La lotta quasi incessante fra il Bene e il Male. Una breve riflessione su “IL Signore degli Anelli” di John Ronald Reuel Tolkien

A partire dal 2 settembre fino al 2 ottobre 2023, e forse più oltre, ci saranno, in tutto il mondo, le celebrazioni per i cinquant’anni della morte di John Ronald Reuel Tolkien (1892 – 1973). Il suo nome è legato indissolubilmente alla sua opera “Il Signore degli Anelli” (non può esserci “Il Signore degli Anelli” senza Tolkien e non può esserci Tolkien senza “Il Signore degli Anelli”), un successo mondiale che accumula lettori, ammiratori ed estimatori in ogni parte del pianeta sempre più con il passare dei decenni. Saga affascinante quanto lunga e avventurosa ( si compone di più volumi ciascuno con un proprio titolo) “Il Signore degli Anelli”, a detta di molti critici letterari e di intellettuali, e non solo del mondo anglosassone, è il capostipite, o l’iniziatore, di un genere (forse letterario a tutti gli effetti, o forse no) letterario che verrà chiamato “Fantasy” e che avrà tanta fortuna e tanto proliferare praticamente dapertutto. Forse Tolkien, quando scrisse “Il Signore degli Anelli”, non si aspettava di sicuro tale successo mondiale, forse neppure lo auspicava; per diversi anni la sua lunga narrazione è stata considerata un’opera per ragazzi ricca di avventure, di personaggi strani, di epiche battaglie, di terre…

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