Joshua Tree. Un albero le cui radici toccano il centro della terra e dell’anima

21 Settembre 2022

Negli Stati Uniti d’America e nel mondo è conosciuto come Joshua Tree (ossia l’albero di Giosuè, il personaggio biblico dell’Antico Testamento, chiamato così dai primi coloni bianchi giunti nel deserto della California nel diciannovesimo secolo, appartenenti alla confessione religiosa dei Mormoni). E’ davvero un albero mitico. Ma forse più che mitico si potrebbe anche dire leggendario. Oggi si trova all’interno del Joshua Tree National Park, in un’area sacra ai nativi americani denominata il deserto del Mojave, in California. Un albero, oltretutto, che appartiene ad una specie molto longeva che può sopravvivere anche per diversi secoli.

Un unico albero e un albero unico puntellato e circondato solo da rocce e da cespugli bassi. Solitario e grandioso, misterioso e immerso nella sua area sacrale, The Joshua Tree vive e si nutre di un paesaggio surreale e insieme irreale, altamente suggestivo e intensamente poetico. Artisti in ogni campo e di ogni tempo hanno immortalato quest’albero con le loro opere e per mezzo delle loro opere. Si dice che un poeta, un musicista, un pittore, uno scultore, un regista, uno scrittore recandovisi ai piedi di The Joshua Tree e sostandovi, anche per pochi minuti, non possa fare a meno di trovare ispirazione per le proprie opere e illuminazione per le proprie idee creative. E’ solo questione di fascino, di suggestione o quest’albero, in questo luogo, ha davvero un qualcosa di speciale che attrae, imprime, trasfigura, ispira, porta sull’orlo dell’abisso interiore e creativo e al limite della visione spirituale e immaginifica? Forse sì. Forse no. La sua unicità, unita all’unicità del deserto, non può non arrischiare l’incontro tra la parola e l’ascolto e condurre, così, alla scaturigine del verso. Il suo potere di evocazione e la sua magia sono così endemici, naturali, pieni che non possono non dare al suono la sua giusta vibrazione e alla musica la sua manifestazione perfetta. L’artista (chiunque esso sia e di qualunque arte si faccia interprete o messaggero) coglie ciò, in sé e al di fuori di sé, e comprende tutta la forza e l’importanza del proprio gesto creativo tutt’uno ormai con le radici profonde di un albero sacro, che toccano il centro della terra e dell’anima.

Ballata a Joshua Tree

Lo seppellirono qui

non c’era nessuno a guardare

quando il vento soffiò dal deserto

lo seppellirono i corvi

lo tolsero dalla bara

e lo lasciarono alla polvere

con la sua speranza

Lo portarono qui di mattina

non c’era nessuno a piangere

quando soffiò il vento del deserto

lo piansero i corvi

lo sparsero sulla sabbia

e lo lasciarono alla polvere

con la sua speranza

Qualcuno si ricordi di me nelle sue canzoni

qualcuno sogni di me nelle sue notti insonni

qualcuno canti per me le sue canzoni

qualcuno pianga per me nella sua preghiera

qualcuno gridi di me nelle sue lotte

qualcuno urli per me davanti alla desolazione

qualcuno parli di me nei giorni tristi

qualcuno cammini per me nelle sue visioni

qualcuno rida per me nelle sue esibizioni

Fu sepolto laggiù sotto l’albero grande

nessuno ci fu per guardare

dove fu sepolto

il vento soffiò dal deserto

quando i corvi piegarono le ali

scesero nella bara

e lasciarono le sue canzoni al vento

Lo portavano laggiù sotto l’albero grande

nessuno ci fu a piangere perché là lo portavano

quando il vento del deserto soffiò

le ali dei corvi calarono

lo raccolsero nella sabbia

e lasciarono la sua speranza alla polvere

Qualcuno mi aiuti nella sua preghiera

qualcuno mi aiuti nelle sue notti insonni

qualcuno mi ricordi nelle sue canzoni

qualcuno mi parli nelle sue visioni

qualcuno mi salvi nelle sue lotte

qualcuno mi chiami nella sua desolazione

qualcuno mi invochi nei giorni tristi

qualcuno mi pensi nelle sue esibizioni

qualcuno mi evochi nelle sue canzoni

I corvi volavano nel cielo

e andavano alle colline senza erba

i corvi si allontanavano nel cielo

e fuggivano nella terra senza alberi

il vento soffiava dal deserto

quando i corvi si posarono sopra il grande albero

I corvi cantarono nel cielo

e fuggirono sulla sabbia delle colline

i corvi gridarono al cielo

e andarono lontano

verso la polvere della terra

il vento soffia nel deserto senza erba e senza alberi

quando i corvi si stendono sotto il grande albero

Qualcuno mi aiuti

qualcuno mi sogni

qualcuno mi ami

qualcuno mi chiami

qualcuno mi invochi

qualcuno mi parli

qualcuno mi pensi

qualcuno mi evochi

qualcuno mi ricordi nelle sue canzoni

qualcuno mi risvegli nelle sue emozioni

qualcuno mi salvi per le mie canzoni

qualcuno si ricordi di me

qualcuno mi aiuti

La sabbia è trascinata dal vento

la polvere è partita col vento

le ceneri dormono nei sogni del vento

i corvi cantano fra i rami nudi

del grande albero al centro del deserto

senza erba senza alberi e con molte canzoni

Qualcuno ricordi

qualcuno mi aiuti

Tratto da “Blues del sottosuolo” (raccolta di spirituals inedita di Francesca Rita Rombolà, anno 1987), per un giovane amico chitarrista le cui ceneri riposano laggiù, a Joshua Tree, dove tanti poeti e musicisti hanno scelto di riposare per sempre al termine di una vita travagliata e intensa.

Francesca Rita Rombolà

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