“Lo scopo della letteratura è estetico, ovvero utilizzare la parola scritta per suscitare sensazioni e pensieri che esulino dal pratico o dall’ideologico”. Conversazione con lo scrittore Andrea Gualchierotti

1 Luglio 2025

Andrea Gualchierotti (Roma, 1978) vive e lavora in provincia di Roma. Per le Edizioni Il Ciliegio è autore, insieme a Lorenzo Camerini, dei due volumi della saga di Atlantide, “Gli Eredi di Atlantide” e “Le Guerre delle Piramidi”, e in solitaria dei romanzi di retelling mitologico “La stirpe di Herakles” e “I principi del mare”, oltre che de “I campioni dell’Inferno” ambientato fra i gladiatori dell’antica Roma. A quattro mani con Greta Cerretti ha poi pubblicato, per Bertoni Editore, “Il mio posto fra i lupi”. Numerosi i racconti a tema storico e fantastico scritti per altri editori fra cui Watson Edizioni, Delos Digital, Ali Ribelli etc. Insieme a Giuseppe Aguanno ha curato l’edizione ritradotta e commentata della Saga di Solomon Kane di Robert E. Edward per l’editore il Palindromo. Recensisce novità e classici della letteratura fantasy, e non solo, sul quadrimestrale “Dimensione Cosmica”, diretto da Gianfranco de Turris. Di quest’ultimo ha curato il volume, in occasione dei sessanta anni di carriera, “Il Viaggiatore Indomabile”. Suoi contributi a tema storico e letterario sono apparsi anche su “Il Giornale OFF”, “Rivista di Politica”, “LabParlamento”, “PlusNews” e “L’Intellettuale Dissidente”. Lavora come consulente editoriale presso il Gruppo Mondoscrittura e dirige la collana di narrativa fantastica Dragonika. E’ ospite abituale di fiere e convegni tra cui “Più Libri Più Liberi”, il festival Tolkieniano “La Notte dell’Anello” e “Fantastico Mediterraneo” presso la Biblioteca della Camera dei Deputati. Di lui hanno parlato la rubrica “Achab Libri” del Tg2, i quotidiani Il Giornale, Il Messaggero e Il Tempo, oltre a riviste e numerosi siti on line.

Francesca Rita Rombolà conversa con lo scrittore Andrea Gualchierotti.

D – Andrea Gualchierotti come definirebbe i libri che ha scritto? Fantasy? Storici? Mitologici? O altro?

R – Con i thriller non mi sono mai esercitato, ma sicuramente tutti gli altri filoni citati inquadrano parte delle coordinate della mia scrittura: il fantastico, la mitologia e la storia sono infatti gli ingredienti principali con cui imbastisco romanzi e racconti. Amo le storie che affondano le proprie radici nel mondo antico, e di sicuro l’esotismo di culture dimenticate così come l’avventura sono i cardini sui quali costruisco buona parte dei miei lavori: ecco così che mi è piaciuto esplorare l’antichità greca, ma anche il mondo bizantino, i deserti mediorientali, o gli scenari favolosi di Atlantide …

D – Che genere letterario prediligono oggi i lettori, secondo te?

R – Se dovessimo dare retta a quel che si vede sugli scaffali in libreria o a ciò che va per la maggiore sui social, sarebbe scontato dire gialli, romantasy e storie di vita. La realtà è però più complessa: non solo molti lettori si dedicano a più generi contemporaneamente, ma soprattutto il mercato letterario è parecchio frazionato: esistono nicchie durate, e nemmeno troppo piccole, dove si producono e leggono romanzi lontanissimi dal mainstream. Spazi che sono vigilati non solo dalle piccole case editrici, ma anche dai grandi marchi, che sanno bene che in quegli ambiti la fidelizzazione vuol dire molto. Insomma, se i numeri paiono indicare come vincenti solo certi generi, a ben guardare grandissima parte dell’editoria si occupa d’altro. E così i lettori.

D – Quale messaggio può ancora veicolare la letteratura in tempi di super tecnologia digitale in ogni campo?

R – La cosa migliore che può fare la letteratura è NON veicolare messaggi. Non da oggi, assistiamo all’invadenza di volumi che mascherano con la narrativa la pretesa di imporre visioni ristrette, moralistiche, eppure con pretese di universalità. Ma la letteratura non è fatta per questo: il suo scopo è estetico, ovvero utilizzare la parola scritta per suscitare sensazioni e pensieri che esulino dal pratico o dall’ideologico. In una parola, il brivido del sublime, del bello e dello spirituale. Quando uno scrittore prescinde da questo, utilizza la scrittura come puro mezzo di influenza sociale. E la uccide.

D – Cosa vorresti scrivere, e che non hai ancora scritto?

R – Rimando da anni (ma conto di essere quasi arrivato a metterci mano) un romanzo ambientato nell’Italia prima dell’avvento di Roma, in un’Italia oscura, magica, coperta di foreste impenetrabili, dove dei e uomini si confrontano quasi faccia a faccia.

D – La Poesia e i poeti sono, per te, importanti e necessari?

R – Nella domanda, come spesso accade, si nasconde la risposta, ma provo a dire la mia senza nascondermi dietro un modo di dire. Ad essere necessari sono la buona poesia e i bravi poeti, in grado cioè di andare oltre il contingente, il presente, il puramente personale, attingendo invece ad una sensibilità più alta, il tutto recuperando le potenzialità dimenticate (purezza di suono, ricchezza espressiva) della lingua italiana, martoriata da decenni di automutilazione compiaciuta.

Francesca Rita Rombolà

Andrea Gualchierotti

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