L’affabulazione che nasce ed è prodotta dal poetare – MICHELA ZANARELLA
Michela Zanarella / 27 Maggio 2013

SEMBIANZE DI PRIMAVERA Leggo nel polline sembianze di primavera, il fremito di un verde che si rigenera nei riflessi del sole. Nasce per calore la luce che s’abbandona tra i petali fino in fondo alle caviglie dell’erba nuova. Avverto la voce del cielo che versa bagliori come carezze inattese e nelle cellule di una terra che muta vivo il colore e la scintilla del tempo. M’avvolge la pelle di una natura in movimento, il fogliame che respira e sospira l’odore acceso delle stagioni, così di fronte agli amori caldi di linfe e zolle m’inchino. Michela Zanarella <<Leggere>>, <<avvertire>>, <<avvolgere>> verbi dal significato intenso, dall’ermeneutica chiara facilmente individuabile. Sono espressione complessa e variegata di sensazioni, spesso forti, spesso piacevoli, anche dolorose ma che possono sempre essere vissute fino in fondo. Sono oggetto, modo del comunicare all’esterno ciò che l’interiorità riesce a percepire per mezzo del cuore con le emozioni; per mezzo dell’anima con l’immaginazione; per mezzo della mente con la forza raziocinante dei pensieri. Nel componimento poetico SEMBIANZE DI PRIMAVERA di Michela Zanarella questi tre verbi: leggere, avvertire, avvolgere sono usati al presente e in prima persona; rispettivamente all’inizio, al centro e alla fine della poesia, segno forse di una simbiosi…

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