Il buio che precede l’alba – GERRY ADAMS

23 Agosto 2012

Amara, cruda, piena di desolazione e di sconforto, eppure una voce alta e forte che grida per far conoscere al mondo, per coinvolgere il mondo. Poesia di denuncia, dove i sentimenti diventano rarefatti, la rabbia è contenuta dalla forza dei versi, la realtà si tinge di fosco senza nessun posto apparente per la speranza. LONG KESH è il titolo di questa poesia. Ma Long kesh è stato anche un campo di concentramento – prigione britannico per detenuti politici dell’ IRA (Esercito Repubblicano Irlandese). Le luci di una prigione, o meglio, le luci di un campo di detenzione a regime duro, perchè per terroristi o presunti tali o ritenuti tali (nel famoso  ” blocco di Maze “, a Long Kesh, è morto, nel 1981, per uno sciopero della fame attuato per il riconoscimento dello status di detenuti politici ai militanti dell’ IRA, il giovane combattente Bobby Sands, divenendo così un martire della causa repubblicana dell’ Irlanda del Nord), non potranno mai essere luci che illuminano, che rischiarano; infatti, viste da lontano, all’alba, creano solo il miraggio di un’ alba: la luce del giorno che viene è falsa poichè sopra Long Kesh e sopra tutte le Long Kesh della Terra non potrà mai posarsi la luce di un’alba normale, serena. Per il poeta (che forse vi è stato rinchiuso) Long Kesh è il posto più buio dell’ Irlanda… addirittura di tutta l’ Europa! Quel bagliore, nel buio che precede l’alba, è paragonato a ciò che può esserci davanti alla porta dell’ Inferno, quindi solo una parvenza di luce accecante, quasi un fuoco ardente che aspetta i condannati per divorarli nel corpo e nell’anima, e chi si trova già oltre, all’interno, si accorge improvvisamente di essere solo; solo, abbandonato, lasciato nel terrore e nella disperazione. I militanti irlandesi dell’IRA non si sono mai definiti terroristi ma patrioti, combattenti per un’Irlanda unita, libera da pregiudizi religiosi, soprattutto, e altro, sinceramente motivati nel sentirsi irlandesi e nel volersi congiungere alla Repubblica d’ Irlanda e non soltanto per fede religiosa (cattolica) ma anche per lingua, per tradizione, per appartenenza etnica e culturale.

Il carcere di Long Kesh

La questione irlandese si è protratta per secoli. E’ divenuta più acuta dopo l’indipendenza irlandese dal dominio inglese e la proclamazione della Repubblica con capitale Dublino. Le sei contee dell’ Ulster (regione del nord – est dell’ Irlanda), a maggioranza protestante, sono state quasi “sacrificate” dalla Ragion di Stato, sia da parte dell’Irlanda sia da parte della Gran Bretagna: la Gran Bretagna non avrebbe mai potuto tollerare che queste sei contee, con una popolazione per lo più di confessione religiosa cristiana anglicana, venissero “incorporate” in uno Stato di religione cattolica e con una costituzione ispirata ai principi del Cattolicesimo romano, mentre una Repubblica d’Irlanda, completamente cattolica e governata quasi da una religione di Stato dipendente dal papato di Roma, avrebbe avuto dei seri problemi con delle contee (province) con una popolazione professante, per la maggiore, l’anglicanasimo. Il problema si fa spinoso e imbocca strade del tutto impreviste: viene creato, ad esempio, un esercito clandestino che lotta per l’indipendenza di queste sei contee dal governo ufficiale britannico e, allo stesso tempo, si occupa della difesa dei diritti civili e politici della minoranza cattolica. Si tratta, come già accennato, dell’ IRA (Esercito Repubblicano Irlandese), che diventerà famoso nel mondo e che porterà avanti una strategia del terrore legata alle bombe e agli attentati, al quale il governo inglese non riconoscerà mai lo status di esercito, ritenendo i suoi membri solo dei semplici terroristi da internare, se catturati, in prigioni speciali o in campi di concentramento e da perseguire anche con la tortura, se necessario. Fortunatamente, oggi le cose, in Ulster, sono migliorate di molto grazie anche a personaggi come Gerry Adams, leader dello SINN FEIN (NOI SOLI) il partito repubblicano cattolico costituitosi in Ulster per dare una risposta non violenta e politicamente riconosciuta all’ intera questione, il quale, nell’ aprile del 1998, ha firmato i famosi e importanti “accordi di pace di STORMONT” insieme all’ allora primo ministro inglese Tony Blair, al primo ministro della Repubblica d’ Irlanda Bertie Ahern e al leader del partito protestante oltranzista dell’ Ulster (DUP) David Trimble, ponendo fine a decenni di attentati, di azioni violente e di violazioni dei diritti umani da una parte e dall’ altra (quella cattolica e quella protestante). Nel leggere, ora, nel 2012, i versi di questa poesia si rimane sconcertati, almeno all’ inizio, ma poi si pensa che nel mondo esistono ancora prigioni o campi di concentramento come Long Kesh, dove spesso non si fa molta differenza fra un terrorista vero o uno presunto tale, e che il terrorismo purtroppo, per ragioni varie e diverse, esiste su scala globale. Vi è, in ultimo, la forza di coesione della Poesia che dà, in chi la scrive e in chi la legge, il coraggio necessario di resistere in situazioni difficili, spesso penose ed estreme… di resistere sì, per vedere finalmente spuntare un’alba che non sia più falsa nel cielo della notte.

Francesca  Rita  Rombolà

 

Il famoso gruppo rock irlandese degli U2 ha dedicato una canzone di grande successo ad un evento di sangue accaduto in Ulster: la famosa ” Bloody Sunday ” la Domenica di Sangue, nella quale ci sono stati gravi atti di violenza nella città di Derry (Irlanda del Nord) il 30 gennaio 1972, a causa del 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’Esercito inglese che aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili, e ne colpì 26. Il testo della canzone degli U2 è molto toccante, immediato, di denuncia e di rifiuto della violenza da qualunque parte essa provenga. Eccone, di seguito, l’ inizio insieme al ritornello:

I can’ t  believe the news today / I can’ t close my eyes and make it go away / How long, how long must we sing this song? / How long, how long? / ‘ cos tonight / we can be as one, tonight. / Sunday bloody Sunday / Sunday bloody Sunday / Sunday bloody Sunday / Oh let ‘ s go.

Non riesco a credere alle notizie oggi / Non posso chiudere gli occhi e farle andare via / Per quanto, per quanto dovremo cantare questa canzone? / Per quanto, per quanto? / Perchè stanotte / noi possiamo essere uniti, stanotte. / Domenica, Domenica di sangue / Domenica, Domenica di sangue / Domenica, Domenica di sangue / oh su andiamo.

LONG KESH

( Sulla strada di Belfast )

Da lontano

le luci di Long kesh

Creano un’ alba falsa

Nel cielo della notte

Ma sopra Long kesh

Non splende l’ alba

Mai

Sebbene migliaia di luci ardano là

Stanotte,

E’ il posto più buio

D’ Irlanda.

Di tutta Europa.

Davanti a quel bagliore

Ci si ferma.

Come davanti alla porta

Dell’ inferno.

Improvvisamente soli,

nel terrore

E nella disperazione.

Poesia di MADRA RUA (poeta irredentista irlandese) citata da Gerry Adams, leader dello SINN FEIN partito repubblicano cattolico dell’ Irlanda del Nord, nel suo libro di memorie dal titolo GABBIA UNDICI edito in Italia da Edizioni Memoria.

L'autografo di Gerry Adams, incontrato da Francesca Rita Rombolà a Dublino nel 2000

 

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