Charles – Luis de Montesquieu, il “padre” della teoria della separazione dei tre poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – di uno Stato

5 Aprile 2024

Le idee politiche, filosofiche, scientifiche di Charles – Luis de Montesquieu (1689 – 1754) si riassumono ne “l’Esprit Lois” che consta di trentuno libri. Egli cerca, soprattutto, di stabilire in che modo si deve regolare civilmente e politicamente l’uomo, nella costante varietà della sua natura, per essere felice e compiere al meglio il suo compito nella società. La vita sociale è, per l’uomo, il compimento di una legge naturale. Un triplice pensiero forma il contenuto essenziale de “l’Esprit de Lois”:

A)La dottrina delle leggi in generale;

B)La dottrina dei governi;

C)La dottrina della libertà politica e della separazione dei poteri.

Contro il contrattualismo imperante, che faceva delle leggi l’opera della ragione e della volontà astratte, Charles – Luis de Montesquieu afferma risoluto che le istituzioni civili e politiche sono sottoposte a leggi naturali immutabili al pari di tutti gli altri fenomeni della natura. Egli mette in rilievo la religione in quanto ha ben compreso che senza di questa nessuna società può essere considerata stabile. Dopo aver rilevato gli stretti legami tra i costumi di un popolo e alcuni fenomeni quali la guerra, le leggi dispotiche, le libertà individuali Charles – Luis de Montesquieu giunge a formulare “l’Esprit général d’une nation” il quale è un prodotto storico (la religione, le leggi, le massime del governo, i costumi, le maniere ecc. ecc.) ma è innanzitutto la risultante di un insieme di fattori naturali e morali che costituiscono il fondo comune di un popolo e di uno Stato generante il sentire, il pensare, l’operare. Distingue tre specie di governi: il repubblicano, il monarchico, il dispotico.

A)Il governo repubblicano è democratico o aristocratico: il potere sovrano risiede nel popolo o in quella parte di esso che si distingue per censo, capacità, merito;

B)Monarchico è il governo in cui uno solo governa, ma secondo leggi fisse e stabilite;

C)Nel governo dispotico uno solo governa, ma senza leggi e senza freno.

A ciascun governo corrispondono leggi. Le leggi che stabiliscono il diritto di voto sono fondamentali nel governo democratico; temperare il principio democratico con quello aristocratico è utile in una repubblica. L’esistenza di poteri intermediari subordinati è una necessità della monarchia, e il potere intermediario più naturale è quello della nobiltà (vedi oggi, ad esempio, l’Inghilterra o la Spagna). Il governo dispotico si regge per la capacità, l’abilità e spesso la crudeltà e l’oppressione in ogni campo di un solo uomo. Mentre la natura del governo è ciò che lo fa essere tale, il suo principio è ciò che lo fa agire, ossia nello Stato popolare la virtù, nel senso antico della parola, è il principio fondamentale; nello Stato monarchico l’onore, cioè la considerazione personale e sociale, sostituisce la virtù; il timore, la paura, la delazione, l’ipocrisia sono i principi del governo dispotico. Per la stabilità dello Stato è necessario che le leggi dell’educazione, e in generale tutte le leggi, si equiparino al principio del governo; perciò nei diversi governi, in base al principio diverso che li regge, variano le leggi civili e criminali, la forma dei giudizi, lo stabilire le pene. La libertà politica è solo possibile negli Stati moderati, ma poiché anche in questi è possibile l’abuso di potere, allora è necessario creare una tale disposizione di cose per cui “le pouvoir arrete le pouvoir”. Di qui l’importante e iconica teoria (alla base oggi di quasi tutti i governi occidentali, o che all’Occidente si ispirano) della separazione dei tre poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario. La teoria dei tre poteri sovrani e della loro separazione, da Charles – Luis de Montesuieu in poi, diviene il carattere differenziale dei governi costituzionali. La libertà politica, in primis, considerata nei suoi rapporti non con la costituzione ma con il cittadino, consiste nella sicurezza. La costituzione può essere libera e il cittadino non esserlo, e viceversa. Dalla “bontà” delle leggi criminali dipende – dunque per Charles – Luis de Montesquieu – la libertà del cittadino.

Francesca Rita Rombolà

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