Sonia Giovannetti legge “Verso lontani orizzonti” di Marina Caracciolo
000 Primo piano , Sonia Giovannetti / 21 Gennaio 2025

E’ opinione largamente condivisa, fra gli “incliti e colti”, che la poesia sia un’arte massimamente rivelatrice, in grado di metterci in contatto con la profondità del nostro essere, dai cui oscuri recessi essa stessa scaturisce, disvelandolo a noi stessi. Ma, preso atto che i poeti sono degli ammalianti visionari, come giudicare invece coloro che pure, analogamente ai poeti, soggiacciono al fascino delle Muse e, assaporandone da lettori appassionati i frutti più attraenti, si cimentano nell’arduo tentativo di disvelare la poesia a sé medesima? E’ un interrogativo, questo, che sorge spontaneo leggendo il bel libro di Marina Caracciolo, “Verso lontani orizzonti”, pubblicato da BastogiLibri di Roma e dedicato alle opere di Imperia Tognacci, autrice di mirabili componimenti poetici, pascoliana per filiazione, e tuttavia voce originalissima di una terra di Romagna che, anche grazie a costei, rinuncia a celebrarsi carnale e ipermondana, come da iconografia tuttora imperante, per proiettarsi invece nelle dissolvenze, tenui e spirituali, del sogno, del viaggio, del ricordo, dell’amore. Opera meritoria, c’è da credere, quella dei critici, allorquando, come in questo caso, sappia risolversi in una sapiente e onesta mediazione tra il poeta e il suo pubblico potenziale che, se oggi sembra distratto da una attualità sempre più tumultuosa,…

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