Alcune domande alla band THE SIDH

4 Novembre 2014

interview-3Il blog www.poesiaeletteratura.it – Canto e parole nell’era dei sentimenti estinti… si è già occupato dei THE SIDH presentando la band e parlando del loro background culturale e musicale. Ora Francesca Rita Rombolà rivolge alcune domande direttamente alla band dei THE SIDH, cogliendo l’opportunità di dare a tutti una conoscenza un poco più completa di questa giovane e nuova realtà musicale a livello internazionale.

D – Ciao ragazzi, mi fa piacere sentire che state avendo molto successo. Il nome della band, THE SIDH, è il nome del tumulo funerario di epoca preistorica molto diffuso nei paesi di cultura e tradizione celtica, soprattutto in Irlanda dove si trova il più famoso di tutti, Newgrange, un vero gioiello di bellezza e di perfezione che si conserva ancora quasi intatto nonostante pare risalga al cinquemila avanti Cristo. Perchè avete scelto di dare il nome THE SIDH alla vostra band?

R – Ciao e grazie mille! La parola SIDH ha moltissimi significati diversi in tutto il mondo. In passato abbiamo saputo di una leggenda celtica molto interessante. Il SIDH, secondo la storia celtica antica, rappresenta una dimensione di passaggio in cui transitano le anime: una specie di connessione tra i mondi. Secondo queste leggende, il mondo magico risiede proprio in questa dimensione ed è raggiungibile proprio grazie agli antichi tumuli(una volta che l’anima dell’uomo si stacca dal corpo e inizia il suo viaggio transita attraverso il SIDH). Essendo il nostro genere una sorta di connessione fra passato e futuro ci è piaciuta l’idea di dare al nostro gruppo il nome “THE SIDH” essendo, appunto, il SIDH una sorta di connessione fra due mondi.

D – Sono un’appassionata di cultura celtica da sempre. Sono stata in Scozia e in Irlanda, ho respirato “da vicino” la musica, la poesia, lo stile di vita di una realtà che affascina e conquista. Ho scritto poesie e romanzi aventi per argomento proprio il mondo celtico. La musica e la poesia celtiche hanno avuto sempre un qualcosa di speciale. Il patrimonio letterario di tali popoli è molto ricco e composito, abbonda di leggende e di storie fantastiche spinte fino all’inverosimile. In una di queste leggende si parla del misterioso popolo dei Tuatha de Danann che hanno elargito ai celti il dono della musica, della poesia e della danza prima di abbandonare la terra e la luce del sole per ritirarsi a vivere nel buio silenzio dei tumuli antichi: THE SIDH. Raccontatemi un pò qualcosa al riguardo.

R – Che dire, la nostra conoscenza delle leggende celtiche è esigua. Quello che sappiamo dei Tuatha de Danann è che furono un popolo preistorico misterioso. Invasero l’Irlanda che fino a quel periodo era dominata dai Fir Bolg. Ricoprirono, dunque, il ruolo di invasori ma, secondo alcune leggende e storie, discendono proprio da un popolo vissuto in Irlanda molto prima dei Fir Bolg. Dopo i Tuatha de Danann sopraggiunse il popolo dei Gaeli, che identificò questo misterioso popolo come Dei portatori di conoscenza, di conseguenza, portatori anche di conoscenze musicali, della poesia e della danza. Difatti, al popolo dei Tuatha de Danann viene attribuita una profonda conoscenza delle arti e una grande sapienza nel druidismo. Questo deve aver portato i Gaeli ad attribuire un ruolo divino a questo popolo.

D- La cornamusa, quale strumento musicale, è molto importante nella musica celtica, ma forse non sono da meno neanche il violino, il tamburo(boodrhan, in Irlanda), il piano, l’arpa, il flauto e la chitarra. Da dove nasce, secondo voi, l’armonia e il potere di evocazione della musica celtica, forse dal mix ideale fra questi strumenti musicali o da qualcos’altro?

R – Nasce dal cuore, dal rispetto e dall’amore per la propria terra, dalle tradizioni tramandate dagli antenati e da tantissimi altri fattori legati al sentimento. La musica celtica ha tanto da raccontare. E’ un tipo di musica molto pura, molto naturale. La scelta dello strumento, ovviamente, è importante e nella fase musicale deve esserci sintonia con lo strumento e con gli altri musicisti per riuscire a creare una connessione con l’ascoltatore. Ma quello che conta davvero è il sentimento: senza sentimento non si trasmettono i sentimenti!

D – Passato e futuro. Tradizione e modernità. Musica tradizionale e musica elettronica. E’ difficile poterle mettere insieme o almeno conciliarle. Voi sembra che, in un certo qual modo, ci siete riusciti. Forse ha origine da ciò il vostro successo internazionale?

R – A noi fa davvero piacere che la nostra musica venga apprezzata internazionalmente! Il progetto nasce proprio per far conoscere al mondo un genere musicale che spesso viene sottovalutato perchè magari proposto in una maniera molto tradizionale. Noi siamo amanti della musica celtica, fin da bambini siamo cresciuti con questa musica ma, allo stesso tempo, possiamo capire che spesso viene giudicata ripetitiva e noiosa proprio per i suoi canoni tradizionali. Abbiamo pensato che magari riproporre questo genere in una chiave pop, moderna, radiofonica possa rendere più facile l’ascolto ad un pubblico più vasto! Stiamo ottenendo grandi risultati! Speriamo, dunque, di essere sulla via giusta!

D – L’ultimo album NITRO è una tappa importante nella vostra carriera artistica?

R – E’ una tappa importantissima! Rappresenta il traguardo contrattuale con un’importante etichetta discografica, rappresenta il nostro stile attuale, la nostra energia e la nostra passione! NITRO è il risultato di una serie di percorsi musicali passati. Ecco perchè è molto importante per noi! Registrare questo disco è stata un’esperienza bellissima. L’ atmosfera in studio era di pura armonia e ci siamo divertiti tanto… Siamo quindi felici del risultato e speriamo possa piacere al mondo.

Grazie, e buona fortuna.

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