Nel segno della primavera – SALVATORE QUASIMODO

23 Gennaio 2012

Salvatore Quasimodo

Quando nel corso dell’anno il sole entra nella costellazione dell’Ariete, l’inverno è passato e si è ormai in primavera. Questa poesia di Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la  Letteratura, è quasi un’esplosione improvvisa eppure contenuta della primavera che si annuncia già nei cieli tramite la costellazione dell’Ariete appunto. Nel linguaggio che caratterizza ciascun verso, gli elementi della Natura sembrano materializzarsi dal vuoto invernale come evocazione pura. Forte è il richiamo al mondo classico, dove lauri e  divinità pagane fanno da sfondo all’incalzare del tempo e al mutare delle stagioni. Un’immagine idilliaca eppure forte di serenità incontrastata, ma con un soffio misterioso di accadimento ineluttabile che forse permea soprattutto gli ultimi versi della poesia. Il senso della Natura,immortalata nel suo risveglio, si consuma intensamente in ogni  parola. Vi traspare anche una malinconia quasi da sottofondo che,insieme ad una gioia accorata, illumina l’anima trasportandola lontano, in luoghi di memorie e di giorni vissuti ora ricomposti dalle voci delle quali la poesia si fa portatrice.

Francesca Rita Rombolà

ARIETE

Nel pigro moto dei cieli
la stagione si mostra: al vento nuova,
al mandorlo che schiara
piani d’ombra aerei
nuvoli d’ombra e biade:
e ricompone le sepolte voci
dei greti,dei fossati,
dei giorni di grazia favolosi.

Ogni erba dirama,
e un’ansia prende le remote acque
di gelidi lauri ignudi iddii pagani;
ed ecco salgono dal fondo fra le ghiaie
e capovolte dormono celesti.

Salvatore Quasimodo
da ACQUE E TERRE

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