“Vorremmo che la nostra musica trasmettesse un senso di positività e di serenità”. Conversando con gli Animarea

18 Maggio 2023

Animarea è un progetto artistico sorto ufficialmente da un’idea di Gabriele Toniolo e Rossana Bern. Nel 2011 esce il loro primo EP composto da cinque brani inediti. Dal racconto EP è stato estratto il singolo “Onda Anomala” trasmesso da diverse emittenti radiofoniche e da Rai Radio 1 durante il programma “Citofonare Cuccarini” condotto da Lorella Cuccarini. Le esperienze live, radiofoniche, televisive e soprattutto lo studio rappresentano la base di una ricerca continua per gli Animarea per raggiungere un’identità musicale e stilistica propria, originale, unica. Nel 2018 gli Animarea pubblicano il disco “Holidays in Rome” che riceve molti apprezzamenti. Nel 2022 inizia per gli Animarea la collaborazione con il musicista e produttore Alberto Paderni. “Welcome to Babylon” è il nuovo singolo degli Animarea.

Francesca Rita Rombolà e gli Animarea conversano di musica e di poeti.

D – Il genere musicale che caratterizza gli Animarea e ciò che lo ha influenzato.

R – Il nostro genere musicale spazia tra lo smooth jazz e il pop – soul. I precedenti lavori discografici, come “Holidays in Rome” (disco del 2017) hanno forti contaminazioni jazz, bossa nova e funky – soul. Il nostro background è molto variegato. Da giovanissimi ascoltavamo soprattutto pop e rock (italiano e internazionale). Siamo cresciuti con la musica anni ’80 e ’90 che ha regalato delle hit pazzesche le quali rimarranno nella storia della musica per sempre: Phil Collins, I Simply Red, gli Spandau Ballet, Pino Daniele sono solo alcuni nomi di quel meraviglioso periodo musicale. Successivamente ci siamo avvicinati al jazz e al soul. Diverse sono le influenze: dalle ispirazioni jazzistiche delle “divine” Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Etta James alle raffinate produzioni di Burt Bacharach; da Stevie Wonder a Diana Krall, e poi ancora Norah Jones, Caro Emerald, Amy Winehouse, Incognito, Swing Out Sister, The Style Council e molti altri. In questi ultimi anni abbiamo realizzato una contaminazione anche di musica più elettronica, sinth pop e contemporanea (come I Kadebostany, Purple Disco Machine etc.). Il nostro ultimo singolo ha sonorità certamente più contemporanee, ma incorpora un pò tutti i mondi musicali che abbiamo esplorato.

D – Qualcosa sul nuovo singolo “Welcome to Babylon”.

r – Il brano è stato scritto verso la fine dei vari lockdown, quando iniziavamo a ripartire un pò con la vita reale. Sentivamo l’esigenza di scrivere un brano che arrivasse in maniera trasversale e che fosse quindi più pop dei precedenti. Orecchiabile e coinvolgente. La canzone racconta la storia di una donna che, con le sue fragilità, ha affrontato coraggiosamente le sfide della vita. Le sofferenze fortificano, ma ti cambiano anche. Le occasioni perdute, i problemi irrisolti, le costanti frustrazioni sono conflitti aperti che alimentano i disequilibri interiori e così la voglia di ribellione, di lasciarsi andare, soltanto per provare a sfiorare ancora il piacere della felicità. E’ la Babilonia dell’anima! Là dove regna il disordine e la confusione, si infiamma la voglia di una libertà incondizionata. l’amore è il riscatto di una dimensione caotica. Il brano è stato arrangiato in collaborazione con il produttore Alberto Paderni (in arte “Paddo”) che ha lavorato con grandi artisti italiani (tra cui Ligabue, Gianni Morandi, Mietta etc.).

D – La musica oggi e le difficoltà, per un artista, per avere una certa visibilità.

r – Esistono tantissimi bravi artisti in giro! E’ bello sapere che c’è voglia di comunicare e fare musica. Purtroppo è difficile per gli artisti trovare gli spazi giusti per potersi esibire (molto meno locali fanno musica dal vivo rispetto a qualche decennio fa e non ci sono i budget …). Inoltre, anche il mercato musicale rende complesso l’autofinanziamento dei propri progetti. La musica online ha il vantaggio di arrivare al grande pubblico potenziale ma non da le risorse sufficienti per investire nei propri progetti. C’è, inoltre, una omologazione di generi musicali (in molti fanno cose simili) spesso legati al mondo dell’hip hop e della trap. Le canzoni manipolate/velocizzate e fatte per tik tok durano qualche mese … Si ascoltano sul telefonino e si perde il senso della bellezza di un arrangiamento. Si sono smarriti il senso e la voglia di ascoltare un disco intero. Infatti, anche i grandi artisti oggi optano per più singoli piuttosto che per un lavoro impegnativo e costoso come il vecchio album. Le copertine da sfogliare, le foto e i crediti sono preistoria (tranne casi particolari, per pochi cultori, vedi il ritorno del vinile). Dovremmo abituare, soprattutto, le nuove generazioni ad ascoltare un pò di tutto: la musica attuale, ma anche quella che ha segnato la storia italiana e internazionale innazitutto degli anni ’70,’80 e ’90. L’altro giorno ascoltavo alla radio “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla … e pensavo, con nostalgia, a quante cose sono cambiate.

D – Cosa si cerca nella musica e cosa si vuole dalla musica?

R – Crediamo molto nella musica che fa sognare e che fa sperare. Negli ultimi anni stiamo vivendo tante situazioni difficile e complesse. C’è una disillusione diffusa, anche tra le nuove generazioni. L’arte è sempre l’espressione di un periodo storico. E nella musica di oggi si sente questo senso di disagio, non soltanto nei testi ma anche e soprattutto nelle ritmiche, nelle linee melodiche e nelle scelte armoniche delle canzoni. Le vibrazioni che ci trasferisce la musica sono importantissime, e vanno oltre le semplici parole del testo. Le nostre composizioni, anche quando parlano di difficoltà, nascondono sempre un messaggio di speranza e di leggerezza. Vorremmo che la nostra musica trasmettesse un senso di positività e di serenità.

D – il poeta preferito degli Animarea.

R – Il preferito è John Keats per l’universalità emotiva dei suoi versi, che sono in grado di toccare l’anima in profondità ancora oggi, a distanza di duecento anni dalla sua morte, per le suggestioni della sua poetica incentrata sul valore assoluto dell’arte, dell’immaginazione, della bellezza e della classicità, e per la musicalità delle sue opere, laddove il suono evocativo delle parole è frutto di un’accurata scelta stilistica, proprio come avviene nella composizione del testo di una canzone.

Francesca Rita Rombolà

Animarea

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