I bambini e la guerra

19 Luglio 2022

Bambini che hanno perso l’amore e il diritto all’amore. Bambini che non conoscono più l’amore. Bambini soli e solitari che hanno fame e sete di ogni cosa, ma di essere amati e accuditi principalmente. Bambini che non possono più giocare. Bambini che non possono più esprimere la loro gioia di vivere. Bambini che non riescono più ad esperire la loro innocenza ludica e il loro spirito di libertà infinita e pura. Bambini in guerra e in mezzo alla guerra. Bambini trascinati dalla guerra come arbusti spezzati lungo gli argini da un fiume in piena. Bambini sotto shock a causa della guerra il cui trauma disumano sarà come una zavorra invisibile che si porteranno addosso per il resto dei loro giorni fino a tarda età. Bambini che hanno dentro la loro anima infantile ancora in formazione l’innato senso di una pace superiore e profonda che gli uomini non riescono mai a capire e perciò non possono mai dare. Bambini i cui effetti disastrosi della guerra sono ferite dagli squarci inauditi e dalla profondità senza dimensione che brilleranno come piaghe perlacee di luce tenebrosa col trascorrere cruento degli anni e delle stagioni. Bambini la cui levità divina contrasta terribilmente con la nefanda pesantezza adulta e crudele. Bambini che non sapranno mai e non conosceranno mai l’amore che il mondo e la società avrebbero dovuto donare loro fin dall’istante della nascita. Bambini sfregiati ma non distrutti. Bambini piegati ma non spezzati. Bambini che la guerra stritola ma non annienta. Bambini feriti dentro e fuori, nel cuore e nel corpo perché la guerra con le sue bombe produce esplosioni immani e crateri inverosimili anche dove non vi è cielo e terra troppo vasti da risucchiarli o troppo piccoli da contenerli. Bambini che negli occhi percepiscono la speranza di un suono diverso e nuovo le cui frequenze gli orecchi non possono udire perché la pace, la vera pace che il mondo non conosce e che da sempre brama, è quella nota silente e dolce accompagnata dalla perpetua armonia del Creato. Bambini il cui diritto ad essere amati è più forte di ogni avversario in guerra.

IL DIRITTO AD ESSERE AMATO

Non conosco il gioco della palla

né quello della playstation

o dei trenini di plastica a vapore,

non ho mai avuto e ora non più

matite colorate

per disegnare e scoprire

né e più una penna

per imparare a scrivere

e scrivere tante cose

sul mondo e sulla vita.

Nel mio paese c’è la guerra,

orribile e implacabile si aggira

fra pianti e rovine

lo spettro della morte

e falcia la testa dei crochi in fiore

insieme a quella degli esseri umani

senza distinzione.

Ciascun giorno è la fame,

e la paura,

a scandire le ore.

Ma ciò di cui soffro di più

essendo bambino

è il non avere e più

un padre e una madre

le loro carezze e le loro premure.

Crescerò, lo so crescerò

diventerò prima adolescente

e poi adulto senza avere mai e più

conosciuto il diritto

più implicito e più naturale

per un bambino: il diritto ad essere amato.

Francesca Rita Rombolà

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