La potenza arcana della poesia. Per i settecento anni della morte di Dante Alighieri
000 Primo piano , Dante Alighieri / 14 Settembre 2021

La notte fra il 13 e il 14 settembre 1321 Dante Alighieri lasciò questa vita. Fu pellegrino ed errante, politico e astrologo, visionario e chiaroveggente, sognatore e studioso, letterato e dotto, sapiente e amante della conoscenza ma fu soprattutto poeta che della poesia percepì, sperimentò e attuò tutta la potenza arcana. Nell’attimo in cui i suoi occhi stanchi si chiusero per sempre e il suo cuore dal sentire oscuro e misterioso, provato e logorato alquanto, cessò di battere forse mai avrebbe potuto pensare, anche come ultimo pensiero o soltanto immaginare per un istante ancora come ultimo impulso vitale, che sarebbe stato ritenuto, concepito, considerato e studiato nel mondo intero attraverso i secoli come il più grande e tuttavia il più enigmatico poeta che l’umano genere abbia mai avuto. Da quella notte di un settembre ancora in pieno Medioevo, forse in attesa di tempi diversi, forse in attesa di tempi migliori, sono passati ben settecento anni; i tempi sono indubbiamente diversi, se migliori non saprei dirlo. Forse sì, forse no. La fama di questo poeta – vate, nato nella e appartenente alla splendida e algida Firenze, sorse fin da subito (cioè fin da quando era ancora in vita), continuò, si estese…

Quasi un segno, quasi l’indicazione di una via. “Note Divine” di Claudio Rampin
000 Primo piano , Claudio Rampin / 8 Settembre 2021

C’è un momento nella vita di una persona, uomo o donna, in cui il cuore freme sotto un impulso intenso quanto indecifrabile, qualcosa si muove dentro, forse nella mente, forse nelle pieghe più recondite del cervello … allora si scopre o si riscopre di avere un’anima, sopita o addormentata, ferita o obliata, dolce o aspra; e quest’anima sente il bisogno del Divino, anela al Divino o quantomeno si domanda, si interroga su un possibile senso del Divino. E’ giunto il tempo di alzare il capo e di guardare il cielo, il cielo notturno o il cielo di un giorno sereno, il cielo dell’aurora o del crepuscolo e di sentirsi diversi soltanto per questo, diversi di come si era ieri o l’altro ieri negli affanni e nelle preoccupazioni quotidiane. Forse sì, si è perfino rinati a nuova vita. Percepisco, in maniera profonda, nella raccolta di poesie “Note Divine” di Claudio Rampin la nostalgia e il ricordo. Voci lontane riaffiorano, la memoria si apre, si ricompatta, prende forma e, come le note su un pentagramma, queste voci compongono piano e sicure una melodia nuova che avvolge l’essere nel quotidiano e nel sublime. Struggente nel sentimento che suscita, commovente nella partecipazione del verso…

L’anarchia in poesia

Generalmente l’anarchia è sinonimo di rivoluzione. Di confusione. Di rivolta. Di caos. E politicamente, ma anche socialmente, è sinonimo di uno Stato senza leggi, senza regole, senza moderazione dove tutto è contro tutti e tutti sono contro tutto; la vita civile, la civiltà stessa, talvolta, risultano compromesse, mutilate o addirittura inesistenti. Nessuno rispetta più nessuno. Nessuno segue più una norma o una tradizione, una consuetudine o un modus vivendi e operandi. Non esiste più un’autorità di alcun tipo e nemmeno un qualche punto di riferimento intorno al quale orientarsi per gettare le basi di un qualcosa di realizzabile e per costruire un qualcosa di reale e di possibile per la comunità umana in sé. Il passato è obliato o volutamente rimosso da un inconscio collettivo oscuro e, allo stesso tempo, indefinibile; il futuro è un’ombra vaga senza fattezza alcuna fra oceani di nebbia immersi nella sfera autunnale, prigioniero in un blocco di ghiaccio secco la cui temperatura va alla deriva verso lo Zero Assoluto (- 273° K); il presente sembra quasi dilazionato all’infinito: non ha un inizio e non ha una fine, può rendersi manifesto in attimi inquieti e feroci come in secoli apatici e inflessibili concentrati in giorni vacui…

Il canto sublime e misterioso della natura

Il deserto del Sahara, il più grande deserto della Terra. Di giorno il sole arroventa la sabbia gialla e i ciottoli, il vento disfa e modella dune fugaci come gocce di pioggia, vaste come oceani surreali dimenticati in qualche angolo remoto della memoria. Di notte l’enorme distesa sembra giacere supina come per accogliere il riposo dei nomadi stanchi, delle loro carovane solerti e brulicanti di vita mentre il cielo stellato si adagia parallelo alla terra con la sua immensità quasi inverosimile che avvolge l’uomo, gli animali, le voci, i sospiri, gli echi perduti … Le tribù beduine si raccolgono intorno ai fuochi per disperdere il freddo notturno. Raccontano storie, avventure, fatti di una quotidianità mai scontata e banale ma piuttosto scandita quasi dall’imprevedibilità, dalla lotta, dal rischio. Soprattutto recitano versi composti nell’ispirazione immediata, che sopraggiunge sempre, o che rammemora un mitico passato perso nei giorni senza storia della creazione del mondo. I Tuareg, ad esempio, avvolti negli abiti tradizionali color blu, elargiscono orgogliosi il dono del loro poetare nella lingua madre, il Tamashequ, la cui dolce cadenza e la tonalità lieve hanno radici sicure nel primitivo e misterioso mondo matriarcale. La loro antenata, la Madre Primordiale, era una regina giunta…

Roberto Calasso: un faro sopra l’oscurità del mare
000 Primo piano , Roberto Calasso / 30 Luglio 2021

Roberto Calasso, l’editore per antonomasia, è morto ieri, 29 luglio 2021, a Milano. Era nato a Firenze nel 1941. Con lui l’editoria italiana perde una delle sue figure più raffinate, più colte, più composite e forse pure un tantino più schive e più enigmatiche. La casa editrice Adelphi è la sua “creatura” più originale, più tipica e forse più sofferta nel suo percorso verso la vetta di un Olimpo letterario e culturale in genere non sempre scontato. Roberto Calasso l’aveva fondata nel 1963 insieme a Roberto Bazlen e a Luciano Foà. Scrittore, saggista, intellettuale prima che editore, Roberto Calasso ha forse rappresentato un’era della cultura italiana in cui il valore della scrittura e della conoscenza, la diffusione del pensiero sono stati i cardini di una società che aveva voglia di imparare, di capire, di migliorare il mondo e di migliorarsi. Forse non a caso il tema di esordio della Adelphi Edizioni sono state le opere complete di Friedrich Nietzsche. Prima del suo enorme lavoro di traduzione e di pubblicazione il pensiero del filosofo tedesco era quasi sconosciuto in Italia, Roberto Calasso ha voluto esplorarlo in primis e divulgarlo affinché lo si potesse comprendere forse in profondità per riuscire anche ad…

I versi di una poesia continua e infinita

L’Australia è un continente lontano e forse ancora misterioso e sconosciuto. Le tribù di aborigeni, i nativi di quella terra, sono ormai ridotti in sparuti gruppi concentrati per lo più nelle zone molto interne del continente. Anch’essi, da tempo, conoscono il progresso e gli stili di vita prettamente occidentali. Ne sono anch’essi assuefatti, e sono immersi nel senso dell’effimero e del nulla banale che, di conseguenza, quelli producono e diffondono a livello planetario. Pur tuttavia e nonostante ciò queste poche tribù aborigene ancora “genuine” e naturali conservano, quasi intatte, le loro tradizioni ataviche. Colpisce, soprattutto, la loro concezione nei riguardi del canto, della poesia in rapporto all’esistente tutto. Curioso e un tantino incredibile, per loro ogni cosa è canto. Ogni cosa è poesia. Dal vento alle stelle, dalla luna al sole, dalla pioggia al fuoco, dal caldo al freddo, dalla caccia alla danza rituale, dal pasto in comune al filo d’erba, dall’albero alla roccia, dal nascere al morire, dal crescere e diventare adulti al matrimonio e al generare prole, dall’alternarsi delle stagioni al salto del canguro e all’arrampicarsi del koala sugli alti rami dell’eucalipto. L’aborigeno australiano parla alla natura intera e ad ogni cosa che esiste sulla terra in versi,…

Lettura di alcune liriche brevi da Cuore di mussola di Katia Debora Melis
000 Primo piano , Katia Debora Melis / 11 Luglio 2021

Lettura di alcune liriche brevi da Cuore di mussola di Katia Debora Melis di Vincenzo Moretti   I. Alle soglie del testo. Nel colophon, il retro del frontespizio dell’ultimo libro di Katia Debora Melis, la silloge poetica Cuore di mussola, oltre ai necessari dati di pubblicazione (ISBN, Copyright, recapiti dell’Editore Mario Vallone), sta scritto:  Immagine di copertina e quarta: “L’umana condizione tra soffice, stropicciato e pungente” raffiguranti, rispettivamente, “Cuore a metà” e “Terreno imperfetto” Autore: Battistina Meloni. In copertina, dunque, c’è un Cuore a metà: di mussola, un tessuto estremamente leggero, morbido e trasparente, ma stropicciata e pungente perché la mussola racchiude una mezza corona di aghifoglie spinose. Cuore a metà: l’immagine di copertina «riprende dal titolo l’idea del cuore, però dimidiato, sia nella forma, sia nell’ambientazione tra elementi opposti. Da una parte, terreno e rovi che possono pure sembrare nido oltre che corona di spine pronte a far sanguinare il cuore; dall’altra parte, la mussola morbida e avvolgente, un tessuto leggero, usato anche per le camiciole per il corredino dei neonati, che rimanda a un’idea di protezione, all’infanzia, e anche a quella purezza d’animo e di ideali, che certe ideologie, prepotenze, violenze, opprimono e vogliono cancellare».[1] Alla pagina terza,…

La Poesia, tra visione e profezia
000 Primo piano / 7 Luglio 2021

Poesia e visione. Poesia e profezia. Quando la Poesia si fa visione? Quando la Poesia è profezia? E’ difficile dare risposte esaurienti a queste due domande, tuttavia si può tentare sempre di rispondere dicendo che la visione è un percepire poetico molto elevato sciolto da ogni legame tridimensionale e reale il cui manifestarsi entra pienamente nell’Aperto, cioè in una prospettiva cosmica dell’Essere rapportato alle cose e delle cose rapportate all’Essere. Diversi sono stati i poeti “visionari” nel corso dei secoli, primo fra tutti William Blake, poi Dylan Thomas, o anche Arthur Rimbaud e Charles Baudilaire, e lo stesso Dante Alighieri, i quali hanno fatto delle loro visioni immaginarie e immaginifiche del mondo, della società, della bellezza o del male, della vita e della morte, dell’uomo in sé o dell’intera umanità una poetica del tutto particolare e recepibile, affascinante e misteriosa, talvolta enigmatica e oscura ma dall’impatto istantaneo, illuminante e trasfigurante per non dire addirittura folgorante. La Poesia è poi profezia quando tutti i sensi, l’interiorità più profonda e inaccessibile vengono coinvolti in un ascolto e in un sentire che si manifestano in forme quasi soprannaturali proiettati in una sicura realizzazione, fattiva o di fatto, esplicantesi nel tempo; tempo che è…

“E’ come se mancasse un orizzonte da raggiungere, un territorio da attraversare con una meta”. Un profondo e intenso dialogo con Sergio Bellucci
000 Primo piano , Sergio Bellucci / 30 Giugno 2021

Sergio Bellucci (Roma, 21 luglio 1957) è uno scrittore e un giornalista. E’ specialista nei temi dell’innovazione tecnologica legata alla comunicazione. Negli anni Novanta del secolo scorso ha progettato il corso di perfezionamento post – universitario “Tecniche e Linguaggi Multimediali” per il For. Com. (Formazione per la comunicazione) Concorso Interuniversitario Trasnazionale dell’Università La Sapienza di Roma. Ha scritto editoriali e articoli su quotidiani “L’Unità”, “Il manifesto”, “Liberazione”, su riviste e periodici tra cui “Gulliver”, “L’Ernesto”, “Anima Mundi” e altri. Molti i saggi pubblicati fra cui “La comunicazione di massa nella metropoli globale” (editrice Mrc, Roma, 1996); “Programmare l’imprevedibile” vol. XXII, 2020; “Digitale, Robotica, Intelligenza artificiale. L’accelerazione pandemica della trasformazione del lavoro”, 2021. Diverse le sue monografie fra le quali “L’industria dei sensi”, 2018 e il freschissimo di stampa “Al – Work. La digitalizzazione del lavoro”, Jaka Book, 2021. Sergio Bellucci collabora, dal 2018, con la testata giornalistica online “Moondo” diretta da Gianpaolo Sodano. Francesca Rita Rombolà e Sergio Bellucci dialogano intensamente e profondamente sulla scrittura, la comunicazione, l’Intelligenza artificiale, la Poesia. D – Sergio Bellucci scrittore, giornalista, saggista, progettista nel campo della comunicazione multimediale, dove sta andando la società globale o dove porterà con i suoi sviluppi e le sue…

“Il cinema comprende già tantissime forme d’arte”. Angelo Maria Sferrazza

Attore di cinema e di televisione, Angelo Sferrazza, in arte Angelo Maria Sferrazza, è nato a Canicattì, in provincia di Agrigento, il 22 giugno 1988. Si qualifica al corso per attori di prosa presso lo “Stabile Nisseno” a Caltanissetta e impara il metodo “Stnislavskij – Strasberg. Partecipa ad alcuni stage tra cui lo stage intensivo sulla recitazione “La formula” diretto dall’attore italo – inglese Vincent Riotta. Tra i suoi film : “La scomparsa di Patò”, girato nel 2010 con la regia di Rocco Mortelliti; “Pagate fratelli”, girato nel 2012 con la regia di Salvatore Bonaffini; “Presto farà giorno”, girato nel 2014 con la regia di Giuseppe Ferlito. Nel 2015 arriva il suo primo film da protagonista dal titolo “Un santo senza parole” con la regia di Tony Gangitano. Nel 2017 Angelo Maria Sferrazza è protagonista di puntata nella miniserie di Rai Fiction dal titolo “Fuori dal nido” con la regia di Giacomo Frignani. L’esordio televisivo di Angelo Maria Sferrazza avviene comunque con la miniserie tv “Il commissario Rex” su Rai Due, girata nel 2014 con la regia dei Manetti Bros. Francesca Rita Rombolà conversa con l’attore Angelo Maria Sferrazza D – Angelo Maria Sferrazza attore piuttosto conosciuto in ambito televisivo…

“Le finestre di fronte” di Maria Rosaria Perilli: un romanzo da leggere, da gustare e da meditare

Una varietà composita e colorata di personaggi compongono la storia del romanzo “Le finestre di fronte” di Maria Rosaria Perilli edito da Nardini Editore, ma forse più che la storia sarebbe meglio dire le storie: tante piccole storie, diverse l’una dall’altra, storie di dolore, di sofferenza, di gioia, di entusiasmo segnate da passioni e da sentimenti, ciascuna animata di vita propria, ognuna con una sua precisa, toccante e talvolta anche scialba umanità accomunate, però, tutte da un palazzo (che è poi il luogo principale del romanzo) nei cui vari piani, appunto, abitano tutti loro: un palazzo sito in Borgo Santa Croce, praticamente il centro storico di Firenze. In questo curioso palazzo vi abita la signora Camilla, vedova dell’amato Giorgio e brillante guida turistica in pensione della città; Viola, superba suonatrice di violino, insieme ad una madre, Angela, bellissima e “mangiauomini”, e ad un padre remissivo e silenzioso; Grazia, giovane sensibile, colta, madre di una bambina di cinque anni, Valentina, e sposata con Giacomo Manetti, poliziotto forse modello sul posto di lavoro ma brutale e violento in casa, che la picchia e la umilia in continuazione; vi arriverà anche Lorenzo, prendendo in affitto un appartamento, architetto rampante e dongiovanni incallito che…

“La divulgazione storica per me è una missione ormai”. Un dialogo con Elisa Filomena Croce

Elisa Filomena Croce è nata a Milano nel 1990. Ha sempre amato leggere e scrivere storie fin da quando era piccola. Crescendo è nata in lei la passione per la Storia e la volontà di studiarla all’università. Ha frequentato il prestigioso liceo Berchet a Milano e si è iscritta poi in Storia all’Università Statale di Milano dove si è laureata con lode nel 2012 con una tesi sulla religione romana in Siria. Durante gli studi ha fatto i lavori più disparati: dall’organizzazione di eventi alla catalogazione di foto d’epoca. Nel 2017 è approdata alla casa editrice Sprea dove è entrata nella redazione di BBC History, nel 2018, rimanendovi fino al 2020. Dal 2018 scrive per tre importanti riviste di divulgazione storica: “Conoscere la Storia”, “BBC History” e “Civiltà Romana”. Negli ultimi mesi si è messa in proprio come editor freelance specializzato in testi storici come “Editor della Storia”. Fa parte di Ars Dimicandi, un’associazione di archeologia sperimentale che ricostruisce il mondo degli antichi gladiatori, legionari e delle arti marziali antiche (lotta, pugilato, pancrazio). Francesca Rita Rombolà dialoga con Elisa Filomena Croce. D – Elisa Filomena Croce, lo studio della Storia per te è solo una passione o vedi in essa…

“La cultura in questi ultimi venti anni è in trincea”. Gualtiero Scola attore di teatro, di cinema e della televisione
000 Primo piano , Gualtiero Scola / 3 Giugno 2021

Gualtiero Scola è attore di teatro e di cinema e regista teatrale. Ha calcato le scene dei maggiori teatri italiani quali il Piccolo Teatro di Milano. Nella preparazione, stesura e realizzazione dell’opera teatrale musicale “Francesco” è a fianco di Angelo Branduardi e interpreta proprio San Francesco di Assisi. Nel 2006 si reca in India per interpretare Dante Alighieri in un’opera teatrale tratta dalla Divina Commedia. E’ la voce di personaggi molto popolari fra i bambini in numerosi cartoni animati o in videogiochi di grande successo. Negli ultimi anni ha consolidato la collaborazione con editori di audiolibri come Audible e Storytell. Interpreta negli anni numerosi spot pubblicitari diretto, tra gli altri, da Gabriele Salvatores e Giuseppe Tornatore. Al cinema è come protagonista in. “AAA Achille” scritto da V. Cerami e musicato da N. Piovani e in “L’amico Segreto” girato prevalentemente all’interno della comunità di San Patrignano; come ospite in “Il Cartaio” di Dario Argento, “Ultimo Stadio” di I. Di Matteo, “L’assedio di Vienna” di R. Martinelli, “Beyond the mist” di G. Varlotta e tanti altri. Prende anche parte, con un piccolo ruolo, a “Gangs of New York” diretto da Martin Scorzese. In televisione le partecipazioni più seguite di Gualtiero Scola dal…

Rive Gauche-Festival

Rive Gauche-Festival Concorso – Festival per Opere in prosa, poesia e testi teatrali VI edizione – 2021   Regolamento   Art. 1 – Rive Gauche-Festival, con sede in Firenze, con il patrocinio di Nardini BookStore, dell’Associazione LiberPop e del Centro Parterre organizza la VI Edizione del Concorso Festival Internazionale per Opere in Prosa, Poesia e Testi Teatrali. Art. 2 – Il concorso letterario è aperto a tutti gli autori italiani e stranieri che, alla scadenza del presente bando, abbiano compiuto il 18° anno di età, e si articola nelle seguenti sezioni: Sez. A – Romanzo edito (pubblicato dal 1° gennaio 2010) e inedito a tema libero. Ogni autore potrà partecipare con una o più opere. Le stesse, di qualsivoglia genere (comprese le raccolte di racconti, testi di saggistica e testi per bambini e ragazzi) e senza limiti di lunghezza, potranno essere inviate, a scelta, nelle seguenti modalità: n° 1 copia cartacea pdf ebook Sez. B – Silloge poetica edita (pubblicata dal 1° gennaio 2010) e inedita a tema libero (per silloge inedita si intende anche una raccolta, a cui dovrà essere dato un titolo, di minimo 5 liriche). Le poesie potranno anche essere in vernacolo, purché con traduzione. Ogni autore…

Conversando con Francesca Costantino, agente letterario, editore e scrittrice di libri fantasy

Francesca Costantino è agente letterario, promotrice editoriale, scrittrice e giornalista, editore. Da quasi dieci anni si occupa di editoria, a partire dalla carta stampata (cronaca di Roma e nazionale) fino all’uscita della sua trilogia fantasy, per Armando Curcio Editore, “I figli di Baal”. Dopo anni passati alla scrivania di un’importante casa editrice nazionale, Francesca Costantino ha imparato sia a valutare i manoscritti anche a “colpo d’occhio”, sia a imporre un testo sul mercato. E’ la fondatrice e l’amministratrice unica di Astro Edizioni. Francesca Rita Rombolà e Francesca Costantino conversano insieme. D – Come vede se stessa, Francesca Costantino, nella sua multiforme professionalità? R – Mi vedo bene! Nel senso che sono esattamente dove volevo essere e, con determinazione, mi spingo sempre più avanti. Mi occupo di scrittura ed editoria sia in veste di autrice (quando mi avanza tempo!), sia in veste di editor, giornalista, agente letterario ed editore. Sto anche promuovendo un corso di scrittura creativa volto alla pubblicazione e all’acquisizione anche di tecniche di marketing. La comunicazione è di sicuro il mio “piatto forte”, la vendita mi appassiona e mi diverte. Soprattutto, quando la sfida è alta, come nel settore editoriale, sempre più contratto e fagocitato dai grandi marchi….

Due parole soltanto: grazie Franco, grazie maestro Battiato

Era l’anno 1978 forse, o giù di lì, quando ho ascoltato, per la prima volta alla radio, insieme ad un bambino di quattro o cinque anni, “L’era del cinghiale bianco” canzone splendida e riuscitissima di Franco Battiato, che non avrei mai più smesso di ascoltare e di amare. Era poi l’anno 1982 quando ascoltai, forse per la prima volta o forse per la seconda in quanto l’album era uscito alla fine del 1981, “La voce del padrone” di Franco Battiato; album che salì subito in vetta alle classifiche musicali italiane e vendette un milione di copie, ancora primo e unico caso in Italia. Da allora in poi i successi di Franco Battiato non si contano più. Canzoni quali “Bandiera bianca”, “Cuccurucucù”, “Sentimiento nuevo”, “L’esodo”, “Veni l’autunnu”, “Giubbe Rosse” e molte moltissime altre credo siano entrate a far parte dell’immaginario collettivo italiano dalla fine degli anni Settanta fino ad oggi. Franco Battiato, il maestro, il grande siciliano, è morto oggi, 18 maggio 2021, nella sua casa di Milo alle pendici dell’Etna; aveva compiuto settantasei anni il 23 marzo scorso. Da buon catanese, in primis, e da buon siciliano non poteva che ritornare alla sua terra d’origine, alle sue radici più autentiche…

Un angelo di pietra che racchiude il proprio destino. “Angelo di pietra – La barca del destino” di Duccio Di Stefano
000 Primo piano / 10 Maggio 2021

“Angelo di pietra – La barca del destino” è l’opera prima di Duccio Di Stefano. Si tratta di un romanzo edito dalla Carthago Edizioni nel 2018. E’ una storia strana, stimolante fin dalle prime pagine, raccontata da un io narrante svelto e lineare nel suo affabulare, interamente immerso nella liricità del racconto in quanto si tratta anche del protagonista. Dunque, “Angelo di pietra – La barca del destino” è una storia d’amore. Sì, una storia d’amore in una Sicilia dirompente e meravigliosa vista con gli occhi incantati di chi sa scorgere nel suo sole, nel suo mare, nella sua natura e nelle sue tradizioni più genuine un mondo capace di accogliere, di donare e di far maturare la propria interiorità ma anche, spesso, difficile, primitivo, quasi selvaggio, capace di celare molte ombre minacciose che si nutrono di oscurità psichica. Gonzalo Maraquena è un pescatore, figlio di una Sicilia tipica e tuttavia moderna, con origini spagnole per via del nonno paterno e una gran voglia di cavalcare la vita che ogni giorno lo tempra e lo plasma come uomo. E’ proprietario di una barca, la “Sebastiano Padre”, e con essa si guadagna da vivere pescando e portando i turisti in un…

“L’ Arte è la nostra parte divina”. Conversando con la regista Irene Magnani
000 Primo piano , Irene Magnani / 28 Aprile 2021

Irene Magnani è nata nel 1971. Sceneggiatrice e regista, ha lavorato “dietro le quinte” per una decina di anni occupandosi della gestione di cinema e teatri dove ha potuto conoscere, dal suo interno, questo mondo e tutto il comparto che vi ruota attorno. Poi ha voluto mettersi in gioco ascoltando la sua creatività, così ha approfondito studiando sceneggiatura, storytelling e cinema e ha realizzato dapprima cortometraggi (dove ha sperimentato sia la fiction che l’animazione) per passare in seguito al lungometraggio. La sua opera prima “Testimoni Silenziosi”, un corto sulla tutela dell’ambiente nello specifico rapporto uomo – albero, ha vinto, nel 2019, il Corto Fiction di Chianciano Terme. Nel 2020 ha realizzato un cortometraggio di animazione sulla lotta al Covid 19. La sua terza opera è un lungometraggio, “L’oro di Pietro”, in fase di produzione, che potrebbe essere nelle sale nel 2022. Irene Magnani ha vinto diversi premi e ricevuto varie onorificenze. Francesca Rita Rombolà e Irene Magnani conversano per poesiaeletteratura.it D – Irene Magnani, cosa significa lavorare “dietro le quinte” del cinema e del teatro? R – Chi lavora dietro le quinte su un set, in un teatro si occupa di tutto quello che lo spettatore non vede ma che…

Nuovo anno genuino e verace. “Suites di fine anno” di Roberto Maggi
000 Primo piano , Roberto Maggi / 21 Aprile 2021

“Suites di fine anno” è un romanzo di Roberto Maggi, direi un romanzo particolare e di certo interessante per la sua originalità narrativa. Innanzitutto il linguaggio: forse un pò ridondante e talvolta eccessivo in quanto si adatta al climax della narrazione e alla incisività dell’atmosfera che permea e avvolge le varie situazioni, e poi la scrittura: un flusso di coscienza, portato avanti dal protagonista – io narrante dal principio alla fine, non sempre rispettoso delle regole grammaticali come, in fondo, è piuttosto giusto che sia (vedi i famosi flussi di coscienza dei protagonisti di “Ulysses” di James Joyce e di “Il male oscuro” di Giuseppe Berto). Il romanzo, come indica fin dall’inizio lo stesso titolo, si propone al lettore quasi in veste di concerto di musica classica: è, infatti, suddiviso, a mò di capitoli, in cinque parti ciascuna delle quali è proprio, in un certo senso, uno spartito a sé. Le cinque parti sono: Preludio: Toccata; Primo movimento: Allemanda (Andante); Secondo movimento: Capriccio (Allegro); Terzo movimento: Sarabanda (Scherzo); Quarto movimento: Finale. L’ultimo dell’anno (la notte di Capodanno, per intenderci) è una notte un pò strana, a volte meravigliosa, a volte noiosa, a volte frivola, a volte intensa ma comunque è…

Un profluvio di immagini visive e metafore. “I colori che non hai saputo vedere” di Carmelita Caruso
000 Primo piano , Carmelita Caruso / 14 Aprile 2021

Ho fra le mani il volume “I colori che non hai saputo vedere”, silloge poetica di Carmelita Caruso. E’ un libro bello, colorato, fatto di mille armonie d’estate; una copertina in cui prevale il rosso dei papaveri fioriti e il rosso di labbra sensuali: un accostamento fra donna, natura ed estate molto riuscito. Il libro è edito dalla casa editrice Mario Vallone Editore (marzo 2021) ed è un profluvio di immagini visive e metafore in cui si intrecciano pezzi di anima e filamenti di sentimenti con note di colore che si espandono fluidamente in una abbondante varietà di policromie. Infatti, ad ogni poesia è come “abbinato” un dipinto che sembra completarla e rimandare ad una profonda quanto intensa introspezione. La poesia “Il colore che non hai saputo vedere”: “Ho dato tanto colore/tanto quanto l’arcobaleno,/ma tu/non l’hai saputo vedere”. Lineare e scorrevole nella sua brevità, diretta nel messaggio che invia, fugace nel rimpianto, ferma nell’amarezza; e il dipinto di un volto di donna inserito in un rombo, simbolo di femminilità ancestrale, il cui unico occhio azzurro guarda lontano perdendosi forse nell’azzurro più vasto del cielo o del mare. O anche la poesia “Colori”. “I due colori del cuore/e dell’anima” che in…

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