La correlazione tra cultura e violenza – HEINRICH POPITZ
Heinrich Popitz / 29 Ottobre 2013

Si può accettare la violenza? Si può capire la violenza? La violenza sui minori, sulle donne, sugli animali, sui più deboli e sui più indifesi, la violenza razziale. Si può dare una risposta a queste domande? La violenza si veste di una “forma di comunicazione” caratterizzata da un rapporto di forze asimmetrico. Il non riconoscere l’altro come proprio simile è funzionale al fatto che la violenza possa compiersi, si costruisce cioè simbolicamente una differenza perché la violenza possa esprimersi. In fondo, la violenza è legata alla formazione e alla difesa dell’identità: la distruzione dell’altro avviene quasi sempre in funzione della preservazione della mia identità, in quanto la diversità dell’altro danneggia la mia stabilità esistenziale. La violenza che si manifesta nell’abuso e nello sfruttamento delle persone è collegata alla forma relazionale del potere e ne rappresenta, in un certo senso, una degenerazione o estremizzazione. La forma sessuale dello stupro, dell’induzione in schiavitù per fini di prostituzione o di abuso di minori, il maltrattamento di animali possono essere ritenuti una terribile esperienza coercitiva di potere sull’altro, espressione che ha bisogno della violenza sia come presupposto, per costringere l’altro ai propri voleri, sia come componente per la sua soddisfazione. La violenza sessuale poi…

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