“L’Arte ci rende liberi, ci rende noi stessi”. Conversando con Andrea Cacciavillani

17 Settembre 2021

Andrea Cacciavillani è uno scrittore, uno sceneggiatore, un performer. Nel 2002 pubblica la silloge poetica “Icaro – Cuori di cera”, nel 2003 il romanzo “Porte” e nel 2005 il romanzo breve “Labirinto paradiso” da cui è stato tratto un medio metraggio dall’omonimo titolo. Sempre nel 2005 partecipa alla mostra “Canto Plastico – Testi per immagini – Immagini per testi” con una installazione di sue poesie e dipinti di Enzo De Simone. Nel 2010 pubblica “Assolo per clarinetto – L’amore in 25 tracce” con la promozione di KissKiss Network. Nel 2011 esce il romanzo “Sogni a Bassa Risoluzione” del quale è attualmente in lavorazione una trasposizione cinematografica e nel 2013 la silloge poetica “Minore di diesis”. Nel 2014 pubblica la raccolta di racconti “Labirinto Paradiso e altri racconti” e sulle maggiori piattaforme digitali l’album “… E lui dice che fa il poeta” una silloge poetico – musicale nata dalla collaborazione con il musicista Daniele Labbate. Nel 2016 pubblica “Impasti di seduzione. Ricettario poetico. Dolci e poesie” in collaborazione con la Sweet Cake Claudia Deb. Andrea Cacciavillani è autore del soggetto, della sceneggiatura e regista del lungometraggio “Oltre la linea gialla” opera prima indipendente vincitrice come miglior commedia internazionale al Garden State Film (Atlantic City), al Festival di Shimla (India) e al Ramsgate Film Festival (Regno Unito); del soggetto e della sceneggiatura di “Borghi e Demoni” progetto per una serie TV (la puntata pilota girata nel gennaio 2017); del soggetto e della sceneggiatura di “L’amore ai tempi di SH . REK, il film è stato considerato una commedia coraggiosa e originale nella trasmissione Il Cinematografo condotta da Gigi Marzullo su Rai1 ed è tra i cinque film italiani scelti per il mercato serbo e dei balcani dal direttore artistico Gabriella Carlucci. E’ stato anche autore del testo e voce narrante in “FRAGILE” un docufilm dedicato alle vittime della strage di Ustica e presentato ufficialmente al Festival Internazionale della Filosofia di Reggio Emilia. Andrea Cacciavillani ha lavorato come poeta e scrittore per il network radiofonico Radio KissKiss Network. Dalle sue opere sono stati tratti anche spettacoli e pièce teatrali.

Francesca Rita Rombolà e Andrea Cacciavillani conversano su arte e l’Arte e la Poesia.

D – Andrea Cacciavillani è un artista composito, ha realizzato tante cose in diversi campi dell’arte; questo lo rende soddisfatto di ciò che ha fatto?

R – Mi rende ancora di più che soddisfatto: mi rende appagato. Ma credo che riguardi un pò tutti coloro che si ritrovano a fare arte. Io credo che sia l’Arte a chiamare noi, come una sirena alla quale non riusciamo a resistere. Per fortuna. E intendo tutti, sia chi l’arte la fa, sia chi l’arte la vive e ne fruisce. Non esisterebbe nessun tipo di arte se non ci fosse nel nostro intimo questo legame così ancestrale con il senso della bellezza. Io sono convinto che qualunque artista sia spinto da una sorta di forza misteriosa a fare quello che poi fa. Non ci si mette a fare arte per business (anche se poi lo può diventare). Poi, una volta che ci si è sentiti appagati, possiamo anche ritenerci soddisfatti. Ma non sono sensazioni che durano. Le senti continuamente. E non è scontato che si sentano. Nell’Arte non c’è mai un punto di arrivo.

D – La Poesia credo sia in vetta alle tue preferenze, è così?

R – La Poesia è stata la prima esperienza, potrei dire il primo passo verso questo mondo così meraviglioso e allo stesso tempo pericoloso. Ho iniziato a scrivere poesie, che poi sono diventate canzoni e che poi sono diventate sceneggiature. Direi che devo ringraziare la Poesia sicuramente, che ha svelato la mia natura. Adesso ne scrivo molto poca ma mi piace recitarla, mi piace portarla nei miei piccoli spettacoli dove la musica e la location fanno sì che la Poesia venga recepita in maniera molto più forte, molto più intensa e molto più vera. Secondo me ovviamente. Con la Poesia c’è sempre il rischio di far tornare alla mente la barbosità della scuola. Invece esiste ovunque, dobbiamo solo riuscire a saperla trovare e quando si può dobbiamo fare in modo che le persone la trovino e la apprezzino per quello che è: una delle più grandi ed eterne forme di comunicazione.

D – Secondo te è più complicato scrivere un romanzo o una sceneggiatura cinematografica?

R – Non credo si possa fare una differenza netta. Sono linguaggi diversi che hanno però una radice comune: l’esistenza di una storia da raccontare. Entrambi hanno le loro difficoltà dettate dal diverso modo di narrare. Lo spettatore è più passivo perché il cinema è fatto di immagini e azione che di per sé non lasciano grande spazio alla costruzione dell’immaginazione. Il lettore è più attivo, ha bisogno di mettere in moto la sua fantasia per (ri) costruire nella sua mente il mondo descritto dall’autore. Questo rende diversi anche le modalità di scrittura: la sceneggiatura è molto definita e si scrive quello che poi si vedrà sullo schermo, in un romanzo si deve descrivere tutto. C’è da dire anche che la sceneggiatura (pure se molto essenziale) è solo la parte finale nel processo di creazione di un film, prima c’è tutto uno studio sulla storia, sui personaggi, sui plot secondari che hanno necessità di grande immaginazione e preparazione da parte dello scrittore.

D – E della musica, cosa mi dici?

R – La musica è come la Poesia. fa parte integrante della mia vita. Ma credo della vita di ognuno. Io non sono un musicista ma ho scritto molti testi di canzoni in passato, che mi hanno consentito di vivere una bellissima esperienza nel campo musicale. Ho vissuto anche le profonde difficoltà che i ragazzi e i cantanti incontrano percorrendo questa strada. Difficoltà che ho riscontrato anche in tutti gli altri campi artistici ai quali mi sono avvicinato. La scelta di fare arte è una scelta complicata e, come dicevo prima, nasce da una necessità interiore perché immagino che senza non si farebbe neanche un passo in un mondo complicato e confuso come quello dell’arte e della cultura.

D – Il futuro dell’Arte in generale in Italia e nel mondo per Andrea Cacciavillani.

R – Il futuro dell’Arte non lo conosco e non riesco ad immaginarlo. Ho difficoltà a pensare ad un futuro in generale. Posso però augurarmi che riesca a riprendere un posto in prima linea nella vita delle persone perché l’Arte ci rende liberi, ci rende noi stessi, ed è uno dei mezzi per sconfiggere o quantomeno edulcorare le brutture che spesso la vita porta con sé.

Francesca Rita Rombolà

Andrea Cacciavillani

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