La primavera nel suo primo dì

21 Marzo 2024

La luce… il sole. Cosa sono? Il fuoco, la fiamma, il calore… cosa sono? Vortici di spirali a velocità vertiginose. Corpi celesti in collisione. Stelle supergiganti che si consumano lente e ancora più lentamente si dissolvono espandendosi. Stelle che esplodono in istanti immani e spaventosi. Catastrofi inaudite nel Cosmo. Principio e fine. Fine e principio. Nel silenzio totale. Più puro e assoluto. Tutto è silenzio. Al di là della vita e della morte. Nello spazio cosmico il suono non si propaga. Negli abissi della terra. Nel profondo. Nei baratri del sottosuolo. Nella radice tellurica dell’anima. In buie caverne. Presso fiumi sotterranei. Nei non – luoghi dell’esistenza. Prima dell’inizio del tempo e dopo la fine del tempo. Dove la materia finisce e l’anti – materia si evolve invisibile e oscura. La temperatura non è neanche più misurabile. Gradi Celsius, Farhenheit, Kelvin. Cosa sono? Semplici convenzioni umane. L’uomo al di là del tempo e dello spazio? Dimensioni senza luce e suono. Niente è. Niente esiste. Il Nulla. Il concetto del Vacum. Il freddo è terribile. E’ irresistibile. Il gelo è sovrano.

Respiro. Respiro primordiale. Sospiro preternaturale dell’Essere. Vibrazione e parola. La vita. La parola. Il canto. Una voce. Un grido. Il mio sussurro, il tuo sussurro. Ora iniziamo a muoverci. La temperatura inizia a salire. Sta salendo. Sale. Ci riscaldiamo un pò, ancora debolmente. Parliamo. Tutto ha avuto fine sì. Tutto ricomincia sì. Tutto ha inizio. Nascono gli umani. Tu e io. Seme dell’Humanitas. Nasce la Poesia.

Oggi è il 21 marzo, è finito l’inverno, termina il freddo. Inizia la primavera nel suo primo dì. E’ la Giornata Mondiale della Poesia.

ANCORA LA PAROLA È

Ancora la parola è.

La luce lenta

avanza sull’oscurità notturna

e il vento soffia leggero

sulle corolle dei primi fiori.

Ancora la parola è.

Guarda: sul ramo di fico

nudo e infreddolito

sono spuntate tenere foglie

rivolte verso il sole dell’aurora.

Ancora la parola è.

Dove la vibrazione

produce il suono

e il canto celebra il dolore

insieme al sussurro della Creazione.

Ancora la parola è.

Il fare dei miti

dei sogni, dei segreti

e dei destini imperscrutabili

mentre le generazioni mutano lo scopo e il fine.

Ancora la parola è.

Il fulgore della vita

il culmine dell’attesa

e i momenti distinti

nella singolarità iniziale della deflagrazione.

Ancora la parola è.

Il rinascere che non si arresta

quando la dinamica dei linguaggi

investe i mondi e le comunità

in cammino verso il centro della luminosa radura.

Ancora la parola è.

La pace è l’urgenza dei popoli:

pace del cuore, di anima, di spirito

che non sanno cercare

e mai così conosceranno la verità della quiete.

Ancora la parola è.

gli occhi che vedono

e percepiscono l’ascolto,

l’essere giunge povero e solo:

qui la primavera porta salvezza.

Francesca Rita Rombolà

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