Il poeta e il Decadentismo

La culla del Decadentismo fu nei cenacoli “Bohémiens” della Rive Gauche – gli “Hidropathes”, gli “Hirsutes”, gli “Zutistes”, i “Nous Autres”, il “Chat Noir” – la cui fama verso il 1880 e ancora più in là negli anni, in tutta Europa e al di là degli oceani, sembrò creare intorno al nome di Parigi un alone suggestivo e quasi inquietante di genialità e di poesia. Il termine “decadenti” fu adoperato dapprima in senso dispregiativo dalla critica benpensante, borghese o accademica, ma già dalla fine dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento, quando l’inglese Gibbon aveva descritto la “storia della decadenza e della caduta dell’impero romano” con una certa simpatia per i vinti – “rappresentanti di tutti i valori della cultura” – e i vincitori – “uomini della barbarie” – la parola “decadenza” aveva perso molto del suo significato originario svalutativo, e l’attrazione verso le “culture tarde e morenti” aveva costituito anzi una sorta di distinzione al di sopra di una società e di un mondo alle soglie di un’oscuro sfacelo imminente. Per primo fu il poeta francese Charles Baudelaire che scoprì e svelò la potenza trasfigurativa che la Poesia possiede anche di fronte a ciò che la vita può avere…

La Poesia, sangue e fuoco della terra

Poesia è un soffio di vento appena, tra i fiori e sulle cime degli alberi più alti. Poesia è la brezza lieve che increspa le onde del mare al tramonto quando il sole si immerge nel sonno di antri oscuri e profondi per permettere ad ogni vivente di sognare. Poesia è il murmure misterioso e misterico del bosco, il respiro sottile della foresta, lo scorrere quieto del ruscello fra i sassi del suo letto. Poesia è la cadenza ondulata della sabbia che forma e sposta le dune del deserto. Poesia è lo stormire delle foglie, il calpestio dei passi, il gemito impercettibile di una goccia di rugiada in un’alba di giugno, la voce impossibile e incredibile della pioggia d’autunno, il rombo lontano del tuono in mezzo alle nuvole grandi e in corsa. Poesia è il silenzio che non si può spiegare. Poesia è il pianto imperscrutabile di una sola lacrima. La lava del vulcano scende come un fiume placido e inesorabile. E’ rossa e calda. Quasi inverosimile. E’ il sangue della terra. Convulsione tellurica del suo corpo di vegliarda. Fiotto e anima delle sue profondità inaccessibili, dei suoi abissi e dei suoi baratri senza confronto. E’ fuoco. Il fuoco che…

“La musica non si sceglie, ti sceglie”. Una breve conversazione con gli Armonium in occasione del 50° anniversario della band
000 Primo piano , Armonium / 20 Giugno 2023

Gli Armonium si formano nel 1973 e debuttano, con contratto discografico, nel 1975. l’anno seguente partecipano al Festival di Sanremo 1976 con “Stella cadente” e lo stesso anno eseguono due canzoni, “Emanuelle in America” e “Naked Emanuelle” scritte da Nico Fidenco ed inserite nella colonna sonora del film “Emanuelle in America” di Joe D’Amato. Nel 1979 gli Armonium stringono un solido rapporto professionale con Enzo Ghinazzo, in arte Pupo, il quale si avvale dei musicisti della band durante i suoi concerti. Successivamente incidono alcuni singoli tra cui il grande successo “Bambina mia” che viene pubblicato anche all’estero. La band prosegue l’attività live fino al 1984 con concerti in Europa e tournée in Canada, Stati Uniti e Australia. Nel 1986 gli Armonium pubblicano il loro primo album “Made in Italy”. Nel 2013, in occasione dei quarant’anni dalla fondazione degli Armonium, incidono l’album “Siamo ancora qui – 40 anni di musica insieme”. Nel 2015 e nel 2016 partecipano a Sanremo Doc come ospiti d’onore e vengono premiati dalla Federazione Europea per la Tutela dei Diritti Umani. Le loro apparizioni su varie emittenti TV e radio sono molto frequenti. Nel 2023 sono cinquant’anni esatti dalla fondazione degli Armonium. Francesca Rita Rombolà e gli…

Sembra che né lo spazio né il tempo abbiano più un valore probante per il poeta. “KLINAMEN”, silloge poetica di Enrico Piccinini
000 Primo piano , Enrico Piccinini / 6 Giugno 2023

Nella fisica epicurea il klinamen è la deviazione spontanea degli atomi nel corso della loro caduta nel vuoto in linea retta. E’ una deviazione casuale, sia nel tempo sia nello spazio, che permette agli atomi di incontrarsi e dunque di aggregarsi (formando così le cose). Dopo Epicuro il termine fu tradotto dal poeta Lucrezio con quello latino di “klinamen” al posto di quello greco “parenclesi”. Grazie al klinamen viene introdotto un elemento di spontaneità, un grado di libertà conciliabile – almeno in modo figurato – con la libertà umana. Lucrezio afferma: << Che la mente in tutto ciò che compie non abbia una necessità interna, che non sia sconfitta e costretta a sopportare, ciò nasce proprio dalla piccola inclinazione (klinamen) degli elementi che avviene in un momento e un punto indeterminati. Questa breve introduzione (la definizione in generale) per tentare di spiegare, e di comprendere (in primis a me stessa e dopo al lettore) la silloge poetica di Enrico Piccinini. “KLINAMEN” è appunto il suo titolo, è stata pubblicata da ChiPiùNeArt Edizioni nel 2021 e fa parte de “le Haunie” una delle diverse collane di poesia di questa casa editrice. Il libro, tra le altre, ha anche questa particolarità: è…

La Poesia, un potenziale “rivoluzionario”, di libertà, di resistenza spesso sottovalutato e spesso oscuro

In una prigione terribile e orribile sconosciuta al mondo, dove chi vi è rinchiuso vive in condizioni disumane ed estreme, qualcuno ha con sé (per caso? Per magia? O per inutilità della vita e del tutto, o per motivi altri) un libro di poesie di un poeta che ha cantato la libertà, la bellezza e la potenza della natura, la dolcezza o l’esuberanza ardente dei sentimenti, le meraviglie dell’amore, il mistero della vita. E’ l’unica cosa che possiede in quell’ambiente fatiscente, umiliante e doloroso. E’ l’unica cosa che i suoi carcerieri – aguzzini gli consentono di tenere con sé. E’ il suo unico possesso in un luogo dove non si possiede più niente forse nemmeno più la propria autostima e la propria dignità umana le quali vengono messe a dura prova quasi ogni giorno e, ogni giorno, venendo meno ad ogni nuova “seduta” di tortura. Un libro di poesie. Già. Chissà poi perché i carcerieri – aguzzini consentono proprio il possesso di un libro di poesie a prigionieri – detenuti che vogliono “annientare” non solo fisicamente ma soprattutto e principalmente psicologicamente cioè nello spirito, nell’anima, nella capacità di pensiero e di raziocinio. Già. Forse perché ritengono che un libro di…

“C’è un grande bisogno di cultura, di dialogo, di apprendimento …” Dialogo con Adele Costanzo, scrittrice e direttore editoriale
000 Primo piano , Adele Costanzo / 26 Maggio 2023

Adele Costanzo, vicepresidente dell’Associazione ChiPiùNeArt e dal 2015 direttore editoriale e fondatore della ChiPiùNeArt Edizioni s.r.l.s., nasce a Castrovillari (CS) nel 1958. Ha insegnato presso le scuole superiori e attualmente si dedica a tempo pieno alla scrittura e all’editoria. Ha pubblicato con la Giulio Perrone Editore, divisione LAB, la raccolta di racconti “L’isola di Paris” (2009), vincitrice della prima edizione del premio “Cose e Parole”, e nel 2011 il romanzo “Cronache della città capovolta”. Per il romanzo ha ottenuto riconoscimenti in diversi premi letterari per opere edite ed inedite: Vigonza 2009 (menzione d’onore), Vigonza 2010 (vincitrice assoluta con attribuzione della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica); Cerchiara (terzo premio) 2009; Nemo Editrice 2009 (secondo premio); Europclub 2009 (primo premio); Mondolibro 2011 (terzo premio per editi); Micheloni 2011 (menzione d’onore per editi); Holden 2011 (finalista). Il romanzo viene rieditato nel maggio 2019 da ChiPiùNeArt Edizioni insieme alla versione teatrale di Cecilia Bernabei “La città capovolta”. Con il romanzo storico “Il Grand Tour” vince nel 2013 il Premio Città del Galateo e, poco dopo, ottiene il secondo posto al Premio Kultura e la segnalazione alla XXVII edizione del Calvino. Nel 2017 pubblica “La consistenza dei cerchi nell’acqua” (Lettere Animate Editore). Nel 2021…

Il ricordo e la rammemorazione. Per i centocinquanta anni della morte di Alessandro Manzoni

Il 22 maggio 1873 lasciava questa vita, all’età di ottantotto anni, il poeta e romanziere Alessandro Manzoni. Sono passati esattamente centocinquanta anni dalla morte di uno dei più grandi autori della Letteratura Italiana. Una breve nota per ricordarlo in tempi in cui forse la letteratura, insieme alla memoria, non sembrano avere più quel posto predominante che hanno avuto nei decenni scorsi. Alessandro Manzoni è stato l’autore di capolavori letterari quali il romanzo “I Promessi Sposi”, di tragedie quali “Adelchi” e “Il conte di Carmagnola” e di poesie quali “Il 5 Maggio”. Non so più se le giovani e le giovanissime generazioni, a partire dai Millennials, (nati nel 2000/2001) hanno ancora nei loro programmi di studio alle scuole superiori, per quanto riguarda l’italiano, le opere di Alessandro Manzoni, quindi se lo studiano o lo conoscono come semplice autore appena; ai “miei tempi” (anni Ottanta del secolo scorso) era un autore di primo piano alle scuole superiori, e il romanzo “I promessi Sposi” era il classico che si doveva studiare e commentare per un intero anno scolastico. A questo riguardo, non posso non ricordare e non menzionare il compianto professore Franco Rombolà con il quale ho proprio studiato “I promessi Sposi” di…

“Vorremmo che la nostra musica trasmettesse un senso di positività e di serenità”. Conversando con gli Animarea
000 Primo piano , Animarea / 18 Maggio 2023

Animarea è un progetto artistico sorto ufficialmente da un’idea di Gabriele Toniolo e Rossana Bern. Nel 2011 esce il loro primo EP composto da cinque brani inediti. Dal racconto EP è stato estratto il singolo “Onda Anomala” trasmesso da diverse emittenti radiofoniche e da Rai Radio 1 durante il programma “Citofonare Cuccarini” condotto da Lorella Cuccarini. Le esperienze live, radiofoniche, televisive e soprattutto lo studio rappresentano la base di una ricerca continua per gli Animarea per raggiungere un’identità musicale e stilistica propria, originale, unica. Nel 2018 gli Animarea pubblicano il disco “Holidays in Rome” che riceve molti apprezzamenti. Nel 2022 inizia per gli Animarea la collaborazione con il musicista e produttore Alberto Paderni. “Welcome to Babylon” è il nuovo singolo degli Animarea. Francesca Rita Rombolà e gli Animarea conversano di musica e di poeti. D – Il genere musicale che caratterizza gli Animarea e ciò che lo ha influenzato. R – Il nostro genere musicale spazia tra lo smooth jazz e il pop – soul. I precedenti lavori discografici, come “Holidays in Rome” (disco del 2017) hanno forti contaminazioni jazz, bossa nova e funky – soul. Il nostro background è molto variegato. Da giovanissimi ascoltavamo soprattutto pop e rock (italiano…

“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” di Cesare Pavese. I versi e la loro possibile ermeneutica

Rompo un silenzio durato più di un mese. Rompo oggi un silenzio nel cui tempo il dolore, lo shock emotivo e l’ineluttabilità di un lutto improvviso hanno dato spazio e una certa fermezza per una riflessione sulla morte e sul suo senso e sulla poesia che può essere chiarificatrice di questo recondito senso. Talvolta in momenti di dolore grande e improvviso, come forse anche di gioia inaspettata, cerchiamo una risposta, se ci riesce, o almeno un qualcosa che vada oltre la superficie delle cose, a quel che ci è accaduto, che ci accade, che ci coinvolge e ci stravolge, ci afferra e ci consuma. Forse la Poesia, come sempre e come da sempre fa, può essere questa specie di risposta o questo qualcosa, strana pellicola sottile mai del tutto invisibile. C’è una poesia forse che adesso può rendere l’idea, la sensazione, la particolarità di questo tempo vissuto; forse i suoi versi iniziali, i versi che danno il titolo all’intero componimento sembrano voler comunicare ad ogni costo la loro possibile ermeneutica: “parlare”, “dire”, “additare” su un sentiero tortuoso e poco illuminato. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” sono forse i versi più conosciuti e più citati della famosa poesia…

Per una Pasqua di pace, di giustizia, di risveglio interiore

Per una Pasqua di pace, di giustizia, di risveglio interiore. Per una Pasqua che sia dolore, sofferenza, morte ma subito dopo gioia, consolazione, resurrezione. Per una Pasqua che aiuti e dia coraggio a chi non trova aiuto in se stesso e negli altri, a chi non sente e non ha il coraggio di cambiare in meglio i propri pensieri e la propria vita. Per una Pasqua solitaria e silenziosa che stimoli perciò la riflessione profonda sulle cose e sul mondo. Per una Pasqua che dia valore e senso alle parole e ai gesti, agli atti e agli slanci. Per una Pasqua che sia rammemorazione e ricordo, memoria e racconto vitale. Per una Pasqua bella, buona, serena, feconda, nuova. L’UNICA OFFERTA Presentò sull’altare l’offerta del pane e del vino ricevuta dal patriarca, lui il primo sacerdote dell’Altissimo e in quell’istante percepì … e poi vide il compimento della redenzione di ogni essere e cosa; fino alle stelle, alle galassie agli universi invisibili e inconcepibili. Vide, e impresse nella sua memoria la visione col fuoco celeste della trasfigurazione. I mondi sobbalzarono, e furono sconvolti l’uomo dapprima si accostò con timore alla luce in seguito la riconobbe dal profondo, inespressivo. Il mistero inaudito…

“La Poesia è innanzitutto un baluardo a difesa del linguaggio”. Conversazione con il poeta Fabrizio Bregoli
000 Primo piano , Fabrizio Bregoli / 3 Aprile 2023

Fabrizio Bregoli, nato nel bresciano, risiede da vent’anni in Brianza. Laureato con lode in Ingegneria Elettronica, lavora nel settore delle telecomunicazioni. Da sempre si interessa di letteratura e poesia. Ha pubblicato alcune raccolte di poesie fra cui “Il senso della neve” (Puntoacapo, 2016 – Premio Rodolfo Valentino 2017); “Zero al quoto ” (Puntoacapo, 2018 – Premio Guido Gozzano 2018 e Premio Letterario Internazionale Indipendente 2018); “Notizie da Patmos” (La Vita Felice, 2019 – Premio Umbertide XXV Aprile e Premio Città di Chiaramonte Gulfi 2020). Sue opere sono incluse in “Lezioni di Poesia” (Arcipelago, 2015) di Tomaso Kemeny e in “iPoet Lunario in Versi 2018” (Lietocolle, 2018), sulle riviste “Il Segnale”; “Alla Bottega”; “Euterpe”, “Le Voci della Luna”, “Il Foglio Clandestino”, “Il sarto di Ulm” e in numerose altre antologie, e sui più noti blog di poesia. Ha inoltre realizzato, per i tipi di Pulcinoelefante, il libriccino d’arte “Grandi poeti” (2012) e per le Edizioni Fiori di Torchio la plaquette “Onora il padre” (Serégn de la memoria, 2019). Fabrizio Bregoli collabora con il blog “Poeti oggi”, per il quale cura la rubrica “Blocchi di partenza”, e fa parte della redazione del blog letterario “Laboratori Poesia” per il quale ha curato la…

Un’età beata e insieme delicata della vita. Infanzia indiana – Indian boyhood di Charles A. Eastman (Ohiyesa)

Un libro ricco di aneddoti e di facile lettura, interessante e piacevole per scoprire un mondo, non tanto lontano nello spazio e un poco nel tempo, quanto piuttosto distante dalla cosìddetta “civiltà avanzata” dell’uomo bianco conquistatore, distante quasi in tutto ma non selvaggio, primitivo, crudele come si potrebbe pensare (o si è sempre pensato) comunemente. “Infanzia indiana – Indian boyhood di Charles A. Eastman (Ohiyesa), a cura di Raffaella Milandri (Mauna Kea Edizioni, febbraio 2023), non è soltanto la descrizione precisa di usi, costumi, consuetudini, credenze ecc ecc. di un popolo quale i Sioux Dakota – Nativi americani ma una narrazione che affabula e rammemora, e soprattutto vista, vissuta, sentita da un bambino e con tutto ciò che un bambino vede, vive, sente, sicuramente circonfusa da una sensibilità molto diversa da quella degli adulti. Colpisce molto ( e non può essere altrimenti) constatare spesso che la vita di un bambino indiano d’America ha qualcosa di toccante e di magicamente dolce e aspro a un tempo; l’infanzia ha un ché di epico e conserva tutto il plastico incanto che la caratterizza ad ogni latitudine e presso ogni popolazione. Non mancano le prove di iniziazione che scandiscono puntuali le varie fasi della…

La repubblica dei poeti

…E se un giorno, improvvisamente, i poeti fondassero la loro repubblica?! Ahimè credo che il mondo, così come lo conosciamo e nel quale viviamo, andrebbe davvero in tilt. Forse si produrrebbe la più grande e la più radicale rivoluzione che l’uomo abbia mai fatto e la Storia abbia mai visto. Il reame dei poeti, con il retrogusto sognante di una fiaba o, forse meglio, la repubblica … sì ecco, alfine, proprio la repubblica dei poeti! La repubblica dei poeti. Ma come sarà, o dovrebbe essere, la repubblica dei poeti? Non si è mai vista e mai sentita una cosa del genere. Eppure tutti la auspicano da sempre.Tutti la desidererebbero o la vorrebbero da sempre. Tutti da sempre la aspettano quasi come gli antichi ebrei attendevano il messia, cioè colui che avrebbe potuto liberarli dal giogo straniero e salvarli da un qualcosa di terribile e di ineluttabile. Tutti sì. Anche quelli che non sanno cosa siano né i poeti né la loro repubblica e perfino gli apatici e gli indifferenti alle cose, alla vita e a se stessi. Perché la repubblica dei poeti è quasi una sorta di ideale misterioso e oltremodo imperscrutabile che alberga con continuità atemporale nell’inconscio collettivo dell’intera…

L’essere dell’uomo della post – modernità smarrito nel dedalo convulso della realtà quotidiana. Una riflessione su IL SENTIERO DEI NUBI di Maria Luisa Sgandurra

“Verdi come il letto di un fiume in piena, passi cigolanti sopra una fitta schiera Nubi evanescenti di luce amena richiamano silenti la loro preghiera”. Sono i versi che appaiono sul frontespizio del libro IL SENTIERO DEI NUBI di Maria Luisa Sgandurra (Mario Vallone Editore, febbraio 2023). Certamente un libro intrigante che catapulta sul lettore un indubbio fascino sottile. È forse un romanzo, ma forse piuttosto non lo è. È forse una sorta di viaggio iniziatico dentro se stessi alla ricerca della propria anima, in cui l’io narrante del protagonista porta avanti uno scavo psicologico dentro se stesso per superare l’oscurità metaforica e le catene delle paure che lo imprigionano, e così raggiungere la luce e la libertà. La scrittura di Maria Luisa Sgandurra, psicologa e analista del comportamento non verbale, in questa sua opera prima è ineccepibile. Rigoroso e preciso e tuttavia lineare, scorrevole, dalla professionalità lucida e consapevole eppure con grandi sprazzi di musicalità e di poesia che rendono il tutto armonioso e alchemicamente fruibile; forse potrebbe essere questa una possibile definizione, in un certo qual modo, letteraria de IL SENTIERO DEI NUBI. Anche dal punto di vista grafico il libro può essere definito un piccolo gioiello scintillante…

“La Poesia è arte del linguaggio … è la realizzazione delle migliori idee creative dell’uomo”. Dialogando con Mauro Ferrari, poeta ed editore
000 Primo piano , Mauro Ferrari / 10 Marzo 2023

Mauro Ferrari (Novi Ligure 1959) è direttore editoriale di Puntoacapo Editrice. Ha pubblicato “Forme” (Genesi, Torino 1989); “Al fondo delle cose” (Novi 1996); “Nel crescere del tempo” (con l’artista valdostano Marco Jaccond, “I quaderni del circolo degli artisti”, Faenza 2003); “Il bene della vista” (Novi 2006, che include la precedente plaquette); “Il libro del male e del bene”, antologia ragionata (Puntoacapo 2016); “Vedere al buio” (ivi 2017); “La spira. Poemetto” (ivi 2019). Ha inoltre pubblicato la raccolta di saggi “Civiltà della poesia” (Puntoacapo, Novi 2008, che raccoglie anche il precedente “Poesia come gesto. Appunti di poetica”) e i racconti di “Creature del buio e del silenzio” (ivi 2012). Ha fondato nel 1995 e diretto fino al 2007 la rivista letteraria “La clessidra” ed è stato redattore delle riviste “Margo” e “L’altra Europa”; ha curato con Alberto Cappi “L’occhio e il cuore. Poeti degli anni ’90” (Sometti, Mantova 2009 e molte altre antologie poetiche e critiche tra cui “Il fiore della poesia italiana” (due volumi, con Vincenzo Guarracino, Puntoacapo 2016); “Dove va la poesia?” (ivi 2018); “Il posto dello sguardo” (ivi 2021). Ha fondato “L’almanacco Punto della Poesia Italiana” (Puntoacapo) pubblicato in cartaceo dal 2010 al 2016 e poi evolutosi nel…

Io come donna

Cosa fa più male uno schiaffo in pieno volto o uno dentro l’anima? Forse l’uno e l’altro in modo uguale e intensamente; forse, a mio avviso, uno schiaffo dentro l’anima brucia di più con un dolore talvolta troppo acuto per riuscire sopportabile. Infatti il dolore si mantiene forte per giorni e giorni, l’agitazione interiore aumenta con il passare delle ore, la disperazione si insinua in ogni fibra dell’esistenza e la sconvolge e la trasforma. E uno schiaffo in pieno volto? Fa male per un’ora o due, fa male per un giorno; poi il dolore piano piano diminuisce, il gonfiore e il bruciore si attenuano e tutto sembra essere ritornato come prima, cioè come prima di ricevere lo schiaffo. Per una donna è da sempre, ed è sempre molto facile e semplice ricevere uno schiaffo. Siamo più fragili noi donne? Più fragili, più indifese, più deboli? Forse sì e forse no. E anche se lo siamo perché ci si colpisce, a volte senza motivo, senza una ragione? Io come donna sono sola. Scagliata dal nulla o dal caso quale scheggia di un tutto in un mondo disumano e feroce. Potrei dire che il mondo non mi ama e non mi vuole….

“E’ come se scienziati e poeti cercassero risposta alle stesse domande”. Dialogo con il prof. Guido Tonelli, fisico e fra gli scopritori del bosone di Higgs

Guido Emilio Tonelli è fisico e divulgatore scientifico nonché professore emerito presso L’Università di Pisa. Ha partecipato ed è stato portavoce dell’esperimento CMS presso il CERN di Ginevra, che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. A partire dai primi anni Novanta del secolo scorso, la sua attività si concentra sull’esperimento Compact Moun Solenoid (CMS) presso il Large Hadron Collider (LHC) al CERN di Ginevra al quale partecipa fin dalla prima fase del disegno concettuale. Il 13 dicembre 2011, insieme a Fabiola Gianotti, portavoce di ATLAS, presenta in un seminario al CERN i primi dati di CMS sulla presenza del bosone di Higgs; il 4 luglio 2012 l’annuncio ufficiale dell’osservazione di un nuovo bosone compatibile con il bosone di Higgs. Il 24 ottobre 2012 Guido Tonelli riceve dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e il 23 luglio 2013 il Premio “Enrico Fermi” per la Fisica. Seguiranno, nel 2014, le più alte onorificenze della città di Pisa nell’ambito delle “Celebrazioni per i quattrocentocinquant’anni della nascita di Galileo Galilei” e la Medaglia d’Onore del presidente della repubblica insieme ad altri massimi riconoscimenti. Fra le sue opere: “La nascita imperfetta delle cose. La…

La tomba del poeta

La tomba del poeta parla? La tomba del poeta dice qualcosa a chi si ferma presso di essa anche per darvi un fuggevole sguardo soltanto? Sì, la tomba del poeta ha parlato in passato. E parla nel presente. Continua a parlare nel presente. Parla in un presente fuori dal tempo e in uno spazio che è forse un non – luogo o forse è proprio il luogo per eccellenza: il topos dell’anima e della memoria che sa trattenere il silenzio remoto nel già trascorso o remoto nel divenire, il topos dello spirito che percepisce ed anela, spera e vive andando sempre oltre. Oltre se stesso. Oltre l’effimero e il mediocre. Oltre la banalità e l’appiattimento. Oltre la vita e la complessità della vita. Ma soprattutto oltre la morte. E oltre il mito della morte. Un tumulo, una lapide, un cippo, una cavità naturale nella roccia, un menhir o un circolo di pietre, un’urna o un loculo, un mausoleo, un sepolcro monumentale la tomba del poeta cattura e affascina, stimola alla riflessione immediata e induce a meditare su cose profonde e ultime. Non porta quasi mai al pianto o alla commozione. Le lacrime sembrano quasi superflue e assurde dinnanzi a chi,…

“Forse è arrivato il momento di provare a cambiare il nostro modo di pensare”. Conversando con Chiara Zagonel, insegnante e divulgatrice scientifica
000 Primo piano , Chiara Zagonel / 16 Febbraio 2023

Chiara Zagonel è nata nel 1967 in Trentino. Nel 1990 si è laureata in matematica e successivamente, nel 1996, in Fisica. Ha insegnato nelle scuole superiori per quasi vent’anni (soprattutto negli indirizzi sperimentali del liceo scientifico). Al suo percorso come insegnante se ne sono affiancati altri: Operatrice polisportiva nel Centro Sportivo Italiano, accompagnatrice dei bambini sulla neve per il Club Alpino Italiano, animatrice di gruppi di adolescenti presso varie associazioni. Ha seguito e completato un percorso formativo in autdoor education con l’associazione Nature Rock e un altro per l’apprendimento sociale, emotivo ed etico (SEE – Learning). Da venti anni circa ha iniziato un percorso di crescita personale che l’ha portata a fare esperienze di natura diversa (qi gong, lavoro emotivo corporeo, respirazione olotropica, costellazioni familiari, canto armonico, metodo Amaranta, rebirthing). Chiara Zagonel si occupa di divulgazione scientifica, e dal 2015 racconta e spiega la fisica quantistica. In questo ambito ha tradotto il libro “Quantum Mind. La mente quantica al confine tra fisica quantistica e psicologia” di Arnold Mindell (2017). Ha scritto “Storia dei quanti” (2019) e “Cambia la tua vita con la fisica quantistica” (2023). Francesca Rita Rombolà e Chiara Zagonel conversano insieme. D – Professoressa Zagonel, vuole raccontare in…

A un passo dall’amore… E

L’amore che unisce due cuori rossi e ardenti di passione, profondi e irruenti come il cratere di un vulcano attivo. L’amore che celebra e abbatte, edifica e travolge. L’amore che smuove le montagne e segna il passo ai giorni tristi dispersi nel dolore. L’amore che consuma la vita, la trasfigura, la rinnova. L’amore con il suo soffio potente come i primi vagiti dell’Universo nel vuoto inaudito prima di ogni cosa. L’amore che ha creato stelle e mondi lontanissimi nelle profondità del Cosmo, vicinissimi all’Essere che li racchiude e li fa evolvere. L’amore vibrante come un’onda gravitazionale che può in un attimo annientare lo spazio – tempo e far finta di niente quando le labbra degli innamorati si sfiorano all’ombra di un frassino nell’angolo più remoto del parco e fanno esplodere il cielo e la terra. L’amore gratuito e libero, sognante e prigioniero, malinconico e desolato, solitario e in solitudine. L’amore che dona e mai si sogna di ricevere. L’amore lieve come il vento e sottile come fiamma viva nell’oscurità. L’amore che travolge come un fiume in piena e unisce a un tempo gli amanti, gli innamorati, i perdenti e i gaudenti, i deboli e gli oppressi, i forti e gli…

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