… Eppure al di fuori del tumultuoso galoppare della Storia. “IOdrama” di Valerio Vigliaturo
000 Primo piano , Valerio Vigliaturo / 10 Febbraio 2025

“Carne della tua carne/sangue del tuo sangue/madre adorata/amore perenne/procreatrice” Forse una dedica, semplicemente;oppure no? Di sicuro dei versi dall’intensità incredibile, primevi a solcare la prima pagina bianca di “IOdrama”, opera poetica di Valerio Vigliaturo (Ensamble Edizioni, 2024). Il poetare è qui prolisso tanto da afferrare il mondo e la Storia per portarli al centro del suo canto. Dolente e insieme profonde sono le parole, in primis, seguite dai versi possenti che si elevano in tutta la loro potenza, note musicali di un blues aspro e infinito carico di memoria e tuttavia velato dall’oblio; sembra quasi di sentire un sax solitario che, impetuoso e triste, sfida il silenzio di una notte senza stelle striata da bagliori lontani (Valerio Vigliaturo è anche musicista, oltre che poeta). Allora nel suo lungo canto dolente e nella sua musica di rivolta, di dolore, di riscatto sociale e umano trovano posto civiltà e popoli di continenti lontanissimi sopraffatti dall’uomo e dalla sua sete di dominio, realtà ed esistenze che non hanno nome nella Storia ufficiale, che non hanno volto per chi non vuole guardare oltre la maschera dell’ipocrisia e della menzogna. “IOdrama” è come una sorta di poemetto post – moderno proprio nel tempo in cui…

“L’Avatarwriter scrive il tuo libro come fossi tu, pur non essendo tu”. Dialogo con Emanuele Cangini, scrittore, divulgatore scientifico, Avatarwriter
000 Primo piano , Emanuele Cangini / 4 Febbraio 2025

Emanuele Cangini nasce a Modena. E’ giornalista, curatore e revisore di testi, divulgatore scientifico per la rivista “Scienza e conoscenza”, recensore e articolista, critico letterario etc. Collabora con diverse case editrici fra cui Macro Edizioni. Coadiuva e assiste autori e manager nell’ideazione e progettazione di libri biografici, testi di stampo didattico e opere di ampio carattere documentale. Ha corretto e curato la prefazione, a cura del professor Vittorio Sgarbi, al libro “I codici della Logogenesi Versione Albedo” degli autori Zancanella e Bianco e curato l’opera omnia di Eliano Cominetti, di cui ha steso anche la prefazione, “I signori rappresentanti si ricevono il martedì”. Come curatore ha supervisionato moltissimi autori. Emanuele Cangini è autore dei libri – raccolta “Geni del passato” e “Il romanzo della Scienza”, usciti in formato e – book rispettivamente nel 2017 e nel 2018, editi da Macro Edizioni. Nel 2019 esce il suo terzo libro, “Ad Astra per Logos”, nei titoli di Editrice Stilgraf. Sempre per Stilgraf Editrice, scrive il libro del quarantennale “Stilgraf: una storia lunga quaranta anni” (ottobre, 2020). Dal 2018 Emanuele Cangini riveste anche la figura di Avatarwriter. Il suo sito internet è https://www.emanuelecangini.co/ Francesca Rita Rombolà dialoga con Emanuele Cangini di arte, di…

Auschwitz, 1945 – 2025, per non dimenticare mai ciò che l’uomo può fare all’uomo

Auschwitz, 1945 – 2025, per non dimenticare mai ciò che l’uomo può fare all’uomo. Per capire e, allo stesso tempo, non voler capire perché. Per continuare ad essere sempre, nel bene come nel male, umani e riuscire a conservare la propria dignità di esseri viventi sotto il cielo. Per fare memoria di ciò che il passare del tempo e l’incuria degli uomini potrebbe cancellare o rimandare in un oblio senza speranza. Per consentire alla morte di essere vera morte e alla vita di essere vita vera. Per non dimenticare sì, mai niente di quello di più caro, e di più intimo, che ci appartiene comunque. MEMORIA Perché ricordare la mano che ti ha colpito al volto e ti ha fatto sanguinare? E l’arma, di ferro, di pietra di titanio che ti ha tolto la vita nel fiore degli anni? E la bomba che ha raso al suolo la tua casa e la tua città mettendo fine ai sogni di fanciullo e all’innocenza di bambino esili e forti sulla terra? Uno strano nome ha da quel giorno lontano di gennaio il simbolo del male, luogo e insieme non – luogo in cui milioni e milioni persero la gioia e il dolore…

Sonia Giovannetti legge “Verso lontani orizzonti” di Marina Caracciolo
000 Primo piano , Sonia Giovannetti / 21 Gennaio 2025

E’ opinione largamente condivisa, fra gli “incliti e colti”, che la poesia sia un’arte massimamente rivelatrice, in grado di metterci in contatto con la profondità del nostro essere, dai cui oscuri recessi essa stessa scaturisce, disvelandolo a noi stessi. Ma, preso atto che i poeti sono degli ammalianti visionari, come giudicare invece coloro che pure, analogamente ai poeti, soggiacciono al fascino delle Muse e, assaporandone da lettori appassionati i frutti più attraenti, si cimentano nell’arduo tentativo di disvelare la poesia a sé medesima? E’ un interrogativo, questo, che sorge spontaneo leggendo il bel libro di Marina Caracciolo, “Verso lontani orizzonti”, pubblicato da BastogiLibri di Roma e dedicato alle opere di Imperia Tognacci, autrice di mirabili componimenti poetici, pascoliana per filiazione, e tuttavia voce originalissima di una terra di Romagna che, anche grazie a costei, rinuncia a celebrarsi carnale e ipermondana, come da iconografia tuttora imperante, per proiettarsi invece nelle dissolvenze, tenui e spirituali, del sogno, del viaggio, del ricordo, dell’amore. Opera meritoria, c’è da credere, quella dei critici, allorquando, come in questo caso, sappia risolversi in una sapiente e onesta mediazione tra il poeta e il suo pubblico potenziale che, se oggi sembra distratto da una attualità sempre più tumultuosa,…

“A mio avviso, la scrittura creativa è un mix tra fantasia d’autore e rigore tecnico”. Dialogando con Gabriele Giuliani, scrittore e docente di scrittura creativa
000 Primo piano , Gabriele Giuliani / 14 Gennaio 2025

Gabriele Giuliani è scrittore, editor freelance per la narrativa, docente di scrittura creativa. Ha pubblicato diversi libri di narrativa fra i quali: “Le tre vie” (Les Flaneurs Edizioni, 2024), “La vita tragicomica” (Augh! Edizioni, 2019), “Il palazzo dei sette portoni” (Bertone Editore, 2020″, “Il giorno prima delle nozze” (Montag Edizioni, 2018). Tra il 2023 e il 2024 Gabriele Giuliani ha iniziato una serie di lezioni di scrittura creativa e incontri con le scuole per parlare di narrativa e di stili di scrittura. Francesca Rita Rombolà dialoga con Gabriele Giuliani intorno alla narrativa e alla poesia. D – Gabriele, vuoi parlare dei tuoi libri di narrativa? R – Ciao Francesca, grazie di avermi invitato in questa rubrica. E’ per me un piacere rispondere alle tue domande. Dunque, i miei libri. Parafrasando Oriana Fallaci, faccio un po’ di fatica a considerarli solo dei libri, specialmente nell’accezione che la società di oggi gli attribuisce (siamo, infatti, passati da oggetto di cultura a prodotto di consumo), per me quei testi sono come dei figli, un qualcosa a cui sono talmente legato da sentirli sempre vivi. In parte questo è un errore, i libri, una volta dati alle stampe, diventano dei lettori, li dobbiamo lasciare…

“La Poesia è l’esito di un “ascolto” che ha condotto il poeta nell’azzardo della Parola”. Breve dialogo con lo scrittore e comunicatore culturale Massimo Morasso
000 Primo piano , Massimo Morasso / 8 Gennaio 2025

Massimo Morasso, genovese, scrittore e comunicatore culturale. Ha pubblicato libri di poesia, critica letteraria e d’arte. Della sua scrittura si sono occupate numerose riviste, antologie (Einaudi, San Paolo, Garzanti), testate giornalistiche (fra le quali “Il Tempo”, “Il Messaggero”) e televisive (“Rai 1”). Nell’ambito delle sue attività di comunicazione si è occupato, in particolare, di tematiche scientifiche e ambientali oltre che, a più livelli, della questione dell’identità europea. Nel 1998 ha curato la riedizione del “Supplemento Letterario del Mare” il foglio italiano di Ezra Pound. Nel 2001 ha scritto la “Carta per la Terra e per l’Uomo”, un documento di etica ambientale declinato in tesi, che è stato sottoscritto anche da cinque Premi Nobel per la Letteratura e da sette premi Pulitzer per la Poesia. Ha collaborato a molte riviste letterarie, e non solo, (fra le quali “MicroMega”, “Doppiozero”), e ne dirige una “AV”. Collabora alle pagine culturali dei quotidiani “Il Foglio”, “Il Manifesto”, “Il Secolo XIX”. Come poeta ha vinto dei premi importanti – Il Gozzano nel 2017, il Catullo nel 2018 e il Flaiano nel 2024. Massimo Morasso ha pubblicato il ciclo poetico de “Il portavoce” (1995 – 2006) e due libri apocrifi nel segno unico dell’attrice Vivien Leigh….

“Scrivere è diventata la mia passione”. Clio Petazzoni si racconta
000 Primo piano , Clio Petazzoni / 3 Gennaio 2025

Clio Petazzoni nasce a Ferrara, ma vive in Versilia. Il suo primo libro, “Aspettando Natale” (Europa Edizioni, 2020), è stato tra i finalisti del premio letterario “Giovane Holden” 2020. Ha ricevuto il Riconoscimento di Merito del premio internazionale “Città della Rosa”, l’Attestato di Merito del premio internazionale “Michelangelo Buonarroti”, la Menzione d’Onore al premio intercontinentale “Le Nove Muse”. Nel 2022 Clio Petazzoni pubblica il suo secondo libro “Sarò la tua ossessione” , sempre con la Casa Editrice Europa. Clio Petazzoni, dopo una vita di lavoro e di viaggi in tutto il mondo, è ritornata a casa e ha iniziato a raccontare e a raccontarsi. Fraqncesca Rita Rombolà e Clio Petazzoni conversano insieme. D – Clio, vuoi dire qualcosa sui tuoi libri già pubblicati e sulle eventuali pubblicazioni future? R – Grazie, Francesca, per avermi dato l’opportunità di raccontarmi e raccontare i miei scritti. Durante la mia carriera ho sempre sentito il piacere di scrivere in azienda testi professionali ma, a un certo punto della mia vita, il destino ha voluto darmi il dono della scrittura creativa. Era una fredda mattinata di sole e, senza accorgermene, il mio viso è stato colpito da una paralisi di Bell, facendomi perdere l’uso della…

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Un Natale di nuvole, di azzurro e di splendidi colori, di sole e di pioggia, di candida neve e di vento sottile. Un Natale che sia, per tutti e per ciascuno, motivo di riflessione profonda perché ogni giorno un bambino nasce, ogni giorno un bambino muore nel cuore ferito (e spesso lacerato) della Terra. Un Nuovo Anno (2025) di pace in quell’anima e in quella mente in cui pace non c’è mai stata, presso quella gente, quel popolo, quella nazione che pace non ha mai avuto. Che l’attuale travolgente trascorrere degli anni presenti possa almeno farci comprendere l’importanza dell’istante il quale custodisce la gioia dei lieti ricordi e la speranza del tempo a venire. PIANTI DI BIMBI INNOCENTI Un angelo, in sogno lo stesso angelo: “Porta il bambino e sua madre lontano”. In fretta, a raccogliere le poche cose il pericolo incombe su di lui nato da giorni: mai un re cederà il proprio regno a chi non porta nome e stirpe del suo stesso sangue. Pianti di bimbi innocenti ignari del mondo e del male il vento lieve trasporta di già per le alture della regale città. E poi … il silenzio attimi abissali prima che lo strazio delle…

Molta speranza e un senso innato di fiducia nella bontà del cielo. “LA MARGHERITA DELLA REGINA” di Barbara Grella
000 Primo piano , Barbara Grella / 16 Dicembre 2024

Una fiaba bella e affascinante quasi un poco esotica, tra il moderno e il post – moderno, la storia e la metastoria, con qualche goccia di fantasy e un lieve sentore gastronomico che vuole come “condire” il tutto; dunque un’ottima ricetta e un gustoso piatto! “LA MARGHERITA DELLA REGINA” (ChiPiùNeArt Edizioni, 2024) è il romanzo di esordio di Barbara Grella. Una fiaba, come dicevo prima, la cui ambientazione è una Napoli sempre fresca, attuale e senza storia, o meglio, al di fuori della Storia e al di là del tempo quindi, città che sa dare, come nessun’altra al mondo forse, emozioni positive seppur contrastanti, in cui ogni sentimento riesce a trasformarsi in pietra preziosa di fattura ineguagliabile per la vita, per l’anima, per il cuore. Intrise di poesia le descrizioni di una natura mediterranea solare e traboccante di fecondità. I personaggi sono esseri umani, nobili e plebei, ma anche animali che parlano con voce umana a degli umani e, insieme agli umani, vivono le vicende contorte dell’esistenza. Di tale, diciamo così, “espediente” si serviva già Esopo millenni fa nella Grecia antica, cioè raccontava, e scriveva, storie i cui protagonisti erano animali che incarnavano vizi, virtù, pregi etc. degli uomini in…

La libertà incondizionata dell’artista che non si piega… e non potrà mai essere piegato. “Charleston dell’apatia” di Sergio Sozi
000 Primo piano , Sergio Sozi / 9 Dicembre 2024

Strano romanzo “Charleston dell’apatia” di Sergio Sozi (ChiPiùNeArt Edizioni, ottobre 2024), purtuttavia, bisogna premettere subito, interessante e molto piacevole da leggere. Direi che io lo vedo nella sua funzione precipua, cioè di allegoria volta a smascherare e a rivelare e, insieme, a mantenere un profilo basso e latente, e a velare il suo sottile messaggio al lettore. Lo stile narrativo di “Charleston dell’apatia” è minimal e decisamente post – moderno; non può sfuggire in nessun modo l’ironia che lo pervade dalla prima pagina fino all’ultima le quali rilasciano, appunto, una narratività leggera, quasi soft, dietro la profondità delle idee e della metanarrazione. La scrittura, in particolare, come la cultura, in genere, stridono quasi sul piano della realtà quando ci presentano un protagonista la cui vita è più una lotta per la sopravvivenza quotidiana in un condominio, in un quartiere, in una città metropolitana, che una professione a tempo pieno quale, forse, dovrebbe essere quella dello scrittore, o quantomeno quella di chi fa del libro la propria dispensa di pane quotidiano; ricorda ciò, per alcuni versi, la vita dell’artista (poeta, scrittore, musicista, pittore etc.) nella Parigi de “I fiori del male” di Baudilaire, o quella de “Una stagione all’inferno” di Rimbaud,…

“Quel qualcosa di arcano, di misterioso che la Poesia ha in sé … ” . Conversazione con Marina Caracciolo, autrice di saggi musicali, critica letteraria, scrittrice
000 Primo piano , Marina Caracciolo / 2 Dicembre 2024

Marina Caracciolo, nata a Milano, risiede a Torino dove si è laureata in Lettere con lode (Storia della Musica). Ha insegnato nei licei ed è consulente di redazione presso varie case editrici. Alla UTET ha collaborato a “Musica in scena. Storia dello spettacolo musicale” (sei volumi) e al “Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti”. Nel 2001, presso Genesi Editrice, è uscito il suo saggio “Gianni Rescigno: dall’Essere all’Infinito”, primo classificato per la saggistica al Premio Internazionale “Mario Pannunzio” (Torino, 2002). Nel 2005 ha ricevuto il Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Roma) e il premio speciale per la critica “Libertà nella Scrittura” al Concorso Letterario Internazionale “Rocca di Montemurlo” (Prato). Con l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte ha collaborato alla realizzazione del grande volume “I Mozart in Italia” (a cura di Alberto Basso, ed. Accademia di S. Cecilia, Roma, 2006). L’editrice Bastogi Libri di Roma ha pubblicato i suoi saggi critici: “Oltre i respiri del tempo. L’universo poetico di Ines Betta Montanelli” (2016); “Verso lontani orizzonti. L’itinerario lirico di Imperia Tognacci” (2020; Premio della Critica “Locanda del Doge”, 2021); “Il pensiero sognante. La poesia di Ada De Judicibus Lisena” (2022). Nel 2017 sono usciti,…

Come la tigre: bella, libera e fiera

Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Contro ogni forma di violenza sì, soprattutto quella contro la donne come genere femminile. Contro il femminicidio, che tanto suona quale sinonimo di “genocidio”. Contro la sopraffazione dell’uomo, come genere maschile, nei riguardi della donna. Contro la disparità e la discriminazione assolute e parziali fra i sessi. Contro le sacche di maschilismo e di abietta e retrogada cultura patriarcale e misogina che ancora si annidano, come forma mentis radicata nella società, in molti luoghi, anche i più insospettati e insospettabili. Contro l’odio che avvolge noi donne, e ci travolge. Contro le umiliazioni subite. Contro le vessazioni perpetrate a nostro danno. Contro lo sfruttamento di ogni tipo che ci vede quali oggetti e non persone, come cose e non esseri umani. Contro il male che si accanisce, da sempre, su noi donne. Ferite e piegate, ma non spezzate. Capaci ancora di risollevarci e di camminare erette come il primo homo sapiens nelle foreste primordiali del mondo. Capaci ancora di un sorriso e di un improvviso gesto d’amore. In grado ancora di sognare, di dare e infondere speranza e di sperare noi stesse. Bisognose di una carezza fuggevole, di un minimo gesto di…

La Poesia e il mondo primordiale della Grande Madre

Un tempo. Remotissimo. In cui la società era essenzialmente matriarcale, cioè una forma di esclusività (ed inclusività) del tutto femminile in cui il potere di generare della donna era al primo posto in ogni funzione primaria e secondaria. Questo tempo non è storico, quindi poco documentabile. Appartiene ad epoche in cui la civiltà è ancora lontana e con essa le arti, la scienza e la scrittura. Un tempo – dunque –  prima della Storia perciò pre – istorico del quale si sa poco o quasi nulla, almeno dal punto di vista del dimostrabile e del consueto. Ma non per quanto riguarda il suo legame con la Poesia. La Poesia fu, al tempo in cui dominava incontrastata la Grande Madre primordiale, suono, parola, ritmo, cosmico ascolto, suono del Principio, parola che conduce al Divino e nel Divino abita … sì ritmo, ritmo incessante e assoluto dell’Universo pulsante, vivo, in espansione. Penso spesso (e, devo dire, sempre con una nostalgia quasi struggente) a questa età matriarcale in cui la danza, la parola, il ritmo erano la vita e la morte. Erano ogni cosa. Ed erano tutto. Sì … un’età delle Madri in cui non vi era potere sul mondo, non dominio sull’esistente….

“Adoro scandagliare gli abissi più reconditi dell’animo umano”. Conversando con la scrittrice di gialli Roberta Costantini
000 Primo piano , Roberta Costantini / 15 Novembre 2024

Roberta Costantini nasce a Roma nel 1969. Laureata in Scienze Politiche con indirizzo politico – internazionale all’Università “La Sapienza” di Roma nel 1994, comincia a lavorare attivamente nel settore della comunicazione e degli eventi come freelance dopo aver conseguito, a Barcellona (Spagna), il Master in Turismo Congressuale e Organizzazione degli Eventi, nel 2004. Appassionata, fin dall’infanzia, di romanzi di avventura e narrativa, inizia a scrivere nel 2013. Il suo primo romanzo thriller viene pubblicato da Croce Edizioni nel maggio 2014 con il titolo “Le visioni inquietanti di Allison ” che, insieme ad altre due storie, darà origine alla trilogia di Allison e Kate dal titolo “Destini incrociati” edita da Rei France nel maggio 2018. Nel 2019 segue la pubblicazione della spy – story “Servizi e Segreti”. Nel 2021 Roberta Costantini crea la collana “Giallo e Nero” il cui primo libro è proprio “Servizi e Segreti” rinnovato nella copertina a cui segue, nel 2022, la pubblicazione de “Il Castello di Carte”. Nel 2023 esce il suo nuovo romanzo giallo “Viceversa” edito da La Rondine Edizioni. Il sito web di Roberta Costantini è www.robertacostantini.com. Francesca Rita Rombolà conversa con la scrittrice di gialli Roberta Costantini. D – Roberta Costantini ama scrivere gialli,…

George Sand, donna: forse un simbolo, forse una promessa mantenuta
000 Primo piano , George Sand / 11 Novembre 2024

George Sand, nome maschile, è lo pseudonimo della scrittrice francese Amandine Lucie Aurore Dupin nata a Parigi il 1 luglio 1804, morta a Nohant il 7 giugno 1876. Precocemente orfana di padre, crebbe nella sua terra di Nohant con la nonna, vecchia dama colta e spregiudicata. Intorno ai quindici anni, in collegio a Parigi, dalle Dame Inglesi, ebbe una crisi mistica. Ma ritornò presto in compagna dove, sotto la guida dell’anziano precettore Deschartres, riprese i temi della già ribelle fanciullezza con lunghe meditazioni solitarie, cavalcate in abito maschile e letture sterminate di ogni tipo. Nel 1821, in seguito alla morte della nonna, rimane erede universale dei beni di lei, ma continua a vivere con la madre in un rapporto molto conflittuale a causa del quale sposerà (proprio per “liberarsi” della madre) il colonnello Casimir Duderant e dal quale avrà due figli: Maurice e Solange. Nel 1831, al termine di un matrimonio infelice, la scrittrice fugge a Parigi dove si stabilisce nel Quartiere Latino legandosi con Jules Sandeau e con altri “scapestrati/hugolatres” e abbandonandosi con frenesia a una vita di disordini tipicamente studenteschi. Inizia a scrivere in collaborazione con Sandeau firmando con lo pseudonimo di George Sand per “mostrare” alla società…

Ma la scrittura, la Poesia, l’Arte in ogni caso – e ad ogni modo – restano. “RETICENZE”, l’ultimo libro di Mauro Germani
000 Primo piano , Mauro Germani / 6 Novembre 2024

Ancora un libro, uscito da pochissimo, (Fallone Editore, settembre 2024) per Mauro Germani, che si aggiunge alla sua feconda, e prolifica, produzione letteraria. E’ un libro di racconti: “RETICENZE”. Splendida copertina, che sembra essere di per sé tutto un programma da esplorare, in cui l’elemento portante sembra quasi essere un gatto nero facente capolino dai tendaggi di una finestra e che “ricompare” poi nell’aletta della quarta di copertina, in tutta la sua prestanza, seduto su uno sgabello come a voler significare la latente enigmaticità e l’oscura bellezza del contenuto del volume. Sono tutti racconti brevi che non superano mai le tre pagine, e il libro ha una sua attrattiva particolare anche e soltanto per questo, in quanto in Italia il racconto breve non è mai stato apprezzato per come dovrebbe e non si è mai veramente affermato. Eppure il racconto breve ha un suo fascino davvero intrigante e veicola un messaggio il cui significato, insieme al significante, sono tremendi, capaci di scuotere l’animus, e l’anima, come un terremoto di magnitudine non bassa scuote la terra. Un qualcosa di Kafkiano aleggia, sospeso come una spada di Damocle, su ciascun racconto della raccolta (una raccolta piuttosto “ricca” che consta di ben settanta…

Dov’è il paese in cui non si muore?

E’ una voce antichissima, che ci viene da una civiltà distante da noi nel tempo e nello spazio, eppure è una voce perenne quella che interroga la propria anima e il proprio cuore sul significato del vivere e del morire e confida al Grande Spirito Universale le proprie ardenti speranze. E’ un canto dal titolo “Dov’è il paese in cui non si muore?” di anonimo messicano ma che, probabilmente, ne è l’autore Fiore Nero – Principe della Corona – erede di Montezuma II ultimo imperatore del Messico precolombiano, raffinato poeta e insigne guerriero. Egli comprende, sa, che la vita non è “nostra” e non ce la diamo noi: ce la dona il Grande Spirito Universale in un sublime atto d’amore. Se la vita è qualcosa che dura perennemente, noi non viviamo perché siamo destinati a morire: solo il Grande Spirito Universale vive in quanto è eterno; Egli, infatti, può farci vivere eternamente concedendoci la vita oltre la morte del corpo … ma talvolta la tristezza e il dolore del distacco possono essere umanamente davvero insopportabili! Vi è una terra in cui i morti possano vivere finalmente liberi da ogni affanno che consuma i mortali? Possono essi aver raggiunto una pace…

La precarietà della condizione umana. “Canzone d’autunno” di Paul Verlaine

In un abbandono languido e malinconico, nella dolente e monotona musicalità dell’autunno, il poeta francese Paul Verlaine (1844 – 1896) ricorda tristemente il passato e, avvertendo la precarietà della condizione umana, si abbandona come foglia morta al vento della mestizia che irresistibilmente lo trascina… Il suono di violini giunge, all’ascolto del poeta, come un singhiozzo che ferisce il suo cuore; fragile e, allo stesso tempo, forte è la sua sensibilità che percepisce il pianto e la ferita dell’anima che ne deriva; tutto è pieno di affanno e anche stanco; un’ora inquietante e misteriosa scocca inesorabile per far rivivere il ricordo di giorni remoti, forse anch’essi tristi ma forse pieni di gioia e di speranza, di allegria e spensieratezza e per questo più dolorosamente percepiti. Così il poeta va, come alla deriva, nel vento autunnale (che nel nord d’Europa è davvero implacabile) da un angolo ad un altro come la foglia morta (ingiallita e secca ormai) per i viali e i parchi, le piazze e i giardini, ovunque vi sono alberi non sempreverdi che si donano interamente al ciclo incessante della natura. Sembrerebbe un quadro veramente desolante e disperato che ha ceduto alla fine e non si batte e non lotta…

L’umana e legittima ricerca della felicità. “L’ultimo treno della notte. Racconto musicale” di Stefano Diotiallevi
000 Primo piano , Stefano Diotallevi / 14 Ottobre 2024

Innanzitutto il titolo: “L’ultimo treno della notte”, che appare piuttosto evocativo in quanto sia il treno sia la notte sono due elementi decisamente importanti a livello inconscio e insieme conscio, e poi il frontespizio del volumetto che riporta una frase di Victor Hugo: “La malinconia è la felicità di essere tristi”, frase che si presta a molti sensi interpretativi ma che di per sé da un posto di preminenza a quello stato d’animo che ci fa stare male e, allo stesso tempo, bene in quanto ci stimola spesso a riflettere e a pensare profondamente sulle cose e sulla vita. “L’ultimo treno della notte. Racconto musicale” Armando Editore, 2024, è l’ultima pubblicazione letteraria di Stefano Diotiallevi. Una struttura insolita caratterizza il racconto, perché è come “scandito” dalle note musicali che si susseguono sul pentagramma. Bella è l’espressione e la fluidità delle parole, piacevole e semplice lo stile; le stazioni e il treno sembrano essere i veri protagonisti, e il susseguirsi dei ricordi e dei momenti trascorsi in essi diventano un vissuto quasi speciale che non si cura più del tempo, restando sospesi in un continuum presente il quale suscita, talvolta, perfino una sottile nostalgia e un qualcosa di irrimediabilmente perduto. La…

9 ottobre 1989 – 9 ottobre 2024. Sono ancora qui. A lottare e a scrivere

9 ottobre 1989 – 9 ottobre 2024, non è un anniversario, non sono i trentacinque anni esatti di un evento o di un avvenimento eclatanti, ma di sicuro questa data di tanti anni fa, in un certo senso, ha cambiato la mia vita perché da quel giorno in poi sono forse diventata scrittrice in “maniera ufficiale”. Da quel momento in poi ho scritto e ho scritto. Non ho smesso più di scrivere. Di scrivere romanzi, racconti, articoli, recensioni, di comporre versi di poesie lunghe e brevi, poemetti e sillogi di vario genere… non ho ancora smesso di scrivere; nel dolore e nella gioia, nella sofferenza e nella letizia, navigando in acque profonde e perigliose; sono stata pioniera della poesia, in particolare, e della scrittura, in generale, in un ambiente, e in contesti, sociali e culturali non molto progrediti, e al passo con i tempi, al riguardo; ho vissuto lutti e perdite tremende, subendo umiliazioni e pregiudizi, incomprensioni e blocchi psicologici, momenti di sconforto e di illuminazione, sempre lottando e lottando, affrontando, e spesso superando, difficoltà anche terribili, solitaria e in solitudine, sola e quasi misteriosamente guidata da uno strano e vago “istinto soprannaturale” che sembra come guidarmi e determinare, in…

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