Maxmilien de Robespierre. Una figura storico – politica da riscoprire

Come ripensare oggi una figura storico – politica quale quella di Maximilien de Robespierre (1758 – 1794)? Alcuni suoi biografi, francesi e non, odierni affermano che egli fu il primo “maestro di scuola” della democrazia. Un maestro di scuola severo, che non le ha risparmiato né la verità, né gli avvertimenti, né i rimproveri. Il suo programma di azione è sempre di una impressionante attualità. Noi, in fondo, siamo suoi “figli intellettuali”. Lo adottiamo come una guida, come una bandiera. Si “riscopre” oggi Maximilien de Robespierre perché ha concepito e praticato l’arte del governo (questa politica così giustamente screditata ai giorni nostri) come un sacerdozio. In fatto di politica ha detto: “Nulla è giusto se non ciò che è onesto. Nulla è utile se non ciò che è giusto”. Egli avrebbe voluto che la politica fosse una morale in azione. Ha ripetuto, senza stancarsi, una verità che traeva da Jean Jacques Rousseau e da Charles – Luis de Montesquieu, e cioè che tra tutti i governi quello democratico è il più difficile da mettere in atto veramente perché occorre dedizione al bene pubblico, in altre parole, virtù; una verità che ha predicato (e praticato) con l’esempio. Maximilien de Robespierre non…

Un’opera attuale o inattuale? “Il contratto sociale” di Jean – Jacques Rousseau

Non credo sia fuori luogo, in tempi di post – moderno, fare una breve riflessione su un’opera piuttosto controversa come controverso è stato il suo autore. Si tratta dell’opera “Il contratto sociale”, il suo autore Jean – Jacques Rousseau (1712 – 1778). Di cosa tratta, nelle linee generali, “Il contratto sociale”? Dell’autorità politica. Infatti Jean – Jacques Rousseau si propone di mostrare a quali condizioni una simile autorità possa essere legittima e, di conseguenza, di denunciare quelle che non lo sono. Non si tratta tanto, per lui, di prescrivere dei limiti a questa autorità, quanto in fondo di ricercarne il fondamento e di determinarne la natura. Tre sono i punti salienti de “Il contratto sociale”: Nessun uomo ha un’autorità naturale sul proprio simile. Ne consegue che nessuna autorità può essere legittima se è istituita o se viene esercitata senza il consenso di coloro che vi sono sottomessi; L’autorità politica Jean – Jacques Rousseau la chiama sovranità – risiede essenzialmente nel popolo. Essa è inalienabile, e il popolo non può affidarne l’esercizio a nessuno: né a un monarca, né a dei rappresentanti. Il singolo che rinunci alla sua libertà rinuncia, nello stesso tempo, alla sua qualità di uomo. Così, un popolo…

Charles – Luis de Montesquieu, il “padre” della teoria della separazione dei tre poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – di uno Stato

Le idee politiche, filosofiche, scientifiche di Charles – Luis de Montesquieu (1689 – 1754) si riassumono ne “l’Esprit Lois” che consta di trentuno libri. Egli cerca, soprattutto, di stabilire in che modo si deve regolare civilmente e politicamente l’uomo, nella costante varietà della sua natura, per essere felice e compiere al meglio il suo compito nella società. La vita sociale è, per l’uomo, il compimento di una legge naturale. Un triplice pensiero forma il contenuto essenziale de “l’Esprit de Lois”: A)La dottrina delle leggi in generale; B)La dottrina dei governi; C)La dottrina della libertà politica e della separazione dei poteri. Contro il contrattualismo imperante, che faceva delle leggi l’opera della ragione e della volontà astratte, Charles – Luis de Montesquieu afferma risoluto che le istituzioni civili e politiche sono sottoposte a leggi naturali immutabili al pari di tutti gli altri fenomeni della natura. Egli mette in rilievo la religione in quanto ha ben compreso che senza di questa nessuna società può essere considerata stabile. Dopo aver rilevato gli stretti legami tra i costumi di un popolo e alcuni fenomeni quali la guerra, le leggi dispotiche, le libertà individuali Charles – Luis de Montesquieu giunge a formulare “l’Esprit général d’une nation”…

Una Pasqua di pace interiore e di pace universale

Una Pasqua di pace interiore e di pace universale. Perché l’uomo è inquieto e in guerra contro se stesso. Perché gli uomini sono indifferenti e in guerra gli uni contro gli altri. Perché l’uomo, nel più profondo di se stesso, desidera ardentemente la pace. Perché gli uomini, nel loro inconscio collettivo, profondamente,  desiderano con ardore la pace. LA PIETRA MONOLITICA Un tremore nelle ossa da lungo diaccio o da colpo mortale il rombo sordo come da profondità abissali, e una luce micidiale dal cielo o dal principio cosmico dei multiversi sconosciuti. Cosa accade? Cosa è accaduto? Nulla di simile ai distinti boati della guerra al fragore e ai fuochi dei campi di battaglia alla morte e al sangue che su di essi impera. La vista si assottiglia. E scompare. Ritornerà attonita quando il sole è ormai alto e nessuno saprà o capirà o immaginerà col suo povero e gretto mortale e umano pensare. Cosa accade? Cosa è accaduto? Domande su domande risposte infinite che si rincorrono e si scontrano voci e mezze voci che borbottano ipotesi e di nuovo ipotesi che non hanno né fondamento né appiglio. … Ma la pietra monolitica che copriva l’entrata del sepolcro giace a terra….

La primavera nel suo primo dì

La luce… il sole. Cosa sono? Il fuoco, la fiamma, il calore… cosa sono? Vortici di spirali a velocità vertiginose. Corpi celesti in collisione. Stelle supergiganti che si consumano lente e ancora più lentamente si dissolvono espandendosi. Stelle che esplodono in istanti immani e spaventosi. Catastrofi inaudite nel Cosmo. Principio e fine. Fine e principio. Nel silenzio totale. Più puro e assoluto. Tutto è silenzio. Al di là della vita e della morte. Nello spazio cosmico il suono non si propaga. Negli abissi della terra. Nel profondo. Nei baratri del sottosuolo. Nella radice tellurica dell’anima. In buie caverne. Presso fiumi sotterranei. Nei non – luoghi dell’esistenza. Prima dell’inizio del tempo e dopo la fine del tempo. Dove la materia finisce e l’anti – materia si evolve invisibile e oscura. La temperatura non è neanche più misurabile. Gradi Celsius, Farhenheit, Kelvin. Cosa sono? Semplici convenzioni umane. L’uomo al di là del tempo e dello spazio? Dimensioni senza luce e suono. Niente è. Niente esiste. Il Nulla. Il concetto del Vacum. Il freddo è terribile. E’ irresistibile. Il gelo è sovrano. Respiro. Respiro primordiale. Sospiro preternaturale dell’Essere. Vibrazione e parola. La vita. La parola. Il canto. Una voce. Un grido. Il mio…

L’amore rimarrà per sempre un doloroso e meraviglioso enigma. “La pelle sul cuscino, il resto chissà dove” di Stefano Diotallevi

“La pelle sul cuscino, il resto chissà dove”, Armando Editore, 2023, di Stefano Diotallevi è un romanzo d’amore in cui si parla e si vive d’amore, l’amore presentato in diverse angolature e descritto con sfaccettature talvolta tenui talaltra forti come i colori sulla tavolozza di un dipinto. Molti i personaggi, sia maschili che femminili, ma solamente due i veri protagonisti: Pippo e Alice; lui un uomo semplice, solo e solitario, collezionista di moto d’epoca e grande bestia da lavoro; lei ragazza bella, viziata, volitiva di provincia alla ricerca dell’amore ideale, che poi alla fine non arriva. Pippo, in realtà, non conoscerà mai Alice né la frequenterà mai, seguirà la sua crescita biologica e affettiva da vicino vivendo nell’appartamento di fronte. Interessante l’incipit del romanzo: “Qualcuno ha detto che non c’è bisogno di soffrire per essere un poeta; l’adolescenza è una sofferenza che basta a chiunque ( … )”. Frasi non di certo scritte a caso da Stefano Diotallevi e sulle quali si potrebbe, e si dovrebbe, meditare per mesi, se non addirittura per anni (chi non ha mai sofferto durante l’adolescenza, per amore, per incomprensione da parte della famiglia e del mondo, o per altro ancora?). Alice vive la sua…

Lucy: il primo essere umano – donna del pianeta Terra

Uno, due, tre milioni e mezzo di anni indietro nel tempo, sprofondati in pieno Pliocene (periodo bio – geologico della terra), all’improvviso compare la nitida figura di una creatura che cammina! Sicura. Eretta. E’ un ominide. Un australopitecino. Una femmina. E’ già, in tutto e per tutto, una donna. E’ Lucy. Nel novembre del 1974, nel mezzo del Triangolo di Afar, nel deserto dancalo (Etiopia – Africa Orientale), il più grande paleantropologo vivente, l’americano Donald C. Johanson, compie un ritrovamento fossile eccezionale: cinquantadue ossa, circa il quaranta per cento dello scheletro di un singolo individuo. Al campo l’eccitazione è alle stelle, scorre la birra, viene suonato e risuonato il nastro della canzone dei Beatles “Lucy in the sky with diamonds”, e dal reperto fossile AL 288 – 1 nasce Lucy: un ominide di sesso femminile di quasi trent’anni, alta poco più di un metro che, con questo nome, sarà conosciuta in tutto il mondo. La sua postura è, fatto sorprendente, per la prima volta eretta … Perché Lucy camminava eretta? Potrebbe essere una questione di sesso (femminile), un adattamento evolutivo nella locomozione manifestatosi per un cambiamento nella “strategia riproduttiva”. Fatto sta che Lucy è la progenitrice del genere umano! Lucy:…

La libertà e la speranza, essenziali e imprescindibili per il genere umano. (H)EART(H) QUAKES di Stefano Diotallevi
000 Primo piano , Stefano Diotallevi / 27 Febbraio 2024

Un racconto strano ma oltremodo significativo, in cui l’io narrante del protagonista è una voce predominante e controversa, a tratti sincera e perfino umile, a tratti profonda e riflessiva, a tratti magnanima, lucida e anche un pò canzonatoria. Sto parlando del romanzo “(H)EART(H) QUAKES” di Stefano Diotallevi (L’Oceano dell’Anima Edizioni, 2017), scritto che ho trovato interessante sia per l’esposizione delle vicende, sia per la narrazione concisa e lineare che si avvale di diversi flashback dalla risultanza piuttosto efficace per la riuscita, diciamo così, dell’operazione – scrittura.L’io narrante di questo romanzo è una voce maschile che si divide fra il racconto delle proprie esperienze amorose e la tragedia del terremoto del 2016 – 17 nell’Italia centrale e, come il titolo riesce bene a comunicare, giocando sull’H iniziale e finale, tra parentesi, della prima parola in inglese per dare un senso efficace all’iperbole simbolica fra cuore (heart) e terra (earth). Cuore e terra, dunque, l’intensità della passione, il tumulto del sesso, lo sconvolgimento dell’amore fanno parte del cuore umano … e del cuore del protagonista, che vive varie e multiple esperienze con l’altro sesso, non senza problemi e difficoltà di ogni tipo, e il tumulto del cuore della terra, lo sconvolgimento delle…

“…La passione per la scrittura, che avevo sempre tenuto in un cassetto”. Conversazione con lo scrittore Paolo Orsini
000 Primo piano , Paolo Orsini / 21 Febbraio 2024

Paolo Orsini è nato a Siena, ma ha sempre vissuto a Firenze. Dal 1981 al 2019 ha lavorato nell’ambito del marketing e della pubblicità. Si è sempre impegnato nel sociale, prima come attivista di Amnesty International, poi come volontario di Voce Amica centro nazionale di ascolto telefonico. Nel 2015 ha partecipato a un corso di scrittura creativa, e da allora è iniziata la sua attività letteraria. Ha scritto numerosi racconti pubblicati in raccolte di vari autori e di alcune riviste letterarie. Nel 2016 il suo racconto “La Buttadentro” ha vinto il primo premio al concorso letterario “Caffè Giubbe Rosse” di Firenze. Ancora nel 2015, insieme ad altri dodici scrittori, ha partecipato alla nascita dell’Associazione “Gruppo Scrittori Firenze”, che si occupa di letteratura e di arti visive in genere, organizza il concorso letterario “Città sul Ponte”, fornisce assistenza editoriale e cura l’organizzazione di eventi. Nel 2018 pubblica, in self publishing, “La Grande Rivelazione”, un’antologia di racconti. Nel 2022 esce l’antologia “Scintille di Oscurità” che contiene nuovi suoi racconti insieme ad altri, della precedente raccolta, rielaborati. Nel 2023 Paolo Orsini pubblica “Limousine”, il suo primo romanzo. Francesca Rita Rombolà e lo scrittore Paolo Orsini conversano di narrativa, di poesia e altro. D…

Una rosea orchidea per la festa dell’amore

Festa degli amanti, disperati e soli. Festa degli innamorati, solitari e insieme. Festa dell’amore che unisce e, allo stesso tempo, disperde; porta gioia immensa e dolore smisurato; coinvolge e sconvolge, sazia e affama, brucia e rinfresca, eleva e abbassa, calma e tormenta. Festa di chi ama davvero, senza essere mai riamato; di chi sogna, nel più lucido e amaro presente; di chi ha fatto dell’amore più tenace la propria bandiera e non dimentica mai la sofferenza dell’amato e lo sguardo dell’amante. Festa dell’amore, che sa di primavera precoce e già annunciata e percepisce nei cuori il profumo suadente del vento e dei fiori, del mare e del cielo, delle nubi e della luna, del faro lontano e della scia di stelle all’orizzonte. Festa dell’amore che tutto si dona e dona, e lacero e perdente non smette mai, e poi mai, di amare camminando lento e avanzando a tentoni fino ai cancelli dell’Eternità. LA FORMA DELL’ ORCHIDEA Nascosta ai venti che gonfiano fino alle stelle le onde dell’oceano tremolanti gocce e danza di ragazze scatenate, dura e selvatica la rosea orchidea radice endemica dell’unico sangue fecondo piacevole dolore, e il seme vagante dei mondi il silenzio cosmico l’immane esistenza della materia…

“La musica è un mistero ed è anche un linguaggio universale”. Conversando con il musicista e cantautore Andrea Mazzacavallo
000 Primo piano , Andrea Mazzacavallo / 7 Febbraio 2024

Andrea Mazzacavallo è un musicista e cantautore. Nel 1995 vince il premio dedicato a Demetrio Stratos “Cantare la voce”. Nel 2000 pubblica il suo primo album e, con la canzone “Nord – est”, partecipa a Sanremo 2000. Nel 2003 Andrea Mazzacavallo partecipa al festival della musica uzbeka, a Tashkent. Nel 2006 vince il “Leoncino d’oro” alla Biennale Teatro di Venezia con la colonna sonora dello spettacolo di Carlo Gozzi “Il Carro”. Nel 2007 tiene un seminario su “Musica e vocalità nella commedia dell’arte” presso l’università di Seul (Sud Corea). Lo stesso anno, Andrea Mazzacavallo firma la colonna sonora dello spettacolo scritto da Tiziano Scarpa “L’ultima cosa”, che vince il premio “Chi è di scena” alla Biennale di Venezia. Nel 2008 Andrea Mazzacavallo realizza la musica dello spettacolo di circo – teatro “Cirk”. Francesca Rita Rombolà e Andrea Mazzacavallo conversano insieme. D – Vuoi parlare un pò, Andrea, del tuo ultimo album “Capricci”? R – “Capricci” sono le canzoni del pollo che si lagna, è lui che canta e che sempre merita il taglio. “Capricci” è una raccolta di canzoni scritte su commissione per spettacoli di teatro e di cabaret. C’è una canzone su testo di Ruzzante (1500 d. C.) scritta…

“La metafora è uno degli elementi trainanti dell’elaborazione letteraria e creativa”. Un dialogo con Vanni De Simone,scrittore,traduttore,editore,autore/regista di RadioRai
000 Primo piano , Vanni De Simone / 31 Gennaio 2024

Vanni De Simone, scrittore, traduttore e autore/regista di Radio Rai, vive a Roma; attualmente è direttore editoriale della casa editrice Elemento 115, di Roma. Fra i suoi lavori a RadioRai: “Nord – Sud”, recitativo Rock, 1989; “Beowulf”, elaborazione radiofonica musicale ispirata all’omonimo poema anglosassone, 1990; “Versimedia”, festival poetico, Roma, 1991. Fra le sue traduzioni: “Fiesta”, di H. Hemingway, Newton Compton, 1989; “Dizionario Oxford della Letteratura americana” e “Dizionario Oxford della Letteratura inglese”, Gremese 1993 e 1994; “Gli animali del futuro”, De Agostini, 2003, adattato per Rete Quattro, 2002 – 3; “Un racconto del XX secolo” di Ignatius Donnelly, Elemento 115, 2021. Come direttore editoriale di Elemento 115, E – Book Elemento 115: “La Terra del Popolo Volante”di R. Paltok, “Il Mondo di Cristallo” di W. H. Hudson; “Il Turbine Uamano”, di King Camp Gillette (inventore dell’omonimo rasoio), Elemento 115, 2018. Fra le sue opere di narrativa: “La Leggenda dei Fantasmi”, Sinegon, 1993, “Il Respiro dell’Orso Bianco”, DeriveApprodi, 2002; “Il Racconto degli Dei”, Elemento 115, 2019. Francesca Rita Rombolà dialoga di poesia, di scrittura, di attualità con Vanni De Simone. D – Vanni De Simone, scrittore, traduttore, autore/regista di RadioRai perché ad un certo punto del suo percorso artistico/professionale decide di…

“Il giardino dei Finzi – Contini” di Giorgio Bassani, sfondo di un mondo effimero e crudele
000 Primo piano , Giorgio Bassani / 27 Gennaio 2024

“Il giardino dei Finzi – Contini” è il romanzo più conosciuto dello scrittore Giorgio Bassani. Ha avuto una, diciamo, “incubazione molto lunga” in quanto un primo abbozzo risale al 1942, a venti anni prima cioè della pubblicazione del libro. La vicenda del romanzo ha un prologo, piuttosto efficace dal punto di vista letterario, la cui scena l’autore immagina sia avvenuta nel 1957 (molti anni dopo la fine della guerra e soprattutto degli avvenimenti narrati nel romanzo). Questo prologo serve proprio allo scrittore, nel narrare la visita ad una necropoli etrusca, ad andare indietro col pensiero e con i ricordi per rievocare altri morti “inghiottiti” dall’inesorabilità del momento storico terribile e particolare a un tempo per l’Italia e per l’Europa. Va, così, indietro nel tempo, col pensiero e con i sentimenti più profondi e brucianti della sua anima, alla sua giovinezza e alla sua terra: “a Ferrara e al cimitero ebraico posto in via Montebello”.Così l’io narrante inizia a parlare della famiglia ebrea dell’alta borghesia: i Finzi – Contini, residenti a Ferrara in un bellissimo palazzo isolato, con un antico giardino circondato da un muro di cinta, quasi come una sorta di protezione, o di isolamento, dal mondo esterno. La storia…

Progresso, modernità, post – modernità. Tre idee importantissime e legate tra loro

Idea di progresso. Idea di modernità. Idea di post – modernità. Tre idee importantissime e legate tra loro dall’invisibile filo rosso della Storia e dall’ansia collettiva, conscia o inconscia che sia, per il futuro. L’idea di progresso segue una lunga genesi e si configura quale “sorta di conquista” piuttosto recente nella storia dell’uomo. Dal mito classico greco – romano dell’Età dell’Oro al principio medioevale della Storia come successione di eventi ordinata dal volere di Dio fino alla cultura rinascimentale si pone con connotazioni decisamente moderne. Alla fine del XVI secolo, Jean Bodin aveva affermato la graduale ascesa dell’umanità verso stati superiori di incivilimento e l’affrancamento dall’antica teoria della degenerazione dell’uomo. Francesco Bacone e Renato Cartesio porteranno a compimento questo processo con l’affermazione della funzione pratica del sapere come strumento di miglioramento della vita degli uomini: la “New Atlantis” di Francesco Bacone, infatti, sancisce il carattere progressivo del sapere, che diventa così la condizione del progresso generale dell’umanità. Di fondamentale importanza è il pensiero di Renato Cartesio che, affermando la possibilità di costruire “l’edificio scientifico” su una base razionale procedendo da un complesso articolato di principi evidenti, conduce al corollario del carattere cumulativo del grado di conoscenza raggiunto. Il pensiero del…

Il Mito: quella straordinaria invenzione – creazione dei poeti della Grecia arcaica. Una riflessione illuminante e inusuale intorno a “ERANO LE OMBRE DEGLI EROI” di Donatella Bisutti
000 Primo piano , Donatella Bisutti / 9 Gennaio 2024

Nel 1990 Francesca Rita Rombolà pubblica la sua prima raccolta di poesie TIRINTO (Firenze Libri Editore), e il suo primo libro in assoluto. Come il titolo ben dice, questa silloge poetica prende lo spunto primario dall’antica città – fortezza della Grecia ma i suoi contenuti sono attuali e spaziano per il mondo che vive, che lotta, che muta o è in fase di mutamenti profondi ed epocali: è il Mito che ritorna in poesia, quella straordinaria invenzione – creazione dei poeti della Grecia arcaica che ha consentito loro, in primis, di plasmare, con la plasticità del logos misto al linguaggio, un universo fatto di dei e di eroi, di caos e di armonia, di follia e di bellezza, di incanto e di dolore in cui il Mito, per mezzo del canto, conduce dal nulla all’esistere e dona l’immortalità vanificando lo spazio e il tempo. Scrive, a proposito del Mito, Walter F. Otto, fra i massimi interpreti – studiosi della religione greca classica: ” Il vero Mito è sempre un mito di dei. Vi rientra anche il mito concernente gli eroi. Questo infatti non soltanto presuppone il mito degli dei, ma gli si rivela affine anche nel culto al quale anch’esso…

La Poesia e il tempo

Il tempo, enigma e mistero fin dalla comparsa dell’uomo sulla terra. Il tempo, ossessione, ansia, tabù, realtà sacrale, entità che sfugge. E’ stato e continua ad essere tutto ciò per l’uomo il tempo e il concetto di tempo. Il tempo, inafferrabile eppure ineludibile; realtà o irrealtà? Cosa si sa o si può mai dire di concreto intorno al tempo? I rintocchi di una campana che scandiscono le ore, ciò che noi, come esseri umani, facciamo ogni giorno, nel bene o nel male, è uno scandire lento o veloce del tempo. Gli orologi (anche i più sofisticati quali quelli atomici che scandiscono perfino i millesecondi) misurano il tempo: in secondi, in minuti, in ore ma non dicono che cos’è il tempo. I calendari lunari o solari riportano, regolarmente e ciclicamente, i giorni, i mesi, gli anni ma non dicono, ugualmente, che cos’è il tempo. Ci hanno provato i filosofi di ogni epoca a pensare il tempo e a tentare di capire che cosa il tempo mai fosse. Ma in fondo non si è mai saputo, non si sa, forse non si saprà mai che cos’è il tempo. Tutti quelli che hanno indagato il tempo e hanno dissertato su di esso sono…

Un Lieto Natale e un Felice Nuovo Anno

NEI SUOI OCCHI Nei suoi occhi gravidi di misteriosa innocenza ora più che mai balugina il riflesso maestoso e improvviso dell’Universo infinito. E’ giunto il tempo, il tempo: l’eterno istante e non un riparo sotto il cielo che prepara da eoni primordiali proprio il compiersi di questo evento, solo laggiù dei resti cadenti di capanne forse di grotte usate da pastori e contadini come ricovero per le bestie nelle vaste notti invernali. … E lassù quel chiarore ancora soffuso come di luce che annuncia il suo mostrarsi speculare più elevato. Ancora, nei suoi occhi segno che addita: il segno primo e ultimo di stella che dal mare sorge per illuminare ogni devastante abisso, umido e caldo è l’antro della grotta dimora di chi fu viandante e viandante sarà, impavido nei sogni e nell’esistere di chi nulla ebbe e nulla avrà se non l’umiltà dello sguardo mite, per sempre. … E già il primo vagito si ode accolto e immensamente amato da iridi oltre l’azzurro umano che sapranno anche straziarsi in quell’ora della morte ancora più suprema, quando giungerà. Ma adesso: l’epifania del gioire, dell’esultare del prorompere in sospiri dolci come il miele in inni di gloria e di letizia vibranti…

“Che la Poesia sia la nostra linea di resistenza”. Conversazione con Donatella Bisutti
000 Primo piano , Donatella Bisutti / 13 Dicembre 2023

Donatella Bisutti, nata a Milano, vive a Genova, è poetessa, scrittrice, giornalista. Ha pubblicato per Bompiani il romanzo “Voglio avere gli occhi azzurri”. Il suo famoso saggio “La poesia salva la vita”, uscito per Mondadori, è ora nei Tascabili Feltrinelli. Fra le sue raccolte di poesie: “Inganno ottico”, Premio Montale Inediti; “Rosa alchemica”, Premio Lerici Pea e Premio Camaiore; “Un amore con due braccia”, Premio Alda Merini; “Dal buio della terra”, menzione speciale Premio Pontedilegno; “Sciamano”, menzione speciale Premio Gozzano, e il recentissimo “Erano le ombre degli dei” Passigli Editore. Fra i suoi libri per ragazzi: “Le parole magiche”, per Feltrinelli, e “Storie che finiscono male”, Einaudi ragazzi. Nel 2011 è stata ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles per la Settimana della Lingua Italiana. E’ inclusa nell’antologia mondiale di poesia femminile “Arouse the wind, goddesses!” di prossima uscita in Giappone. Ha tradotto “La memoria e la mano” di Edmond Jabès e “Estratti del corpo” di Bernard Noel per Lo Specchio Mondadori e “La caduta dei tempi”, sempre di Bernard Noel, per Guanda. Ha curato l’edizione postuma di Fernanda Romagnoli “Il tredicesimo invitato e altre poesie”, per Scheiwiller. Ha da poco pubblicato un libro di aforismi dal titolo “Ogni spina…

La satira, genere poetico dal tono mordace e dissacrante

La satira (forse dal latino “satura lanx – piatto ricolmo di primizie”) è un genere poetico del quale Quintiliano rivendica l’originalità nella letteratura latina (“satura tota nostra est”). In epoca preletteraria, cioè in un’epoca piuttosto arcaica, la satira aveva forse carattere drammatico e godeva di grande libertà sia di forma che di contenuto (da qui, probabilmente, l’etimologia della parola). La satira letteraria risale invece a Lucilio (II secolo a. C.), che conferì al genere un carattere colloquiale, la forma metrica dell’esametro e, sul piano dello stile, la disponibilità ad accogliere diversi registri espressivi, con la caratteristica commistione tre forme auliche e termini del linguaggio quotidiano (“sermo quotidianus”). A Lucilio risale anche la codificazione del tono mordace e dissacrante, che è tutt’ora implicito nel significato della parola “satira”. Il modello esemplare della satira letteraria fu, però, quello elaborato da Orazio, che della satira sviluppò soprattutto il carattere di pacata conversazione e di dialogo tranquillo e calmo quasi gioviale (l’autore chiamò “Sermones” le sue satire) e di critica garbata, bonaria ed educata della condotta romana (I, 1, 24 – 25 ” … Ridentur dicere verum/quid vetata? – Che cosa impedisce di dire la verità col sorriso sulle labbra?”). Persio e Giovenale sono…

Intelligenza Artificiale, scrittura, democrazia

E’ il 2023 d. C., la tecnica, ontologicamente parlando, si avvia davvero a dominare ogni settore della società. C’è chi plaude a ciò, vedendo la cosa come l’ultima grande frontiera di un cammino che è iniziato secoli fa con il Rinascimento prima e l’Illuminismo in seguito, se non addirittura con la scoperta del fuoco in epoca preistorica, c’è chi invece vede in ciò un pericolo imminente per la sopravvivenza dell’umanità e della vita tutta sul pianeta terra. Ma per quanto riguarda la cultura, l’arte, la letteratura, la scrittura, la Poesia mi domando: cosa può apportare di nuovo e di migliore l’Intelligenza Artificiale? Sì, abbiamo letto (l’articolo su quest’ultima che ho scritto poco tempo fa e che è stato pubblicato da poesiaeletteratura.it) come l’algoritmo, servendosi dei concetti, compone una poesia che sembra scritta dall’autore in persona; ma quando ha fatto questo e quando, fra qualche anno o fra pochi mesi, arriverà a scrivere un’intero poema simile all’Iliade di Omero o al De Rerum Natura di Lucrezio o alla Divina Commedia di Dante Alighieri, o anche un romanzo d’appendice, un thriller o un saggio di storia o di filosofia che cosa cambierà per l’uomo o, forse meglio, per l’artista (il poeta, lo…

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