L’apporto del poetare o della poesia. “E piove ancora” di Francesco Montalto
000 Primo piano , Francesco Montalto / 25 Giugno 2020

Una raccolta di poesie breve, definirei il volumetto “E piove ancora” di Francesco Montalto. Poesie che toccano vari argomenti e aspetti di un vissuto lacerato e spesso pieno di disincanto, versi che giocano con ciò che le emozioni e i ricordi possono produrre nell’anima… un’anima che sembra ferita e disillusa ma pur sempre capace di rispondere ad ogni tempesta, caos, travolgimento con il “farmaco benefico” della poesia. Ecco, ad esempio, i versi della poesia “Calde strade”: Calde strade/che si perdono nel nulla/la pelle brucia/sotto il sole rovente/Puttane a buon mercato/si incontrano/all’entrata di sudici motel/dove accamparsi per poco tempo/e sentirsi vivo. Stringata e asciutta nel linguaggio, realistica e mordace nelle descrizioni forse fa scaturire nel lettore un moto profondo che agita fino a scuotere l’essere tutto, e la sua immediatezza ha un ché che lascia quasi interdetti. Vi scaturisce un senso di inadeguatezza marcata che si trasforma in una sorta di malessere esistenziale con un occhio vigile sulla possibilità di riscatto (sociale? Morale? Spirituale e umano?). “E piove ancora”, silloge poetica che si colloca come appropriata metafora di un tempo (o di tempi, se si preferisce) che ha mutato e stravolto i normali paradigmi, non solo di una civiltà con valori…

La ragion d’essere del mondo, della vita e del senso che ad essi diamo o riusciamo a dare
Francesco Montalto / 24 Ottobre 2014

PRESENZE Notturne presenze cavalcano ostinate menti sopportandosi a vicenda … spunta l’alba e sforzi imbarazzanti per equilibrare pesi sempre più squilibrati arriva settembre e arriva aria nuova da troppo anelata IMPROVVISE ESIGENZE Allarmati! da un’improvvisa esigenza voler evadere e godersi il vento da soli STABILI EQUILIBRI PRECARI è un titolo che suona un pò strano e inusuale per una raccolta di poesie. Eppure bisogna anche dire che il linguaggio della Poesia è un linguaggio del tutto speciale, che non è e non dovrebbe mai essere o diventare convenzionale. Premesso ciò, allora si possono accettare termini apparentemente in contraddizione e in antitesi fra loro, perché un qualcosa in equilibrio stabile non può essere precario e viceversa per la logica e il raziocinio più rigorosi. Cosa immagina il poeta? E qual’è la sua ispirazione più immediata quando vuole comporre in versi una realtà separata o altra o altrimenti inconciliabile? Immagina forse molte cose insieme perché la sua immaginazione non ha limiti, e la sua ispirazione a volte è inconscia e irresistibile, talvolta “stabile” in “equilibrio” e “precaria”; l’importante è saper mediare fra le parole e la lingua e riuscire a trovare la sinergia perfetta che crea, produce e sintetizza i vari elementi…

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