell’Occidente, il futuro del mondo nei suoi immani cambiamenti e nei suoi incredibili stravolgimenti. Non a caso egli scrisse “I Fiori del Male”, silloge poetica dallo spessore letterario, umano, dissacrante dalla portata inaudita destinata nel tempo ad essere quasi un’ icona della poesia che inaugura una difficile modernità ed una ancor più difficile post – modernità. A duecento anni esatti dalla nascita Charles Baudelaire ha ancora molto da dire all’uomo, forse ancora troppo da dire all’umanità, perché un vero poeta non può che riproporre, ancora e sempre, il vissuto dell’attimo nell’abisso senza…

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